Il 4 novembre rimane per me legato alle visite nelle caserme, quando mi appassionavo alle armi belle, lucide e in mostra e salivo sui carri armati senza immaginare che il servizio militare lo avrei proprio svolto in Cavalleria, su un carro armato, sparando autentici cartocci (proiettili) di ogni tipo.
Il 4 novembre era una bella, bellissima Festa per bambini, ragazzi e padri e anche se grondava retorica, era una bella retorica quella che ricordava l'unica guerra (assieme a quella d'Etiopia) dove le Armi Italiani ottennero in proprio una Vittoria autentica, fatta di "sangue, sudore e lacrime" senza prostituirsi al seguito di Armate straniere.
Poi la sinistra impose una retorica peggiore, divisiva, devastante, perversa, dove tutto ciò che era caratterizzato dall'Amor di Patria doveva essere cancellato e cominciarono con il trasformare il 4 novembre in una celebrazione mobile, senza anima (ma ve la vedete la Pinotti che con aria marziale - ?!?!? - deposita una corona al Sacrario del Milite Ignoto ?) prodromica della deriva morale che viviamo di questi tempi con il matrimonio degli omosessuali e lo ius soli incombente.
Ma proprio la deriva odierna ci impone di ricordare il 4 novembre, quel 4 novembre della mia infanzia e adolescenza, per recuperare quei Valori di Nazione e Popolo che sono necessariamente contrapposti ai disvalori dell'internazionalismo, dell' unione sovietica europea, dell'immigrazione.
Oggi più che mai abbiamo il dovere di ricordare i momenti più importanti della nostra Patria, per tramandare ai nostri figli, ai nostri nipoti un sano Nazionalismo che, tornando a crescere, potrà sconfiggere i cavalieri dell'apocalisse che sono coloro che vogliono, con la sostituzione etnica del nostro Popolo, con la resa e la sudditanza ad un governo straniero emanazione delle consorterie finanziarie e affaristiche internazionali, sopprimere la nostra Identità, la nostra Sovranità, la nostra Indipendenza, la nostra Libertà.
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