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05 gennaio 2007

La politica è teoria e pratica (1)


Un movimento politico deve avere alla base un progetto identitario, degli Ideali, dei Valori di riferimento sui quali costruire il consenso attraverso l’azione quotidiana nel mondo del lavoro, delle professioni, nelle scuole, nell’università, nel sociale.
Un movimento politico che assume incarichi di responsabilità amministrativa e di governo deve cercare di tradurre in norme applicabili ed applicate il suo progetto.
Un movimento politico per fare il movimento politico deve disporre di personale politico che si impegni – meglio sulla base del volontariato che del funzionariato – per realizzare il suo progetto.
Meglio volontariato del funzionariato, ho scritto, perché il volontariato significa che quel personale politico ha una sua identità professionale, un suo percorso lavorativo e non dipende dalla politica per vivere.
Il funzionario di partito, invece, quello che al partito deve tutto – posto di lavoro, stipendio, gratificazioni, posti in lista e magari anche il coniuge … - non può affrontare le sfide della politica con l’animo sereno e con la forza dell’ideale che si richiede a chi deve gestire i destini di tutti noi.
Per il funzionario di partito la politica è la vita, l’alfa e l’omega dell’attività è il successo del partito cui appartiene, cioè è fazioso nell’accezione più deteriore.
Il professionista che si dedica alla politica, comunque vada, ha la sua posizione professionale che gli consente maggiore indipendenza di giudizio e quindi una maggiore attenzione all’interesse generale.
Ma un movimento politico si costruisce sulla base di un progetto identitario fondato su Ideali e Valori che un gruppo, più o meno ampio, di persone ritiene di condividere e che possano essere di utilità per l’intera nazione.
Il compromesso, nell’accezione migliore, è il coniugare il progetto politico del proprio movimento con quello di movimenti che possono avere proposte simili o affini, in tutto o in parte e questo per poter ottenere quella maggioranza necessaria a governare, a realizzare parte del proprio progetto politico con l’aiuto di coloro che pur hanno un altro progetto e che, a nostra volta, dobbiamo aiutare per realizzare parte del loro, su quei temi che risultino meno distanti.
Naturalmente le idee camminano sule gambe degli uomini e ogni movimento politico ha necessità di avere dei “portavoce”, che poi sono i leaders, che interpretino e sappiano diffondere le idee poste a base del movimento.
In questi anni, almeno dal 1994, in Italia ci stiamo confrontando su due coalizioni che rappresentano due nazioni, due popoli distinti e distanti.
Da una parte i socialcomunisti con le loro foglie di fico dei “cattolici adulti”, dall’altra i liberalconservatori con i cattolici tout court.
La divisione è anomala.
In una democrazia compiuta i comunisti non sarebbero altro che una scoria pressoché inesistente e priva di ogni rappresentatività, mentre la sinistra è sinistra socialista o laburista saldamente ancorata agli stessi valori fondanti di liberali e conservatori che, a loro volta, apparterrebbero a due mondi differenti.
In Italia la coalizione liberal conservatrice si è potuta costituire grazie a Silvio Berlusconi, liberale, che, rompendo i tabù resistenziali, ha “sdoganato” l’MSI prima e quindi ha dato pari dignità alla partecipazione nella Coalizione sia della Lega che della Destra Radicale di Azione Sociale, Forza Nuova, Fronte Nazionale (elettoralmente riuniti in Alternativa Sociale) e della Fiamma Tricolore.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una galoppata, con qualche frenata, da parte di colui che avrebbe dovuto rappresentare l’anima conservatrice, verso la sponda liberale, lasciando senza adeguata rappresentanza i Conservatori.
Marcello Veneziani è, da sempre, un uomo di cultura, di quella cultura di Destra, Conservatrice che dopo la proficua esperienza nel consiglio di amministrazione della Rai riesce oggi meglio ad interpretare l’animo della Destra Conservatrice rispetto ad un passato in cui esprimeva più un pessimismo filosofico che una partecipazione positiva e propositiva alla vita culturale (almeno con i suoi scritti, nella pratica abbiamo visto come si sia efficacemente distinto).
Il suo recente saggio “Contro i barbari”, che non a caso è in evidenza nella home page dell’aggregatore Triares , e gli articoli che scrive su Libero , possono ben tratteggiare il quadro della Destra Conservatrice in Italia, momentaneamente alleata con i Liberal a causa della presenza di un 30% di elettorato che continua a votare per partiti comunisti (ex, post, neo o vetero che siano).
In particolare tre articoli, scritti dal 16 novembre al 3 gennaio (A mortadella e alla sua banda editoriale che abbiamo già commentato , Gli omunisti al potere , Ora sulla Destra dico una cosa sbagliata , possono rappresentare la cornice di un quadro, in continua evoluzione, che possiamo tutti noi di Destra, riempire, anche dalle pagine dei nostri blog.

(1 - continua)

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7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sicuramente il centro destra ha la necessita' di porre l'accento su valori e ideali condivisi. Non e' comunque semplice, soprattutto per la differenza fra liberali veri e liberali presunti, e statalisti che non mancano soprattutto all'estrema destra. Il cristianesimo, per la parte che riguarda i valori puo' essere un buon punto di partenza da condividere anche con i laici

Anonimo ha detto...

Mah...
La tua ignoranza (nel senso reale del termine) su temi che non siano il muro contro muro anni '70 è appurata ma ti voglio fare comunque una domanda:

Lo sai o non lo sai che quella coppia in fotografia non avrebbe nessun problema (se non il fatto di non essere in vita) a definire le fondamenta del vostro credo politico "feccia comu-fascista"?

Perchè se non lo sai allora Amen... (anche se ti consiglio magari di approfondire la loro politica ed il loro pensiero) ma se lo sai mi chiedo come mai li prendi ad esempio.
Masochismo?

Massimo ha detto...

Qualcosa di Destra. Direi che a base di una Destra dovrebbero essere posti i Valori tradizionali che appartengono all'Umanità tutta ed hanno le loro radici in Roma e nel Cristianesimo che li ha conservati e sviluppati. In questi termini possono essere accolti anche dai laici unitamente a simboli - come il Crocefisso - che ormai trascendono il semplice aspetto di appartenenza ad una religione per diventare patrimonio di una Civiltà.

Robinik."Feccia comu-fascista" penso non sarebeb mai venuta in mente a Reagan e alla Thatcher la quale ha rivolto un commosso pensiero al Generale Pinochet in occasione del suo decesso. Sì, perchè la Thatcher è ancora in vita ... Quanto alle conoscenze ed all'ignoranza io ho imparato che da chiunque, anche dal più stupido, si può sempre apprendere qualcosa. Ma se uno nasce già "imparato" non posso fare altro che complimentarmi con lui e rivolgergli i migliori auguri perchè si mantenga così ... nei secoli :-D

Anonimo ha detto...

I liberals canadesi considerano i repubblicani americani come feccia di destra. Poi in Québec si parla con molto disprezzo della "destra" definita ottusa e filo-americana delle Provincie dell'Ovest.
E ho avuto modo di rendermi conto che il classico repubblicano americano é patria-chiesa-famiglia. Niente aperture su stranezze varie, ma un solido atteggiamento individualista, contro le tasse, contro lo statalismo e fiero del proprio essere americano.
La parola fascista ormai definisce nel mondo tutto quello che é negativo, esattamente come nazista, perché non se ne conoscono le differenze.Ma pazienza.
Ora, da noi in Italia, sussiste ancora questo tabu' nei confronti della destra, malgrado le aperture di Berlusconi, tanto che persino Fini si vergogna di promuovere valori di destra. Questi valori sono acquisiti nei repubblicani americani e nei conservatori canadesi, ma noi stiamo ancora la' a farci le pulci...
Che poi esistano partitini estremisti che sono comunque utili come voti, non tocca la sostanza della coalizione.
In America ci sono perfino gruppi di neo-nazisti, c'é gente che pratica la poligamia...sono piu' spinti di noi.
Un repubblicano americano puro e duro da noi sarebbe considerato fascista o leghista.

Le Barricate ha detto...

Il tuo articolo è interessante.
Sono d'accordo anche sul giudizio che dai su Veneziani, che attualmente pare l'unico a saper portare avanti, nei media, il discorso dei Valori dei Conservatori.
I Conservatori, che sono l'unica specie umana che ancora possiede una capacità critica e che per questo non si uniforma ad un infimo politically correct scopiazzato dai comunisti.
Con la differenza che i comunisti "ci fanno", mentre gli scopiazzatori folli del politically correct "ce credono".
E' triste per il centro-destra avere a che fare con certa gente che ne inquina
l'essenza conservatrice.

Anonimo ha detto...

@ Tutti: Credo che ci sia un forte problema di etichette all'interno della dx mondiale ed italiana soprattutto.
Il problema è che la maggior parte delle etichette risulta profondamente datata.
Reaganismo e tatcherismo sono passati da tempo. Gli anni 80 sono lontani, figuriamoci gli anni 30 per non parlare del 1845. nessun fantasma si aggira per l'Europa. Al massimo si incontra un "sorcio" come Zapatero o un incompetente come Prodi. Lenin (manco Stalin) li avrebbe mandati volentieri in siberia.
Dobbiamo tenere i piedi ben saldi sul nostro passato di Nazione culturalmente appartenente all'Europa Continentale (la precisazione è per il mio amico amerikano Rob) ma stare con la testa e le spalle rivolte al futuro.
Dice bene Massimo quando auspica un movimento politico identitario fondato su Valori di riferimento a patto che tali valori siano per qualcosa e non meramente contro qualcosa o qualcuno. Quanto all'identità, quest'ultima o si ha non si ha. Non si costruisce in laboratorio nè si può tornare indietro. l'acqua passata non macina più. Il Cristianesimo è una religione(questo è per qualcosa di destra) non un distintivo. Sentire la necessità di affermare il Cristianesimo come valore identitario significa di fatto prender coscienza che non siamo più cristiani. E che un branco mamelucchi ci ha messo nel sacco!
E bene fa Rob ha denunciare il raffiorare tra la destra radicale di tentazioni stataliste quando non cesaropapiste. Però il liberismo/libertarismo non può essere astorico e apolide. Non può prescindere da quelle che sono le realtà sociali così come si sono storicamente formate.
Che piaccia o meno.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Parlare d'ignoranza da parte di Paperinik nei confronti di Massimo oppure qualcun altro che partecipa al progetto Triares è veramente stupefacente;è come assistere o leggere qualcosa di Antonio Cederna che cerca di attaccare Marcello Piacentini.
Di Cederna non rimarrà che il rimpianto di Rifondazione Comunista o di qualche Verde delle Caverne.
Del secondo, rimangono le Opere Monumentali come l' EUR e Via della Conciliazione, mirabili esempi di ricostruzione e ristrutturazione della Tradizione.
PS: se i paperelli e giovanitristi non sono in grado di capire, non è colpa mia.