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09 settembre 2018

Il muro di gomma


Avete notato come è cambiato l'approccio al nuovo governo ?
Quando si insediò, era un coro unanime, con fosche previsioni di catastrofi imminenti.
Visto che, invece di essere demolito, i sondaggi indicavano un sempre maggior consenso popolare (soprattutto per la Lega) ecco il cambio di strategia e il muro di cemento è diventato un muro di gomma.
La principali organizzazioni delle consorterie affaristico finanziarie sono diventate attendiste e si spingono persino ad apprezzamenti verso i successi, anche solo di immagine, dei nuovi governanti.
I loro principali cantori, a cominciare da Bruno Vespa di cui suggerisco la istruttiva quanto esilarante lettura dell'editoriale di ieri sul Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, la Nazione, il Giorno) si mostrano amichevoli, con premurosi consigli (degni dell'Ulisse dantesco che, per chi non se lo ricordasse, è catapultato nel girone infernale dei consiglieri fraudolenti per l'inganno del Cavallo di Troia) che se fossero seguiti da Salvini gli farebbero perderebbe il consenso e la fiducia popolare, consegnandolo inerme a magistrati e nemici vari.
E forse è proprio quello l'obiettivo, una sorta di legittimazione all'interno del "salotto buono" in cambio del rientro nei parametri voluti dal potere affaristico e finanziario, disinnescando la pportata innovativa della Lega e del suo Leader.
Così la battaglia campale viene lasciata alle toghe e quella verbale ad una pletora di personaggi ormai privi di credibilità (da Renzi a Martina nel pci/pds/ds/pd ai loro cloni di Forza Italia Cattaneo, Malan e ad una sempre più caricaturale, con i suoi striduli e arcorei lai, Gelmini).
Ho più timore della captatio benevolentiae dei circoli affaristici che dei guaiti delle opposizioni o delle azioni, prive di sostegno popolare, della magistratura.
Ne ho paura perchè è nella natura umana desiderare di essere accettati, di essere riconosciuti come interlocutore valido e affidabile e non dubito che anche Salvini e i suoi accarezzino l'idea di consensi bipartisan, da tramandare nei libri di Storia.
Spero però che Salvini sia diverso e che continui ad anteporre il programma sul quale sta ottenendo il consenso sempre maggiore di noi Italiani, ad un riconoscimento di "moderato" o "ragionevole".
Non voglio governanti ragionevoli, voglio governanti che, a qualunque costo, ricostruiscano questa nostra amata Patria, distrutta da troppi compromessi e troppi perbenismi. 



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