Le elezioni amministrative dovrebbero essere un momento di valutazione sull'operato dei sindaci uscenti e di progetto per la città dei prossimi cinque anni.
Assumono però un significato politico di carattere generale quando i problemi sono comuni e se ogni città ha le sue questioni sul traffico, sulle zone pedonali, sul rifacimento del manto stradale, sul trasporto pubblico, sui servizi sociali e scolastici (e se si discute di questo vuol dire che i sindaci uscenti come Fassino e Merola o quelli appartenente alla stessa fazione politica del sindaco commissariato come Giachetti e Sala hanno fatto male e, quindi, logica vorrebbe che si votasse per l'alternativa di Chiara Appendino a Torino, Lucia Borgonzoni a Bologna, Virginia Raggi a Roma e Stefano Parisi a Milano) tutte le città hanno almeno due problemoni oni oni in comune: le tasse (di cui scriverò nei prossimi giorni) e l'immigrazione.
La folle politica della triade Monti-Letta-Renzi, pronubi Bergoglio e la Boldrini, ha comportato non il circoscrivere la questione alla Sicilia o ai luoghi di sbarco dei clandestini, bensì alla loro diffusione su tutto il territorio nazionale rendendolo un problema di tutti, commettendo lo stesso errore che il Fascismo fece con il confino dei mafiosi dispersi in tutta Italia e quindi con la possibilità di creare altrove la loro rete criminale.
Ma non si può cavar sangue dalle teste degli Alfano e dei Renzi e quindi dobbiamo prendere atto della realtà e affrontarla.
Non certo gravando sui cittadini, non certo lasciando agli immigrati (o ai rom) zone di città senza controllo, ma colpendo le zone d'ombra come le sin troppe cooperative o organizzazioni il cui interesse per gli immigrati è sin troppo sospetto, soprattutto quando percepiscono rimborsi dallo stato.
Il primo compito dei sindaci è lo stesso in tutta Italia ed è il medesimo che graverebbe sul governo: tutelare la sicurezza, il benessere e le proprietà degli Italiani.
Questo si può ottenere con un ferreo controllo degli immigrati, una loro permanenza ridotta nel tempo e rifiutando di cedere alle loro pretese di scegliere alloggio, vitto, beni di consumo che neppure a tanti Italiani sono concessi.
Se tutti i sindaci agissero in questo modo, allora il governo sarebbe costretto anche a rivedere la sua politica di usare impropriamente la Marina Militare come taxi per i clandestini e attivare, invece, un sistema di respingimento che dia respiro alla nostra Patria e a tutti noi.
Ma perchè ciò accada devono essere eletti sindaci che vogliano veramente rappresentare una alternativa al pessimo andazzo di un governo che favorisce l'invasione invece di contrastarla.
Ancora una volta sono da battere i candidati che sono espressione del pci/pds/ds/pd, del partito di Renzi, per favorire le loro alternative:
DI PIAZZA a Trieste
BORGONZONI a Bologna
RAGGI a Roma
APPENDINO a Torino
PARISI a Milano.
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