I media di regime (tutti tranne La Verità, Il Tempo e, in questo caso, anche Libero) hanno elevato il sindaco di Riace, agli arresti domiciliari per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, al rango di eroe.
Costui, dopo l'interrogatorio, ha sproloquiato anche con i giornalisti, in modo confuso con l'unico scopo di accreditarsi come benefattore dell'umanità ... clandestina.
Ieri, poi, nella trasmissione radiofonica che precede il giornale radio delle tredici, hanno intervistato il sindaco di Cerveteri (anche lui di sinistra ...) che, in cerca di facile notorietà, ha proclamato di autodenunciarsi.
Intervistato ha berciato sulle norme costituzionali, quelle divine e quelle morali, probabilmente senza capire neppure lui cosa stava dicendo.
Ha citato il caso di una famiglia di Cerveteri con un figlio disabile per la quale lui violerebbe la legge consentendo che il ragazzo sia portato a scuola con lo scuolabus che serve un'altra scuola.
Poi si è lanciato in una invettiva contro Salvini e il decreto sicurezza ed a proposito del "prima gli Italiani" ha sproloquiato sul fatto che se lui dicesse "prima i cerveterani" non avrebbe dovuto aiutare i "fratelli di Amatrice" dopo il terremoto.
Lo stesso intervistatore, che avrebbe voluto fare la solita marchetta antisalviniana, ha capito l'autogoal e mi è parso alquanto imbarazzato e con una gran fretta di dare la parola alla pubblicità e poi al giornale radio.
E' evidente che i due sindaci sono molto confusi e avrebbero bisogno di una aiuto da qualcuno particolarmente competente.
Resta il fatto che dalle loro dichiarazioni risulta ci siano leggi da applicare (contro Salvini) e leggi da non applicare (contro l'immigrazione clandestina).
La differenza è data da dove stanno loro, per i quali è legittimo violare le leggi che non condividono.
Pretendo la par condicio e che anch'io possa violare le leggi che non condivido (a cominciare dal quella che mi impedisce di accendere il riscaldamento fino al 15 ottobre).
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