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19 novembre 2024

Due brodini tiepidi per i cattocomunisti

E alla fine spuntò il sorriso sulle labbra della Schlein e di tutti i suoi compagni.

Dopo un anno per loro travagliato, nonostante il soccorso di toghe e penne rosse, culminato con l'uno-due delle elezioni liguri e della rielezione di Trump negli Stati Uniti, a novembre, mese notoriamente dedicato ai morti, i cattocomunisti riescono a portarsi a casa Emilia Romagna e Umbria.

L'Umbria è una riconquista, faceva parte (con Emilia Romagna, Toscana, Marche e Liguria) di quell'asse centrale che, sin dal 1970, esprimeva un colore prevalentemente rosso.

Le cartine politiche infatti vedevano l'Italia tricolore, blu al nord e al sud, rosso al centro.

Il tempo ha poi fatto ravvedere molti elettori in Liguria, Marche e persino in Umbria, almeno cinque anni fa, ma le vecchie pulsioni sono riapparse, come una ricaduta nella atavica malattia.

In Emilia Romagna, invece, non c'è mai stata storia ed ho cercato di spiegare su X, nella brevità dei caratteri concessi, perchè fosse doveroso provarci, sempre, come ci si proverà fra cinque anni, ma di non farsi illusioni.

Ho scritto su X che per spiegare l'Emilia Romagna, occorre prima leggersi due saggi: "La Cappa" di Marcello Veneziani e "Falce e carrello" di Bernardo Caprotti, estendere la denuncia che Veneziani fa del mondo culturale e Caprotti di quello economico della grande distribuzione, a tutti i settori (sindacati, cooperative, appalti, chiesa, associazionismo vario) e si ha il ritratto della nostra regione e del perchè continuano a votare comunista anche con l'acqua in casa.

Del resto gli alluvionati sono meno dell'1% della popolazione, il restante 99%, all'asciutto, guarda al proprio interesse immediato, quindi il posto per il figlio, la casa, la sede dell'associazione a prezzi, appunto, politici, la commessa, l'appalto, la sponsorizzazione.

Per ovviare ad un sistema così rodato ci vorrebbe un governo nazionale di colore opposto (come fortunatamente abbiamo) che usi i fondi a disposizione in modo da annullare le elargizioni delle amministrazioni locali (come purtroppo non fanno).

Se non si metteranno in testa (al Governo di Roma) di utilizzare gli strumenti a disposizione per fare una contropolitica in regione, andremo incontro a risultati che, ormai, si consolidano, con un 60%, punto più, punto meno, per i cattocomunisti e un 40%, punto più, punto meno, per il Centro Destra.

Per il resto, guardando ai voti di lista, vediamo come a sinistra il pd sia ormai egemone, avendo drenato quasi tutto il consenso dei cinque stelle che arrancano intorno al 4% in entrambe le regioni (poco meno in Emilia, poco più in Umbria) e reso praticamente inconsistente la proposta del cosiddetto centro che fu di Renzi e Calenda, mentre ha, come prima alleata, l'estrema sinistra di Bonelli e Fratoianni.

Sul Centro Destra si consolida il travaso di voti dalla Lega a Fratelli d'Italia e sarà così finchè la Meloni non commetterà (se mai lo dovesse commettere) un errore della stessa portata di quello che ha affossato la Lega di Salvini (entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti e votare la rielezione di Mattarella).

Errori da cui Salvini si è pienamente redento ma che, in assenza di un motivo di dissenso forte con le scelte della Meloni, non lo rendono più attraente di Fratelli d'Italia.

Il Centro Destra ha, in più, il maggiore appeal del suo centro, quello di Forza Italia e di Noi Moderati, che ha ormai vinto la competizione con Renzi e Calenda su chi debba essere considerato il portabandiera dei "moderati".

Infine una annotazione strettamente personale.

Guardando le liste elettorali, ho visto pochi coetanei, uno, in particolare, che conosco dai tempi del liceo, inossidabile, candidato di elezione in elezione, lo avrei votato per solidarietà generazionale, ma era candidato in Forza Italia.

Invece la lista di Fratelli d'Italia era composta da persone che avevano come minimo 15 anni in meno di me.

Alcuni li ho conosciuti da ragazzi e mi fa piacere che oggi siano attivi (e pure eletti), a dimostrazione che dobbiamo sempre provarci, passando il testimone alle generazioni più giovani che, prima o poi, riusciranno là dove noi abbiamo fallito.

E, comunque, il mio coetaneo di Forza Italia non è stato eletto, i "ragazzi" di Fratelli d'Italia sì e anche questo segna un altro passo verso il definitivo pensionamento della mia generazione.

1 commento:

Nessie ha detto...

Sì, ma mettere, quale candidato, una preside che è stata sottosegretaria del governo "non eletto" di Mario Monti (ovvero Elena Ugolini), significa sicura sconfitta. Contro gente come quella che avete da intere dinastie, ci vogliono candidati con tanto di attributi.