O, quanto meno, ha le mie simpatie.
A leggere le litanie degli organismi a libro paga della Spectre che trovano difetti di democrazia ogniqualvolta il risultato elettorale non è quello che volevano, Erdogan cresce nella mia simpatia.
Probabilmente non sono il solo a pensarla così, visto che Trump, nonostante i condizionamenti (ricatti ?) che subisce, ha telefonato per complimentarsi per la sua vittoria (Obama rimase a lungo silente, senza condannare il tentativo di colpo di stato che, forse, sperava riuscisse) mentre Putin ha ribadito che gli affari interni di uno stato sono, per l'appunto, affari interni, riecheggiando quel "Let Poland Be Poland" di Reagan e della Thatcher negli anni ottanta.
Invece la osce, l'onu, l'unione sovietica europea, la Merkel e (pensate un po' !) Alfano, Hollande e Juncker, sempre con il ditino alzato ad ammonire, a pretendere, a impartire lezioni non richieste.
Prima a sminuire il 51,4% (Renzi avrebbe fatto le capriole nel letame se lo avesse ottenuto il 4 dicembre ...) poi a imbeccare le opposizioni interne alla Turchia per contestare questo e quello.
Prima vogliono il voto, poi lo contestano.
Come con la Brexit o con l'elezione di Trump.
Davanti a quei nanerottoli, Erdogan sembra un gigante.
E mi sarebbe piaciuto se Berlusconi nel novembre 2011 avesse reagito con la stessa reazione di carattere di cui Erdogan ha dato prova dopo il tentato colpo di stato di luglio 2016.
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