Sabato le caste di privilegiati hanno solidarizzato con i clandestini indossando un indumento rosso.
La Meloni si fatta fotografare con una maglia rossa, chiosando: ecco, la maglia rossa ce l'ho, però mi manca il Rolex e l'attico a New York.
Sufficiente per ridicolizzare i nuovi rossi, dal prete d'assalto, all'ex "carica istituzionale", allo scrittore con scorta pagata da noi, al giornalista televisivo con fallimentari pretese culturali, per finire al reggente triste che, con la barba lunga e la sua polo rossa sotto una giacca informe, è apparso il più sciatto di tutti.
Io non ho indumenti rossi, mai avuti.
Forse da bambino, ma non ne ho ricordo.
Il massimo del genere è una cravatta granata scuro, la quinta o sesta della serie, che uso quando indosso la camicia nera con un vestito blu ( con uno grigio o chiaro, uso la cravatta verde).
Non ho neppure polo o indumenti gialli, così ho optato sabato per una polo nera e domenica per una azzurra.
Non sia mai che io possa essere confuso con quella massa che reagisce come il cane di Pavlov e cerca di trascinare l'Italia nel baratro del meticciato, della svendita della Sovranità, della perdita di Identità, Sicurezza, Benessere, per inseguire il sogno di una società comunista, assoggettata ai poteri affaristico finanziari internazionali, dove chi produce deve mantenere a sue spese le caste di privilegiati e i loro protetti.
Prima gli Italiani, poi, se ne avanza, le magliette rosse.
Entra ne
1 commento:
Chi produce? ma non vogliono che produciamo. La produzione hanno provveduto a spostarla altrove. Per questo bisogna invertire il trend. Riavere indietro la nostra manifattura e mandare indietro le "risorse". E con loro, la fòla dei lavori-che-gli-italiani-non-vogliono-più fare.
Posta un commento