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19 marzo 2025

Meno male che Giorgia c'è



Uno dei privilegi (che compensano i tanti handicap dell'età) dell'essere pensionati è che si possono "spendere" tre ore per ascoltare per intero gli interventi che poi faranno le notizie filtrate dai presunti "professionisti dell'informazione".

Così ieri ho ascoltato sia la relazione di Draghi che le comunicazioni e replica della Meloni.

E oggi trovo sui giornali ben poco di quello che credevo di aver ascoltato.

E' la prova provata che spesso basiamo le nostre opinioni su un sentito dire che è solo la sintesi di quello che il commentatore di turno ha recepito o, peggio ancora, di quel che il propagandista con la penna rossa intende diffondere per creare una percezione della realtà funzionale alla propria ideologia.

La lunga e noiosa relazione di Draghi mi è apparsa come il discorso di un vecchio parruccone, quasi una liturgia dovuta e non sentita, ma, soprattutto, il contenuto sarebbe stato valutabile se fosse pervenuto da qualcuno che, dopo essere stato su Marte negli ultimi quaranta anni, fosse sceso sulla Terra per fornire le sue ricette.

Invece il lungo elenco di considerazioni che Draghi ha infilato nel suo intervento, proviene da un tizio che negli ultimi quaranta anni è stato sottosegretario al Tesoro, Governatore della Banca d'Italia, Presidente della BCE e Presidente del Consiglio dell'Italia.

Forse un mea culpa, un atteggiamento contrito con il quale chiedere scusa (ad esempio ai Greci, ad esempio a quanti, sotto il suo governo, sono stati sospesi senza stipendio dal lavoro) lo avrebbe reso più credibile e spendibile.

E oggi leggo sui quotidiani (non tutti per fortuna)  la santificazione di Draghi, con gente come Calenda che lo vorrebbe Dittatore dello stato libero di Bananas che è questa unione europea.

Dopo Draghi ho piacevolmente ascoltato la Meloni, poco più di un'ora tra comunicazioni e risposte (queste ultime molto più nelle sue corde).

Una boccata di aria pura dopo le due ore di Draghi.

Prendendo a prestito una canzoncina del 2008 e parafrasandola: meno male che Giorgia c'è.

A me è sembrato di ascoltare la voce del buon senso.

Ovviamente se avessi la possibilità di decidere in modo assoluto, avrei preferito ascoltare parole di gran lunga più dure contro le sinistre, non avrei rinnovato l'appoggio a Zelensky e non avrei citato Bergoglio e Mattarella che non rappresentano per me due modelli da seguire.

Però io non sono il presidente del consiglio di un governo di coalizione, in un'Italia divisa a metà, condizionata dalla diplomazia e dalla politica che è l'arte del possibile e quindi obbligata anche a smussare e ad andare oltre certe questioni per passare poi all'incasso su altre.

Ma, ugualmente, non ho trovato quel che ha detto la Meloni, ma solo delle costruzioni che prendevano spunto su una frase, in genere su quelle più polemiche, per poter poi costruirci una narrazione funzionale ai propri fini.

La Meloni ha articolato il suo intervento su vari temi, a cominciare da quelli economici, passando all'invasione dei clandestini (che purtroppo chiama anche lei "migranti") per poi finire all'Ucraina e alle spese per la difesa.

Ascoltando la Meloni, il buon senso che, assieme all'Interesse Nazionale, la guida (ad esempio nel ribadire che nessun militare Italiano andrà a morire in Ucraina !) non si può che apprezzarne l'equilibrio che tiene l'Italia lontana da una pericolosa avventura la cui partecipazione porterebbe solo danni e nessun utile.

Ma questo non emerge dai resoconti interessati dei presunti "professionisti dell'informazione".

Resta il fatto che, finalmente, abbiamo un Governo che non si limita a "stare dietro", come vorrebbe Prodi, a Germania e Francia.

E se ci fosse solo questo (ma c'è molto di più) avremmo già fatto un grande passo in avanti rispetto al passato, anche se i "professionisti dell'informazione" raccontano altro.


 

1 commento:

Nessie ha detto...

Io non sono come te un'esegeta della Meloni, ma devo dire che oggi alla Camera mi è piaciuta molto e sono d'accordo con lei sulla sua critica al Manifesto di Ventotene, che altro non è che un manifesto di sovietismo basato sulla cessione di sovranità degli stati e sulla possibilità di esproprio delle abitazioni. Il Corriere ne ha riportato il testo. La Ue basata su questa malsana utopia, purtroppo si sta realizzando.

https://www.corriere.it/politica/25_marzo_19/il-manifesto-di-ventotene-il-testo-integrale-di-per-un-europa-libera-e-unita-dc1914b4-8b8e-4ef9-b11f-fcff67df9xlk.shtml

Più Europa significa più annullamento e dissoluzione degli stati nazionali.