In occasione del ricevimento di due giorni fa all'ambasciata americana a Roma, la Meloni ha richiamato quella data, facendo un parallelo, passato troppo sotto silenzio, con una data storica che riguarda la nostra Nazione: il 17 marzo 1861 quando fu proclamato il Regno d'Italia.
Spesso ho ricordato come in Italia, le divisioni della seconda guerra mondiale terminata con una guerra civile, non abbiano consentito di individuare una data che potesse essere rappresentativa della Nazione, con una Festa che unisse e non dividesse.
Le date che, nel tempo, si sono succedute sono molteplici, dalla festa del Tricolore del 7 gennaio a quella della Vittoria del 4 novembre oggi declassata a festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate, per non citare quelle più divisive e di parte come il 21 e il 25 aprile, il 2 giugno e il 28 ottobre.
La Meloni, dimostrando una grande intelligenza e quel che una volta si sarebbe chiamato "amor patrio", ha colto l'occasione del 4 luglio e della sua anticipata celebrazione all'ambasciata americana, per ricordare una ricorrenza che, pur presente nel nostro ricco carnet di festività civili, è sempre stata poco conosciuta e ancor meno celebrata.
Eppure, dopo Roma, dopo le infinite divisioni in signorie e staterelli sempre al servizio di "Franza o Spagna purchè se magna", di una millenaria interdizione della chiesa che fu la prima ad impedire la formazione anche in Italia, di uno stato nazionale unitario perchè ne avrebbe limitato potere, prerogative e ricchezze, fu proprio il 17 marzo che, con la proclamazione del Regno d'Italia, si pose formalmente e sostanzialmente fine ad una divisione iniziata con la deposizione dell'Imperatore d'Occidente Romolo Augustolo nel 476, quindi quasi 1400 anni prima, anni di divisioni, lotte fratricide e sottomissione agli eserciti stranieri che sono passati e ripassati sulle nostre terre.
E' quanto di più simile possa essere ad una dichiarazione di Indipendenza, perchè è la dichiarazione dell'Unità d'Italia, anche di quei territori che allora, in parte anche oggi, non ne facevano ancora parte.
Tolte le festività di parte, che ognuno deve poter legittimamente celebrare in base alla propria ideologia e se non si vuole, perchè dal sapore troppo bellicista, riportare agli antichi fasti il 4 novembre, ecco che il 17 marzo potrebbe essere la data per una celebrazione che non veda distinguo nè polemiche di fazione.
Bene ha fatto la Meloni a ricordarla e male fanno, dimostrando di non essere all'altezza dell'autoreferenziale ruolo di "professionisti dell'informazione", a non richiamarla con una copertura informativa adeguata.
1 commento:
solo un piccolo appunto, essendo unnappassionato di storia della tarda Antichità e Medioevo: l'evento che impedì la formazione dell'Italia unita non fu la fine dell'Impero Romano d'Occidente con la deposizione di Romolo Augusto, anzi quell'evento paradossalmente la favorì , in quanto ne risultò un regno, quello di Odoacre, veramente solo italiano e "indipendente" in quanto solo formalmente sottomesso all'Impero d'Oriente e così a maggior ragione il successivo regno di Teodorico. Purtroppo a rovinare il tutto ci pensò la sconsiderata guerra avviata da Giustiniano per riconquistare l'Italia e la direttamente conseguente discesa dei Longobardi con la contestuale sempre maggiore affermazione dell'autorità, anche temporale del Papa, grazie anche ad uno dei più grandi papi della storia (San Gregorio Magno). La strenua opposizione di un papato sempre più potente impedì ai Longobardi di completare l'unificazione dell'Italia
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