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No alla deriva

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12 maggio 2025

Convinta astensione ai referendum

Il primo referendum abrogativo fu nel 1974, dopo quattro anni di difficile parto della relativa legge, con il quale si proponeva di abolire la legge sul divorzio.

Grande partecipazione e vinsero i divorzisti 60 a 40.

In seguito, soprattutto per colpa dei radicali, lo strumento di democrazia diretta fu svilito, abusato, reso un'arma di disturbo per chi non aveva altro scopo che creare scandalo per farsi pubblicità.

Pessima la concessione, complice la corte costituzionale, di poter mettere ad abrogazione solo parti delle leggi per poter ribaltare la volontà del legislatore.

In alcune occasioni sono stati sottoposti al voto una decina di quesiti.

Giusto e ovvio che gli Elettori abbiano mandato a spendere gli organizzatori e i quesiti referendari.

C'è però una legge che lo regola e, a differenza del referendum confermativo delle modifiche costituzionali, è previsto un quorum di partecipanti al voto, la metà degli aventi diritto più uno, perchè il referendum abbia validità.

E' quindi esplicitamente previsto che il Popolo decida di non andare a votare, esprimendosi così sulla natura del referendum e bocciandone la richiesta.

Ed è altrettanto ovvio che questa è una carta in più a favore di chi si oppone alla abolizione della legge (o parte di essa) sottoposta a referendum.

A differenza delle politiche e delle amministrative, io posso quindi manifestare la mia volontà non andando alle urne e incidendo sul risultato.

Alle politiche e alle amministrative, se non vado alle urne decidono per me quelli che ci vanno, nel referendum il mio non voto è importante per costruire una maggioranza.

Quindi non votare non solo è legittimo, ma è una valida opzione da considerare da parte di chi non condivide il quesito referendario.

Poi sarebbe da fare il discorso su una nuova legge.

Aumentare le firme per richiedere il referendum, limitare gli argomenti che possano essere sottoposti a referendum, contemplare l'abolizione di tutta una legge e non solo di parti di essa, chiedere una cauzione agli organizzatori che lo stato incasserebbe in caso di partecipazione inferiore ad una data percentuale (magari quel 50% più uno di adesso) ma abolire il quorum per la validità della consultazione.

Se ne è parlato tanto in passato, ma non se ne è fatto mai nulla, perchè ?

Perchè anche quelli che oggi si stracciano le vesti contro chi invita all'astensione, in passato hanno avuto il loro interesse alla attuale formulazione della legge che, pertanto, è immutata da cinquanta anni.

Quindi asteniamoci in massa e bocciamo l'abuso di uno strumento nato bene e cresciuto male.

3 commenti:

Nessie ha detto...

C'è dell'altro. Quando la sinistra per mano di Matteo Renzi fece la legge sul Jobs Act, la Trimurti sindacale con l'avallo principale della CGIL, stette a guardare e fece uno scioperetto breve di poche ore. Lo stesso dicasi sulla legge Fornero (quella degli esodati che non percepirono né paga né pensione). Ora il sig. Landini vuole l'abrogazione di quella che a suo tempo venne da essi stessi accettata? Soldi buttati e referendum in funzione di spallata anti-meloniana. Mi sembra chiaro.

Massimo ha detto...

I 4 referendum sul lavoro sono la foglia di fico per trainare quello sulla cittadinanza agli immigrati. Più che una spallata alla Meloni è un sabotaggio contro l'Italia e gli Italiani. Soprattutto ai lavoratori che, con la concorrenza degli immigrati che si accontentano di molto meno, dovranno adeguarsi a salari più bassi e norme meno tutelanti, pena la perdita del posto di lavoro per essere sostituiti dalle "risorse" di Landini e della Boldrini.

Nessie ha detto...

I compagnucci è da tempo immemorabile, che tramano contro l'Italia. E pure contro governi legittimamente eletti (prima Berlusconi, ora Meloni). Vero che gli altri referendum, sono la "foglia di fico" che serve a rimorchiare la loro fissa per la cittadinanza breve delle risorse. Ma anche questo, fa parte della loro malvagità anti-italiana.