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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

31 gennaio 2007

Non ci sono più le stagioni di una volta !

Quante volte abbiamo sentito questa frase ?
E quando l’abbiamo sentita la prima volta ?
Esatto, quando eravamo piccoli ed erano i nostri nonni a pronunciarla.
In pratica, da sempre, le stagioni “non sono più come una volta”.
Solo che, adesso, questa naturale oscillazione nelle temperature di Madre Terra è diventata un business, con interessi economici che ne fanno un target commerciale.
Purtroppo per soddisfare questa esigenza prettamente di guadagno non si hanno remore nel lanciare catastrofici annunci, magari proiettati in un futuro quando potremmo non esserci più e quindi nessuno chiederà conto degli inutili allarmismi propalati, che assumono talvolta caratteristiche di autentico terrorismo psicologico ecoambientalista (da non confondere con il materiale terrorismo ecoambientalista che fa saltare in aria gli impianti di risalita nelle stazioni sciistiche).
Uno dice: ma quest’anno non c’è neve ed è più caldo.
E’ vero: ma l’anno scorso ?
E vi ricordate l’estate del 2002 con le alluvioni e quella del 2003, al contrario, con la “bolla africana ?
E vi ricordate gli anni tra il 1988 e il 1990, quando non c’era uno straccetto di neve su cui sciare ?
Grande pericolo !
Si sciolgono i poli !
Vi siete mai chiesti perché la Groenlandia si chiama “terra verde” se è tutta ricoperta di ghiaccio … oggi ?
La Madre Terra ha avuto oscillazioni nei secoli e nei millenni.
Le calotte polari si sono sciolte e si sono riformate.
Abbiamo avuto piccole glaciazioni
tra il 1400 e 1300 avanti Cristo,
tra il 900 e 300 sempre a.Ch.n.,
il 400 e 750,
poi nel 1150 e 1250
ed infine, tra il 1590 e 1850.
Ed abbiamo avuto periodi di grande caldo che, ad esempio, consentirono nel 218 a.Ch.n. ad Annibale di attraversare le Alpi con un esercito africano, abituato ai climi africani e con gli elefanti, per attaccare Roma.
E anche nel Medio Evo si raccontano di inverni caldi anche nel nord europa.
E nessuno può incolpare l’attività dell’uomo.
Sarebbe quindi opportuno lasciare i catastrofisti ecoambientalisti nel loro brodo fantascientifico e chiedere agli scienziati di non dar loro facile corda, inducendo a ritenere che solo una nuova povertà (perchè tale sarebbe la rinuncia alle nostre industrie) possa “salvare” il pianeta, ma di studiare gli strumenti più adatti per sfruttare al meglio le opportunità che il clima apre, per nuove coltivazioni, per nuova energia, per aumentare la ricchezza delle nazioni.
Ho citato la fantascienza perché mi sembra che gli scenari apocalittici siano mutuati, pari pari, da film del dopo catastrofe, tanto affascinanti, quanto improbabili.
Allora concludo con la fantascienza, quella ottimista.
Un vecchio racconto, non mi ricordo di quale autore, che riassumo a memoria.
Gli Uomini costruiscono il più grande computer del mondo che può dare risposte su tutto e gli chiedono quando finirà la Terra.
Il computer analizza tutti i dati e fornisce una data estremamente ravvicinata: entro un mese !
Ma come è possibile, si domandano gli scienziati e chiedono maggiori spiegazioni.
Il computer presenta dei calcoli in base ai quali fra un mese la Terra sarebbe passata attraverso una velenosissima nube cosmica che avrebbe attraversato la nostra orbita e che avrebbe ucciso tutti gli esseri viventi.
Non c’era nulla da fare.
L’onu annuncia al mondo.
Sorgono nuove chiese, le vocazioni religiose vanno alle stelle, molti si suicidano, le persone, sapendo di avere un solo mesi di vita, si danno ai piaceri più sfrenati, finchè arriva il giorno fatidico.
Gli osservatori comunicano che la Terra sta per essere avvolta dalla velenosissima nube cosmica.
Passano 24 ore e gli osservatori di tutto il mondo comunicano che la nube è passata.
Nessuno è morto, tutti sono rimasti in vita.
Quello che molti avevano chiamato “inquinamento” e che avrebbero voluto ridurre o azzerare aveva salvato la vita a uomini e animali, perché li aveva, gradualmente, abituati a sostanza che una volta erano nocive per l’uomo ed ora non lo erano più.
Così, la nube cosmica, velenosissima sulla carta, non provocò alcun danno, danni tutti provocati da annunci di fine imminente, rivelatisi poi infondati
.

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6 commenti:

CampaniArrabbiata ha detto...

I catastrofisti hanno proposto che sia reato negare che l'effetto serra è causato dall'uomo.
Attenzione che Mastella potrebbe prendere spunto:-)!

Anonimo ha detto...

Bravo Mons! Altro post quotato in pieno!. Ti dirò di più. Anche i rituali allarmi sulle epidemie e le malattie a larga diffusione sono strumentali e fanno parte di un business (leggi mucca pazza,SARS,Aviaria)

Anonimo ha detto...

in America hanno scritto diversi libri, proprio per illustrare le tesi di scienziati poi dimostratesi false. E' giusto porre attenzione all'ambiente, partendo dall'educazione, ma probabilmente si sta esagerando. l'unico dubbio e' che la crescita rapida di Cina e India, per la dimensione che occupa, possa effettivamente causare dei danni notevoli all'ambiente.

Anonimo ha detto...

LA Groenlandia si chiama terra verde (green-land) non perchè un tempo fosse ricoperta di erba ma perchè i primi esploratori vedevano bagliori verdi arrivando dal mare, effetto della rifrazione delle distese di ghiaccio.
Concordo in tutto il resto dell'articolo.
David
UT

Massimo ha detto...

Sì, ho pensato anch'io che, forse, la mia "eresia" sarebbe incorsa nella mannaia di Mastella, ma non si può sempre stare zitti ;-)
Io, sul nome Groenlandia, ero rimasto a un millennio fa i Vichinghi raggiunsero con le loro navi l'enorme isola oggi in gran parte coperta dai ghiacci, trovarono una terra allora fertile e ricoperta di vegetazione. E per questo la chiamarono «terra verde».
Ancora oggi, se il significato del nome di questa terra può sfuggire a chi ha per madrelingua un idioma romanzo, esso è perfettamente chiaro a che ne coglie la radice scandinava. Detto in italiano, «la Groenlandia sta tornando verde» può essere significativo fino a un certo punto. Ma detto in inglese, «Greenland is turning green» non è soltanto un gioco di parole, bensì una constatazione che dovrebbe far riflettere, soprattutto coloro che si stracciano le vesti di fronte alle presunte iatture e catastrofi che al loro modo di vedere saranno l'unica conseguenza del «riscaldamento globale"
.

Monica: cerrrrto che è colpa nostra. Vuoi mettere: abbiamo il riscaldamento acceso d'inverno e il condizionatore d'estate, ci scaldiamo i pasti, magari abbiamo anche la pretesa di fare il bagno e doccia caldi e, orrore !, quando andiamo a fare i nostri bisogni usiamo lo sciacquone e poi ci laviamo persino le mani, consumando altra acqua. Beh, almeno assomigliamo a persone civili e non a trogloditi ... :-D

Il Temporeggiatore ha detto...

Anche in questo caso, mi sembra che gli "ambientalisti scettici" siano in aumento, nonostante il battage pubblicitario che il business ecologista sta montando ad arte.
Fanno proprio venir voglia di inquinare il più possibile con i loro atteggiamenti e le loro filippiche maniacali ...