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08 agosto 2020

Conte continua a fare debito improduttivo

Il marchio di Conte e dei cattocomunisti sulla crisi economica, che segue la illegittima privazione della Libertà imposta con la scusa del virus cinese, è evidente.
E' il marchio di un privilegiato che è circondato da persone che probabilmente hanno passato la vita a consumare, ad essere assistite, a prosciugare le ricchezze prodotte da altri.
Non si spiegherebbe altrimenti l'allegria spendacciona di chi annuncia miliardi di spesa a debito con bonus anti Italiani (come quello per l'acquisto di monopattini cinesi), imponga ad aziende orma alla canna del gas di non licenziare, bloccando in uno sia il ricambio nel mondo produttivo che lo stimolo nella ricerca di nuovi sbocchi occupazionali, usi il denaro pubblico per pagare la cassa integrazione, prorogandola all'infinito e si metta ad assumere decine di migliaia di insegnanti che resteranno per sempre in carico a tutti noi.
Quelli pensano che con i 209 miliardi promessi dall'unione sovietica europea si paghi tutto.
Non è così.
Intanto ai 209 miliardi vanno tolti quelli che dobbiamo comunque pagare per i nostri contributi e coprire gli sconti maggiori ottenuti dai paesi "frugali".
Quello che resta è debito da restituire, ci verrà erogato a rate e non sarà ripetibile.
Gli insegnanti assunti dalla Azzolina, invece, resteranno da pagare per i prossimi 40 anni.
La politica di Conte e dei cattocomunisti è manifestamente assistenzialista, senza progetti, senza futuro e rappresenta solo un depauperamento delle classi produttive alle quali sarà ulteriormente tolto reddito, tassate le proprietà e rapinati i risparmi.
E' la classica politica che porta alla povertà generalizzata.
Forse è per questo che vogliono sostituirci con clandestini che arrivano da paesi in povertà cronica e che, quindi, sono abituati a fare senza, accontentandosi di quello che viene elargito, purchè non si debba lavorare.

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