Queste tracimazioni che sporcano lo sport (recentemente la Uefa si è salvata in corner evitando di escludere Israele dalle competizioni) sono una aberrazione.
Lo sport e prima ancora i giochi olimpici, nacquero proprio come momento di pace e di dialogo.
Fu il ping pong a riaprire, con Nixon, le porte della Cina al confronto con gli Stati Uniti.
Durante la Grande Guerra, tedeschi e inglesi celebrarono il primo Natale di guerra con una partita a calcio tra le trincee, momento ancora oggi ricordato con grande partecipazione.
Che oggi si voglia punire la politica di una nazione, escludendone gli atleti è una aberrazione che nulla ha a che spartire con lo sport.
Gli Americani hanno un detto "right or wrong is my Country" e credo che escludere degli atleti, ma anche impedire loro di gareggiare per e con i colori e la bandiera della propria patria rafforzi la volontà di quelle persone di sostenere la propria Nazione.
Almeno con me produrrebbe quell'effetto.
Più in generale, le sanzioni, da sempre, hanno prodotto l'effetto contrario, perchè tanto c'è sempre qualcuno che, per motivi più o meno nobili, non le applica e producono solo un irrigidimento da parte di chi le subisce.
L'Italia, con la scelta della FIS, ha perso un'occasione per porgere un ramoscello d'ulivo verso la Russia che avrebbe prodotto tanti utili una volta che la guerra sarà finita.
Perchè le guerre finiscono sempre, prima o poi e dopo si regoleranno i conti in sospeso, dividendo quelli che hanno cercato o creduto di maramaldeggiare, con quelli che hanno mantenuto un comportamento dignitoso e rispettoso di tutte le parti in conflitto.

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