Sfruttando e forse travisando un intervento di Bill Gates, il partito delle tasse si è scatenato per trovare il sistema di mettere le proprie mani adunche su chi produce e utilizza macchinari e sulle cosiddette grandi multinazionali (Google, Amazon, Apple etc.).
Contrariamente al tono di voce apparentemente tranquillo un certo Boccia, ovviamente di sinistra (pci/pds/ds/pd) e che sarebbe presidente di una commissione economica alla camera, appare spesso a TG 24 economia per dichiararsi pronto a introdurre una normativa che consenta il prelievo su tali aziende, ma anche sugli autisti e la società Uber.
Ben lungi dal solidarizzare con vari Gates, Zuckerberg, Cox (che sono dei furboni matricolati pronti ad ingannare e manipolare pur di ottenere il denaro senza essere distutrbati e per questo si dichiarano tutti mecenati, filantropi, sostenitori delle più disparate e balorde istanze e candidate (ogni riferimento alla moglie di Clinton è voluto e ostili ad un Trump che non si fa menare per il naso da costoro) devo però rimarcare come i Boccia di turno siano solo alla disperata ricerca di denaro, ma non per alleviare i nostri carichi fiscali, bensì per poterne spendere di più per le loro clientele.
E se qualcuno pensasse che tassare le grandi aziende multinazionali sia un atto di giustizia, si ricordi che tutto quello che lo stato dovesse prelevare loro, verrebbe restituito da un aumento per tutti noi, i consumatori finali, dei loro prodotti e servizi.
Esattamente come tutta la manfrina sulla "trasparenza" nelle banche che ha prodotto quintali di carta, ma ha anche aumentato spese e commissioni nella tenuta dei rapporti.
Il cittadino, il consumatore finale, ha sempre e solo danni da un aumento delle tasse, anche se apparentemente questo aumento e queste nuove tasse sono dirette ad altri soggetti.
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