Sulla tragedia di Genova ha già scritto tutto Marcello Veneziani ne Il Tempo del 17 agosto.
Noi da quella tragedia dobbiamo trarre la forza per reagire.
Non dobbiamo chiuderci nel dolore, ascoltando le frasi trite e ritrite, dei demagoghi del lutto e degli anniversari luttuosi.
Non dobbiamo lasciarci demoralizzare nè da lugubri personaggi come Martina, nè dalle urla arroganti di Renzi.
Per questo, contrariamente alla maggioranza delle dichiarazioni, sono d'accordo con la scelta della Lega di fermare solo le partite delle genovesi e far iniziare il Campionato.
Le vittime si onorano punendo tutti i colpevoli (e saranno tanti, ognuno per la sua parte, anche se i principali sono quelli che più hanno guadagnato da tutto ciò) senza attendere i tempi biblici delle sabbie mobili giudiziarie.
E chi sopravvive deve trovare la forza per reagire alle avversità che non sono figlie del Fato, ma conseguenze dell'aver affidato le sorti dell'Italia ad una decina di famiglie che, con i loro mass media, i loro soldi, i loro sodalismi, hanno pesantemente influenzato le scelte politiche ed economiche della Nazione, spingendoci in un ruolo di sudditanza in Europa.
Si reagisca e si spenda tutto quello che si deve spendere per affrancarci dall'Europa, dalle consorterie affaristico finanziarie nazionali ed internazionali.
Probabilmente la TAV è cosa buona e giusta, ma ancora di più è cosa buona e giusta mettere in sicurezza, fare adeguata manutenzione o abbattere e ricostruire le infrastrutture esistenti che praticamente sono vicino alle case di tutti noi.
Certo che i potenti di oggi e di ieri che percepiscono il rischio di vedersi sfilare la cornucopia Italia faranno resistenza, lanciando contro Salvini e Di Maio tutta la forza dei loro mass media.
E spetterà a noi continuare a sostenere la linea di questo governo anche se alcune scelte non potranno piacerci, perchè quel che conta è tagliare i lacci e lacciuoli che rendono il governo della nostra Nazione suddito dei potentati economici circoscritti in poche famiglie che fanno da tappo ai veri imprenditori senza santi in paradiso.
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