Il taglio delle tasse annunciato da Trump è persino più epocale di quello di Reagan.
Ovviamente non so se gli consentiranno di realizzarlo, così come gli hanno buttato tra i piedi i magistrati per impedirgli una seria politica antimmigrazionista, la CIA per impedirgli di proseguire negli accordi con Putin e i parlamentari del suo stesso partito per ribaltare la sanità di Obama, immagino che cercheranno qualcosa per bloccargli il programma sulle tasse.
Ma il sasso è comunque lanciato.
Il Presidente degli Stati Uniti avverte l'esigenza di ridurre al 15% le tasse sulle imprese e al 35% quelle sulle persone fisiche.
I soliti spendaccioni (di soldi altrui), gli assistiti in s.p.e., coloro che vivono di rottamazioni e contributi statali, hanno già iniziato ad elevare alti lai, impossessandosi del mantra liberale del debito pubblico.
Al quale loro sono indifferenti ma solo se aumenta perchè aumentano i loro privilegi pagati dagli altri cittadini.
Invece il benefico effetto di un taglio draconiano delle tasse è non solo perchè restituisce al singolo la disponibilità sul suo denaro prima sottrattogli dallo stato, ma anche perchè obbligherebbe quello stato a tagliare i finanziamenti e le monumentali spese pubbliche per limitarsi allo stretto necessario per il funzionamento di uno stato snello e per nulla invasivo nei confronti dei cittadini.
Anche in Italia funzionerebbe così.
Una riduzione delle tasse, per tutti, al 15% e un contemporaneo taglio a tutti gli sprechi.
Da Alitalia alla Rai, dai film per pochi intimi finanziati dallo stato, ai contributi per giornali e industrie decotte tenute in piedi dai nostri soldi.
Una spinta autenticamente liberale per ripristinare la supremazia dell'Individuo sullo stato.
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