Il movimento grillino ha dimostrato la sua totale incapacità a rappresentare le istanze per cui è stato votato, cedendo su tutto e facendo esattamente il contrario di quel che aveva solennemente affermato di voler fare.
In ultimo i grillini si sono dimostrati così "diversi" dagli altri partiti da litigare per la presidenza delle commissioni parlamentari, bocciare i propri stessi candidati con i franchi tiratori di democristiana memoria e infine cambiare dieci commissari su dieci alla commissione bilancio della camera per avere dei meri esecutori (presumibilmente del tutto a digiuno in materia finanziaria) che votassero senza discutere Marattin, il candidato di quel Renzi con cui sono al governo e con il quale avevano solennemente giurato di non accordarsi mai.
Ai grillini rimane solo la inutile facciata della riduzione dei parlamentari, riforma costituzionale per la quale si voterà il 20 e 21 settembre.
Io voterò NO.
No alla riduzione, non tanto perché mi piaccia avere mille parlamentari, ma perché, come già fu contro Renzi, vorrebbe dire togliere il dito dal buco della diga e far crollare l'intera impalcatura grillina e cattocomunista di governo.
Con Renzi fu molto più facile perché le opposizioni fecero apertamente campagna per il no.
Oggi, invece, per non apparire legati alle poltrone nessun personaggio con proiezione nazionale oserà invitare al No.
Ma la battaglia deve essere ugualmente combattuta.
Proviamoci.
Ogni NO sarà uno sberlone in faccia a Grillo, perché privarci di tale piacere?
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