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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

12 novembre 2010

A Napolitano è sfuggito il vero motivo dell'aggressione a Berlusconi

In questi giorni piovono sondaggi.
L'ultimo, citato dalla edizione online de Il Resto del Carlino, peraltro di un istituto vicino alla sinistra, vedrebbe i finioti all'8%.
Grande successo della nuova formazione politica, si direbbe, ma se continuiamo a leggere, vediamo che quell'8% è composto in larga parte (forse maggioritaria visto che l'indice di fiducia verso Fini è al 47% di cui il 55% è di elettori che nel 2008 votarono pci/pds/ds/pd o Di Pietro) da un elettorato che probabilmente, al momento del voto, tornerebbe "a casa" e, comunque, una eventuale affermazioni con i loro voti, non aumenterebbe la forza della sinistra perchè sostanzialmente non intaccherebbe la maggioranza di Centro Destra.
E', infatti, ben comprensibile che gli elettori di Centro Destra non voterebbero mai per chi propone:
l'apertura dell'Italia agli immigrati concedendo loro cittadinanza e voto;
l'aumento delle tasse sui risparmi, la reitroduzione di quella sulla casa e la sottrazione di altri denari dai privati per mantenere le clientele pubbliche o far fronte alle calamità naturali;
la rinuncia al federalismo;
la conferma della sudditanza della politica alla magistratura;
l'assecondare i capricci degli omosessuali;
l'oggettiva introduzione dell'eutanasia;
la "liberalizzazione" sostanziale della manipolazione genetica.
Posizioni tutte, alcune in modo più deciso, altre più sfumato, sostenute dal Fini del dopo settembre 2003.
Posso anche capire la stanchezza di vedere la politica ancorata ai pettegolezzi sulla vita privata del Premier (che nulla, peraltro, ha a che vedere con la gestione della cosa pubblica) e la preoccupazione di altri per l'età del Cavaliere (timori peraltro fugati dalla sua stessa vita privata) che, purtroppo, ha iniziato la politica tardivamente.
Ma non posso immaginare che l'Italia sia piena di Fini disposti a rinnegare le proprie idee, il proprio passato, la propria Storia e quindi sostenere quelle idee politicamente aberranti.
Capisco, invece, uno smottamento dal Pdl alla Lega, anche per colpa di improvvide esternazioni umorali di ministri come la Brambilla, bravissima sul Turismo, molto meno, anzi decisamente perniciosa, quando parla di caccia.
Ma cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto resta sempre uguale.
Se la sinistra aveva il 40% di cui il 33 del pci/pds/ds/pd e il 7% di Di Pietro, cui si poteva aggiungere un 3% dell'estrema e un 6% dell'Udc, la sinistra avrà sempre il 40% anche se derivante dalla somma del 24% del pci/pds/ds/pd, l'8% di Di Pietro e di Fini cui si potrà aggiungere l'estrema sinistra e l'Udc con Rutelli e Lombardo, in cifra superiore al 50% utile solo se tutti uniti in un connubio decisamente ingovernabile e contro natura.
Perchè dall'altra parte a fronte di un precedente 38% del Pdl e l'8% della Lega cui si poteva aggiungere un 3% derivante dalla somma di tutte le formazioni minori di Destra, oggi abbiamo un 30% del Pdl e un 13% della Lega cui si potranno aggiungere le formazioni minori di Destra per circa il 2%.
Alla fine dei conti nel caso di tre coalizioni, quella di Centro Destra otterrebbe sempre la maggioranza relativa, il premio di maggioranza e "Berlusconi Premier".
E tutto questo perchè non interessa la vita privata del Premier, ma cosa ci si propone di realizzare.
Ed è proprio questo il punto.
Napolitano, nella sua logorrea senile, si è lasciato oggettivamente sfuggire ieri il perchè c'è una così ampia coalizione contro Berlusconi, disposta a tutto, anche ad alleanze contro natura, pur di mandarlo in pensione.
Napolitano ha detto basta ai tagli alla spesa pubblica.
Per forza.
Tagliare la spesa pubblica significa rinunciare alla più classica della politica assistenzialista, utile a conservare ed allevare le clientele, siano esse popolari o imprenditoriali, facendo pagare a tutti gli italiani ciò che interessa una minoranza di consorterie privilegiate.
Evidentemente Berlusconi, per mantenere, come ha mantenuto, la promessa di non mettere le mani nelle tasche degli italiani, ha tagliato troppo i viveri di quelle clientele che, oggi, reclamano dai loro referenti in politica un intervento per ripristinare le vecchie care abitudini di sottrarre denaro ai cittadini per distribuirlo alle consorterie di potere sotto forma di rottamazioni, lavori socialmente utili, stanziamenti a fondo perduto, agevolazioni.
Provate a guardare chi sono i principali detrattori del Premier:
- funzionari di partito che non sanno cosa significhi lavorare per guadagnarsi da vivere
- dipendenti pubblici ipergarantiti pur con bassi stipendi e bassa produttività che forniscono servizi da terzo mondo ai cittadini paganti
- enti locali indebitati generalmente del sud
- sindacati confederali che invece di sottoscrivere buoni contratti vogliono rappresentare un contraltare al governo
- grossi industriali sempre pronti a socializzare le perdite e privatizzare i guadagni
- stampa e informazione spesso tenuta in vita da contributi pubblici e pur tuttavia schierata a far propaganda contro la maggioranza che paga tali contributi
- nani e ballerine che pretendono laute remunerazioni per comparsate e film che non vede nessuno
.
Alla fine dei conti, finchè Berlusconi resisterà, i nostri risparmi saranno al sicuro.
Se Berlusconi dovesse soccombere, allora ... ognuno si salvi come può e come sa.

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