Uno dei provvedimenti che Gentiloni si appunta all'occhiello è il cosiddetto "reddito di inclusione.
Si tratta di denaro proveniente dalle tasse degli Italiani (perchè non viene prelevato dai conti di Gentiloni o di Renzi !) e destinato a fornire una sussistenza a chi vive al di sotto del livello di povertà.
Si parla di 1,5-2 milioni di soggetti.
Come al solito vengono messi in luce gli aspetti (più assistenzialisti che solidaristici) e viene taciuto che si tratta di un altro fardello caricato sulle tasche degli Italiani senza una adeguata copertura.
Quello che non ho ancora capito e che non viene detto a chiare lettere è se questo reddito di inclusione riguarda solo gli Italiani per nazionalità, anche quelli per cittadinanza o, addirittura, gli immigrati che neppure hanno (per fortuna) la nostra cittadinanza.
Nel primo caso la scelta sarebbe comunque sbagliata, ma solo sotto un profilo economico, perchè non è con l'assistenzialismo che si risolverebbe il problema della povertà, bensì aiutando ad espandersi una economia che, per poterlo fare, deve essere più libera con
meno tasse,
meno burocrazia,
meno regole e
meno, anzi impedendo ogni invasione di campo nei magistrati nell'economia e nella politica.
In tal modo si libererebbero energie che riuscirebbero a dare impulso, grazie anche alla fantasia italiana, alla nostra crescita economica.
Ma ci può stare che, almeno in una fase iniziale, si aiutino con i soldi pubblici quelli che sono al di sotto del livello di povertà, perchè bisogna pensare agli Italiani veri.
Sbagliata anche sotto il profilo politico e sociale la scelta se si indirizzasse anche agli immigrati.
Sarebbe come incentivarli ad arrivare in Italia, loro Bengodi, dove quei coglioni di Italiani pagano le tasse per mantenerli.
Allora il reddito di inclusione diventerebbe una nuova arma nele mani della Spectre per eliminare dal gioco noi Italiani e sostituirci con soggetti maggiormente disponibili e manovrabili.
Allora dico no.
Buona Pasqua.
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