Nel momento in cui scrivo (quasi ora di cena di domenica 5 luglio) sono rientrato a Bologna da circa un'ora e mentre guidavo ho ascoltato per radio i primi exit poll sul referendum greco.
Parrebbe esserci una leggera prevalenza di "no", che sembra consolidarsi anche con le prime proiezioni e i primissimi dati reali.
Nel corso della giornata, i vari giornali radio hanno proposto numerose interviste e quello che mi ha colpito è la differenza nelle risposte non più in base alla ideologia politica, bensì in relazione al proprio, attuale status.
Gli occupati, quelli che, nonostante la crisi, hanno ancora un lavoro, uno stipendio, dei risparmi, una prospettiva, erano orientati per il sì all'euro e alla Merkel.
Chi aveva perso lavoro, stipendio, risparmi, speranza, manifestava un sussulto di dignità optando per il no.
Mi ha colpito uno intervistato, che parlava bene l'italiano, un giornalista, che diceva di aver ricevuto molte telefonate dagli amici in Italia che gli chiedevano cosa avrebbe votato.
Ha detto di essere stato molto combattuto, perchè lui un lavoro ce l'ha e sa che rifiutare l'euro e la Merkel significava imboccare un strada sconosciuta.
Alla fine, però, ha detto che ha prevalso la volontà di dare una risposta di dignità nazionale ed ha votato no.
Qui, secondo me, può esserci il punto di interesse che ci accomuna ai Greci, pur condividendo la pessima opinione sui Greci moderni espressa dal mio amico Starsandbars.
L'occasione, forse ultima, è quella di una affermazione di Dignità Nazionale, di recupero della propria Identità e Sovranità.
Certamente un comunista levantino come Tsipras, una volta intascata la vittoria, se la giocherebbe per strappare un accordo migliore di quello che le consorterie finanziarie volevano rifilargli.
Per i Greci non cambierebbe molto, per loro si prospetterebbe comunque un periodo di lacrime e sangue.
Per noi, invece, potrebbe cambiare e molto.
Il costringere la Merkel è gli altri disgustosi gnomi di Bruxelles a scendere dal pero, significherebbe dare ai movimenti antieuro in tutta europa più forza, per dire: se recuperiamo dignità, le condizioni saranno migliori e i sacrifici minori.
Come minimo.
Perchè io continuo a pensare che se dovesse veramente aver vinto il no in Grecia, l'occasione sarebbe molto ghiotta per far crollare questa aberrante costruzione sovietica, contraria agli interessi dei Popoli e delle Nazioni europee.
P.S.: I Greci, in un soprassalto di dignità, hanno fornito ai Popoli ed alle Nazioni europee un assist per liberarsi dal giogo degli gnomi della finanza corrotta e corrosiva che ha nell'unione sovietica europea e nella sua moneta la concreta espressione.
Adesso tocca a noi tutti capitalizzare e mettere la palla in rete.
P.S.: I Greci, in un soprassalto di dignità, hanno fornito ai Popoli ed alle Nazioni europee un assist per liberarsi dal giogo degli gnomi della finanza corrotta e corrosiva che ha nell'unione sovietica europea e nella sua moneta la concreta espressione.
Adesso tocca a noi tutti capitalizzare e mettere la palla in rete.
Entra ne
1 commento:
Sì, però i Greci sono precipitati con il sedere per terra. Purtroppo la presa di coscienza arriva sempre quando si è in fase di irreversibilità. Finché c'è osso attaccato alla polpa, inutile farsi delle illusioni.
Posta un commento