Stanno arrivando al pettine i nodi irrisolti del contratto di governo.
Se è facile, totalmente comprensibile e condivisibile su certi temi concederne uno alla Lega e uno ai Cinque Stelle (immigrazione in cambio del "decreto dignità", flat tax in cambio del reddito di cittadinanza) quando si passa ad argomenti sui quali c'era stato un demando a passaggi successivi, la situazione diventa problematica.
E la stampa, serva, di regime inzuppa il biscotto, alimentando l'incendio, spesso creandolo appositamente, per tirare la volata al nuovo inciucio, compromesso storico tra pci/pds/ds/pd e forza Italia.
A mio parere la formulazione del contratto è perfetta: valutare pro e contro, costi e ricavi e quindi decidere.
Quanto costa la tav, quanto la tap ?
Quanto ci costerebbe rinunciarvi ?
E' proprio necessaria quella opera ?
Ha ragione Salvini quando dice che preferisce "sempre" costruire qualcosa, ma a che prezzo ?
Se i costi delle opere sono ingenti, siamo proprio sicuri che dietro non ci sia una manina arraffatutto ?
Per me vale la pena fare una riflessione accurata, ponderare i costi e i vantaggi effettivi, non quelli elettorali o ideologici e quindi decidere.
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