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16 gennaio 2007

Estirpare il male

E’ il titolo di un saggio di David Frum e Richard Perle, in questo caso è un obiettivo che dovrebbe essere perseguito da tutte le persone civili.
Estirpare il male in senso lato, a 360 gradi, nei confronti tanto della piccola criminalità, quanto della malvagità che ha trovato in eventi come quello di Erba un fatto emblematico.
Ma estirpare il male anche in senso specifico che, nel linguaggio odierno, si traduce nella eliminazione del terrorismo.
Credere che il male lo si possa estirpare con le chiacchiere è illudere se stessi, è barare in un solitario, è come pensare di sradicare la gramigna dai propri campi limitando a guardarla con occhio truce.
I terroristi, come la gramigna, se ne fanno un baffo dei ragionamenti filosofici e delle occhiatacce.
I terroristi – e chi li sostiene – conoscono solo e soltanto il linguaggio della forza.
Dopo l’attentato al velivolo Pan Am precipitato a Lockerbie, la Libia fu sottoposta ad una cura intensiva e, quindi, con la liberazione dell’Iraq Gheddafi si è meglio predisposto ad ascoltare anche i ragionamenti filosofici: infatti di lui non si sente più parlare.
I terroristi palestinesi sono morti a decine cercando di assassinare civili israeliani.
Contro di loro Israele ha adottato una strategia forte, quella delle esecuzioni mirate ed ha innalzato un muro per il miglior controllo del territorio: nonostante hamas abbia il potere tra i palestinesi, gli attentati in Israele sono cessati.
Così come sono cessati gli attentati in Occidente, sgominate molte cellule terroriste scoperte grazie anche ad azioni come quella per la quale la magistratura italiana ha imputato funzionari Cia e Sisde, il tutto concedendo ben poco spazio ad amabili colloqui e romantiche passeggiate a braccetto in mezzo alle rovine di Beirut.
Il terrorismo, per la prima volta, grazie alla strategia della “difesa preventiva” del Presidente George Bush si trova a combattere in difesa, sul proprio territorio, denunciando gravi difficoltà a realizzare il suo “scopo sociale”: ammazzare in Occidente.
E’ la dimostrazione che la politica vincente non è quella delle chiacchiere ed ancor meno quella delle concessioni unilaterali, ma è la politica del bastone (prima) e della carota (poi).
In Iraq come in Afghanistan le bande terroriste sono costrette a cospargere di morti (prevalentemente locali) il terreno.
In questo quadro il Presidente Bush ha deciso di imprimere una accelerazione nella caccia ai terroristi e cosa succede ?
Invece di appoggiarlo e di convenire con lui, contribuendo ad estirpare il male, D’alema e Prodi lo criticano.
Bene ha fatto il Presidente Silvio Berlusconi ha rilevare come la politica estera della sinistra sia antiamericana e antioccidentale, perché il ritiro da quei quadranti, il non portare a termine la missione, il lasciare che i terroristi trovino in terra somala (o altrove) rifugio, significherebbe solo e soltanto concedere loro di rifiatare, riorganizzarsi e programmare nuovi assalti … a casa nostra.
E’ stato così tutte le volte in cui Israele, cedendo alle pressioni internazionali, ha soprasseduto dalle sue azioni militari.
Perché dovrebbe essere diverso nei confronti dei terroristi islamici di Al Qaeda e connessi ?

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6 commenti:

marshall ha detto...

Massimo,
perchè devi farmi arrabbiare di mattina, citando quei due tronfi chiacchieroni, Dalema (lo scrivo così, più scorrevole, tra di noi) e Prodi?
L'abbiamo capita che quei due sanno fare soltanto belle chiacchiere, bei discorsi (hoddio! bei discorsi!, forse manco quelli), ma che sul piano pratico e della sostanza, quei discorsi valgono zero: soltanto belle parole al vento!!

Anonimo ha detto...

oltre 655 mila morti civili (3 mesi fa)
ltre 300 mila sfollati (3 mesi fa)
58 mila militari USA (a oggi)
570 miliardi di dollari spesi (a oggi)
Questo il bilancio della strategia Bush in Iraq.
Più che una Politica bastone e carota a me pare una Politica zappa sui piedi.

Massimo ha detto...

Vedi, Simone, il dato rilevante è quei soli 58000 militari.
L'errore di Rumsfeld è stato quello di aver pensato di poter vincere una guerra "leggera".
Pochi bombardamenti a tappeto, poche distruzioni, pochi soldati.
Non è così.
Come non fu così negli anni venti quando gli Inglesi domarono le stesse popolazioni di oggi.
I morti e gli sfollati, poi, sono da addebitare al terrorismo e vanno in conto a Bin Laden e Saddem, non certo a noi ... :-D

marshall ha detto...

Massimo,
il tuo commento a Simone è perfetto.

Tempo fa ebbi modo di leggere un libro sulla storia dell'Iraq. Di quando l'Iraq era una sorta di protettorato inglese.
E quanto costò anche a loro in termini di vite umane! e in denari che dovettero profondere in quantità che era stata assolutamente sottovalutata e imprevista. Denari che, comunque, gli inglesi pensavano di recuperare poi con lo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Pozzi che, peraltro, buon per loro, si rivelarono esistere in quantità e di consistenza molto superiore rispetto alle stime iniziali.
Ma tantè.
A loro non fu concesso di goderne più di tanto, almeno nella maniera inizialmente prevista, perchè l'Iraq è sempre stato un'immensa polveriera, dal tempo della sua fondazione avvenuta a tavolino per volere delle grandi potenze europee, Italia esclusa. E più che trarne benefici, ve ne portarono e ve ne lasciarono.

Va detto, però, che, dall'esperienza irachena, gli inglesi ereditarono - perchè creata per raggiungere celermente l'Iraq da Londra - la Royal Air Force, inoltre la BP Petroli.

Anonimo ha detto...

@ Monica: Di sicuro non amo il terrorismo islamico! Dico semplicemente che l'America di Bush ha toppato alla grande perché ha fatto delle scelte IDEOLOGICHE in luogo delle opportune scelte pragmatiche.
Gli Europei chiacchierano e basta ed E' SBAGLIATO ma è altrettanto sbagliato bombardare alla cieca generando tra i musulmani moti di simpatia nei confronti del terrorismo.
Ciao

Massimo ha detto...

Proprio, Simone, non abbiamo visto lo stesso film, perchè i "bombardamenti alla cieca" io non li ho visti, anzi mi sembra che l'azione militare sia stata alquanto limitata da paletti e da regole di ingaggio ...