Leggere i quotidiani e ascoltare i giornali radiotelevisivi ci consente di capire dove vorrebbero spingere l'Italia le consorterie affaristico finanziarie, la Spectre mondiale che ha nell'unione sovietica europea, nell'FMI, nella Banca Mondiale i propri kapò.
Preso atto della incapacità degli uomini da loro investiti del ruolo di vicere italiani (da Monti a Prodi a Renzi) di imbrogliare il Popolo fregandolo con il suo consenso elettorale, si sono adattati al piano "B" che, casualmente, significa anche "Berlusconi".
Lo stanno riabilitando come statista e come imprenditore, probabilmente faranno in modo di restituirgli qualcosina di quello che ha perso con la politica, sempre però facendogli vedere il bastone di qualche inchiesta, per portarlo ad una alleanza contro natura con i cattocomunisti di osservanza renziana.
Persino Andrea Cangini, direttore de Il Resto del Carlino, i cui editoriali si contraddistinguono quasi sempre per essere contro corrente, nel suo commento al dopo elezioni siciliane ha concluso, amaramente, con "«Dagli al populista» è diventato il grido di battaglia di Renzi così come di Berlusconi: un gioco di specchi, un modo per non confliggere, ben sapendo di essere destinati a governare assieme.".
Danno per scontato quel che scontato non è affatto, cioè che il pci/pds/ds/pd e Forza Italia, assieme, possano raggiungere la maggioranza dei seggi, magari con qualche aiutino dei soliti voltagabbana.
Ebbene Salvini e la Meloni devono ergersi a garanti contro ogni ipotesi di inciucio.
Devono formare le liste, per quel che compete loro, con uomini e donne affidabili, che non si prestino a puntellare un'alleanza contro natura con Renzi.
L'impegno della Meloni e di Salvini deve essere inequivocabile, contro ogni cedimento, anche contro le sirene che sicuramente cominceranno a cantare e ad incantare come già in passato verso individui che si sono dimostrati deboli, inaffidabili e ... senza quid.
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