La commissione giustizia della camera ha approvato il cosiddetto “divorzio breve”.
Più che breve, direi lampo, visto che dai cinque anni di separazione della infausta legge del 1970, si è oggi ai tre anni e la commissione giustizia propone un anno.
L'approvazione è stata “bipartisan”, pronube la ministra della giustizia Severino, con l'ennesimo, indecente inciucio tra comunisti e Pdl.
E' un altro frutto avvelenato di questa stagione che vede un governo di non eletti occupare le leve del potere politico avendone espropriato, con la complicità di Napolitano che insiste nel voler mettere il bavaglio ai parlamentari, i rappresentanti della Sovranità Popolare (che peraltro nulla hanno fatto o stanno facendo per difendere le loro prerogative).
Ma è dall'approvazione del divorzio nel 1970 che è marcata la decadenza dell'Italia con il venir meno dei Valori fondanti di una Civiltà che fu grande e fu importante.
Non a caso il divorzio fu introdotto in Italia, ancora una volta, da un indecente inciucio, questa volta tra comunisti e liberali, che seguiva la rivolta studentesca del “68”, l'autunno caldo del 1969 e l'introduzione di quella idrovora di denaro pubblico e fonte di clientelismo che sono le regioni.
Dopo il divorzio, la decadenza continuò con
- l'aborto (addirittura qualificato “conquista”) ,
- i tentativi che si susseguono di elevare a dignità di legge le unioni omosessuali,
- la volontà di introdurre, più o meno surrettiziamente, dell'eutanasia,
- la propaganda per la liberalizzazione delle droghe (in tutto o in parte con la scusa delle “droghe leggere” come se non facessero male pure quelle),
- la manipolazione genetica con la scusa della “ricerca scientifica”,
- lo sconvolgimento dell'humus etnico, sociale, economico, politico dell'Italia con i tentativi di concessione della cittadinanza e persino del voto agli immigrati.
Poi qualcuno si interroga sulla perdita di competitività, di capacità imprenditoriale, di produttività.
Ma vogliamo capire che quella Italia che fu umanamente unita sotto il Fascismo e che seppe risollevarsi, dopo la sconfitta nella seconda guerra mondiale, rimboccandosi le maniche e lavorando sodo, era un'Italia che aveva una forza interiore indotta da quei Valori Tradizionali, che non appartengono ad una religione, ma all'Umanità e che sono stati erosi e smantellati nel nome di un improbabile progresso con la propaganda negativa e relativista che prese inizio e forza proprio con l'introduzione del divorzio.
Come in tutte le civiltà del passato, la decadenza è prima di tutto morale, nei costumi, nei comportamenti, negli insegnamenti, per poi provocare il crollo della civiltà intera ed è triste vedere che invece di operare per invertire la rotta, si prosegue, pervicacemente, sulla facile strada dello smantellamento continuo dei Valori Tradizionali la cui perdita favorisce l'aggravarsi di una crisi che, ormai, sembra senza ritorno, fino al momento in cui, con gravi lutti e sofferenze che ci saremmo potuti risparmiare, il ciclo della Vita ricomincerà.
Ovviamente fondandosi su quei Valori della Tradizione oggi così irrisi e violati.
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1 commento:
Ora possiamo dirlo. Il PdL con l'esclusione del "soldato Giovanardi" (il quale sta pagando di persona, date le molestie che subisce sotto casa sua con baci gay collettivi e altre vaccate) e pochi altri, è un partito di mucillagini indistinte, che sta volontariamente lavorando per la propria estinzione. E lo sta dimostrando.
Tutta la partitocrazia pagherà caro, molto caro, questa loro flebo che tiene in vita "i cyborg telecomandati" di Bruxelles.
I cyborg spariranno prima o poi (io spero prima possibile) , ma quelli che ne hanno permesso la desertificazione, rischiano di grosso.
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