Il documento di programmazione economica che il governo ha, con il rullo dei tamburi della stampa serva, diffuso, rappresenta il più classico degli inganni elettorali per sprovveduti.
Come tutti i governi, anche Gentiloni straparla su quel che rappresenta l'idilliaco mondo dell'impossibile e tace su una realtà che, per uno stato pesantemente indebitato, significa non avere soldi da spendere.
A meno che non li si sottragga alla, sempre più ridotta, disponibilità dei cittadini.
Ed è quello che farà Gentiloni per pagare la più grande clientela della sinistra: i dipendenti pubblici.
Per arrivare a far "quadrare" i conti hanno solo fatto delle manipolazioni contabili come prevedere l'aumento del PIL dell'1,1% già nel 2017 e, quindi, adattarvi i vari saldi.
Ma quella di Gentiloni è la più trita delle politiche elettorali.
Sì perchè a febbraio si vota e la stangata arriverà dopo.
Intanto subiamo la tassa sui sogni, cioè quella sui concorsi (lotto etc.) che rappresentano sempre una speranza, quella di riuscire a risolvere i propri problemi con un colpo di fortuna.
E qualcuno ci riesce.
Ma Gentiloni e Renzi sono riusciti a rovinarci anche il sogno e la prossima volta, se non riusciremo a fermarli alle elezioni, toccherà alla casa, dopo che Renzi ci ha già aumentato le tasse sui risparmi dal 20 al 26%.
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