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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

10 settembre 2023

Così si incentiva a guardare da un'altra parte

Credo che tutti abbiano letto di quell'immigrato clandestino (senza documenti) punito (pestato) da alcuni cittadini di un quartiere di Roma per aver tentato di scippare una vecchietta indifesa.

Quel clandestino è stato catturato e portato davanti ad un giudice che lo ha subito rilasciato, intimandogli di non mettere più piede a Roma.

Il clandestino ha ringraziato e, probabilmente avvicinato e istigato da qualche avvocato di sinistra, ha dichiarato che avrebbe denunciato gli "aggressori", mentre la Polizia, che evidentemente non aveva nulla di meglio da fare, si è attivata per identificare i cittadini che hanno difeso la anziana vittima.

Quando il Generale Vannacci titola il suo saggio "Il mondo al contrario", dimostra di conoscere perfettamente come quesa Italia sia pervasa da una esiziale corrente deviante che vorrebbe perseguitare chi difende le vittime e lascia andare indisturbati i carnefici.

Non è certo la maggioranza degli Italiani che, sono convinto, applaudono al senso civico di quei cittadini che hanno preso le difese della vecchietta e hanno punito l'aggressore nella consapevolezza che non sarebbe mai stato punito dalla magistratura.

E' però una rumorosa minoranza che viene agevolata nel diffondere le sue mefitiche opinioni da una stampa allineata a sinistra, che magari addita al pubblico ludibrio i cittadini che non sono intervenuti nonostante le grida di una ragazza aggredita, ma ugualmente puntano l'indice accusatore contro chi interviene a difendere una vecchietta da un tentativo di scippo.

Ma se chi interviene, come chi difende la sua famiglia e la sua proprietà sparando ai rapinatori, diventa oggetto di processo giudiziario più degli scippatori e dei rapinatori che, tra l'altro, trovano avvocati compiacenti per pretendere pure un risarcimento perchè il loro atto delinquenzale non è riuscito, perchè dovremmo preoccuparci se qualcuno viene aggredito per strada davanti ai nostri occhi ?

Non è meglio guardare da un'altra parte e proseguire per la nostra strada, sperando di non diventare la vittima successiva ?

09 settembre 2023

I cattocomunisti sono sempre a caccia dei nostri soldi

Non passa giorno che Bonaccini non ci ammorbi con le sue lamentele e non chieda soldi, soldi, soldi.

Sulle questioni di ordine pubblico, dagli omicidi (ma fanno notizia solo quelli delle donne) alla delinquenza giovanile, alle periferie che si stanno trasformando in banlieu, la cosiddetta repressione viene condannata, perchè devono essere costruiti impianti sportivi, scuole, aumentati gli insegnanti e, bontà loro anche i poliziotti, come se tutto quel personale si trovasse sul pero del giardino di casa e non andasse istruito e preparato (oltre che pagato adeguatamente).

I cattocomunisti hanno scoperto anche che la sanità pubblica, da loro taglieggiata per undici anni, soffre e, invece di proporre una graduale privatizzazione, vogliono più sanità pubblica, più medici, più infermieri, ovviamente pegati di più e più strutture: tutto quello che non hanno fatto, anzi hanno disfatto in undici anni.

Se il fisco non riesce a scovare i fantomatici cento miliardi (sempre quelli almeno da venti anni !!!) di evasione fiscale, ecco che chiedono più agenti del fisco.

Se accadono incidenti sul lavoro, chiedono più ispettori del lavoro.

Quando feci le scuole elementari avevamo un solo maestro per una trentina di bambini, adesso ce ne sono almeno due per una ventina di bambini, ma per i cattocomunisti non bastano e, se anche la popolazione scolastica è destinata a diminuire per il calo delle nascite,chiedono più insegnanti (ovviamente pagati di più) praticamente uno per ogni alunno (visto che poi, con il calo demografico, non si potranno licenziare) quasi un precettore pubblico.

E per ogni questione lo stato deve fare, realizzare e soprattutto pagare.

Peccato che in undici anni di potere continuato i cattocomunisti non abbiano fatto nulla.

Ma, soprattutto, peccato che a pagare, con le tasse, non è un ente astratto chiamato stato, ma siamo noi.

E allora vediamo quanto sia sbagliata la prospettiva di chi chiede più stato, perchè più stato significa più spesa pubblica, più debito pubblico e più tasse.

La risposta giusta, invece, è meno stato, meno invasivo, meno tasse e più disponibilità economica lasciata ai singoli individui per scegliere quello che è meglio per ciascuno di noi che non è, mai, uguale per tutti.

08 settembre 2023

Sfiduciato Gentiloni

Ai soliti latrati dei cattocomunisti che, questa volta, chiedevano conto alla Meloni di prendere posizione sulla dichiarazione di Salvini secondo il quale Gentiloni, commissario europeo per l'Italia, non indossa la maglia Tricolore, il Presidente del Consiglio ha risposto perfettamente, auspicando che il commissario italiano abbia un occhio di riguardo per l'Italia.

E non si parla di un commissario qualunque, bensì del commissario all'economia, cioè di colui che deve istruire tutti i dossier economici e le valutazioni sui bilanci di stato.

Per me è una sfiducia dichiarata a Gentiloni, come è naturale che sia visto che costui fu nominato nel 2019 da un connubio tra grillini e cattocomunisti che erano appena entrati in maggioranza e andava a sostituire una certa Mogherini assurta a improvvisa (e immeritata) notorietà grazie a Renzi.

La Mogherini, Gentiloni, tutti un po' come Mattarella, chiamati a ricoprire un ruolo che dovrebbe essere di garanzia per tutti gli Italiani e trasformatisi nel dodicesimo giocatore della squadra avversaria.

Purtroppo anche certe scelte dei governi di Centro Destra non sono state azzeccate, basti pensare a Monti e alla Bonino scelti dal Governo di Centro Destra allora guidato da Berlusconi.

Il problema è che quando uno viene nominato a simili incarichi, perde la testa e crede di essere in quel posto per meriti propri, una autentica ubris che colpisce un po' tutti.

Almeno in Italia, perchè i commissari delle altre nazioni eseguono, quasi alla lettera, le direttive del proprio governo, anche senza arrivare alla totale identificazione del governo francese con il suo commissario.

Purtroppo Gentiloni, da perfetto cattocomunista, ignorerà la sfiducia manifesta del Governo Italiano e continuerà ancora per un anno a "rappresentare" ... chi ?

Certo non l'Italia, come vedremo dai tanti paletti che saranno posti alla futura legge di bilancio.

Altrettanto credo si possa dire di chiunque dovrebbe rappresentare negli organismi comunitari l'Italia, magistrati, banchieri centrali, funzionari.

La buona notizia è che a giugno del 2024 si eleggerà il nuovo parlamento europeo e, a seguire, la nuova commissione con un commissario designato da questo Governo di Centro Destra.

Mi auguro che la Meloni, Salvini e Tajani non siano preda della fregola del consenso e dell'applauso della sinistra, andando a nominare un accademico "di chiara fama" (?), o un editorialista da giornaloni allineati al regime, ma un onesto spalatore di merda che garantisca al 100%, per la sua storia personale e politica, la Lealtà al Governo Meloni e dia quindi la certezza di voler giocare, indossando orgogliosamente la maglietta Tricolore e non quella blu con le stelline gialle. 

 

07 settembre 2023

Chi non risica, non rosica

Da bambino oltre alla tradizionale raccolta delle figurine Panini dei calciatori, ho fatto anche altre raccolte di geografia, storia e una di proverbi e modi di dire.

Sono sempre stato affascinato dai proverbi, credo che la saggezza popolare abbia una risposta su tutto e per tutti, perchè tutto è "già stato visto".

Un proverbio che mi è rimasto impresso anche perchè accompagnato da un disegno eloquente, è: la prudenza è la paura che cammina in punta di piedi.

E ricordo che si vedeva una donna, con le scarpe in una mano, che camminava in punta di piedi, aggirando qualcosa, che non ricordo cosa fosse.

E' l'immagine che ho percepito dalla lettura dei quotidiani di oggi e dalle notizie dei giornali radio che ho ascoltato questa mattina in relazione alla riunione di maggioranza di ieri, sulla manovra economica.

Manovra prudente, nessuna fuga in avanti, visione di legislatura e non per il consenso immediato (e questo è giustissimo, basti pensare allo sfacelo del superbonus e del reddito di cittadinanza di Conte !) con un convitato di pietra: la commissione europea dove il commissario all'economia sarebbe un italiano che, però, come ha giustamente denunciato Salvini, si sente ed opera da "europeo" e non da Italiano.

In undici anni (dal novembre 2011 quando la Merkel e Sarkozy con le quinte colonne italiane ribaltarono il governo Berlusconi, al 2022, con Draghi che lasciò Palazzo Chigi alla Meloni solo a fine ottobre) il debito pubblico è aumentato di mille miliardi, il rapporto tra il debito ed il PIL è passato da meno del 3% a più del 4,5%,con una impennata sotto Conte (quello giallorosso) e Draghi.

Se un grande stato come l'Italia aumentasse ancora il suo debito pubblico in termini assoluti un una o due centinaia di miliardi (sui già esistenti 2800 !) e anche in percentuale, cosa potrebbe accadere ?

Nulla, come nulla è accaduto a stati più indebitati del nostro come Stati Uniti e Giappone e questo perchè quel debito pubblico è stato formato liberando energie private che a loro volta hanno consentito una impennata di produzione e di PIL.

E l'unico modo per liberare quelle energie è riportare soldi nelle tasche degli Italiani anche se ciò dovesse comportare un iniziale picco di aumento del debito pubblico, che sarebbe compensato da una forte ripresa della domanda interna e della creatività italiana con benefici effetti sul PIL.

Ma l'aumento del debito pubblico, per avere efficacia, deve essere immediato e sostanzioso, non centellinato prudentemente nel tempo, perchè provvedimenti leggeri, non daranno mai quella scossa necessaria a svegliare la Nazione.

Sarebbe meglio, ovviamente, non essersi mai indebitati, perchè i debiti, TUTTI i debiti, vanno pagati e qualcuno deve pagarli, ma dal momento che lo siamo e lo siamo tanto, tanto vale gettare il cuore oltre l'ostacolo (altro modo di dire popolare) e puntare a dare una vera svolta alla nostra economia.

E non importa se Gentiloni, la Von der Leyen e altri storceranno il naso, non è tempo di manovre prudenti, ma di coraggio e voglia di rischiare.

Come recita infatti l'altro proverbio che dà il titolo a questo commento, se non si ha il coraggio di rischiare, non si otterrà mai nulla.

06 settembre 2023

Abolire le detrazioni per ridurre le tasse

Sembra un paradosso, ma non lo è.

Chi non delega la compilazione delle dichiarazione dei redditi, si rende conto della giungla di detrazioni che, anno dopo anno, governo dopo governo, trovano spazio nel manuale di istruzioni, riempiendo pagine di casistiche a loro volta suddivise in ulteriori sottocasistiche, ognuna delle quali ha una sua percentuale di detrazione.

Una selva di ipotesi, di spese detraibili, altre deducibili, documenti da presentare, dichiarazioni da riportare, segnalazioni da dimostrare che siano state effettuate.

Percentuali che variano dal 30 al 110 per cento e variano anche all'interno della stessa fattispecie, in base all'anno in cui sono state effettute le spese.

Lavori che, se vengono effettuati da un condominio, vengono puntualmente recepiti dal precompilato, ma se riguardano la sfera del privato, del singolo proprietario, allora vengono semplicemente segnalati "guarda che ci risultano bonifici per ristrutturazione ..." e che quindi bisogna inserire, modificando il precompilato e mettendo il collo sul ceppo dei controlli (anche se è il fisco stesso che ci dice di aver ricevuto un bonifico come previsto dalla legge sulle detrazioni).

Adesso, con il Governo di Centro Destra, comincia ad emergere la verità su tutte queste detrazioni che, lungi dall'essere un beneficio, se non parziale e solo limitatamente a chi può usufuirne (e occorre anche avere capienza, cioè pagare nell'anno imposte almeno pari alla detrazione che si richiede) diventa una zavorra per ogni possibile intervento dello stato, ad esempio per aumentare la spesa sanitaria o di sicurezza nelle emergenze.

Perchè, come stiamo osservando oggi, il solo 110% inchioda il bilancio dello stato ad un obbligo di pagamento di oltre 80 miliardi (sembra che per la manovra 2024 si debbano trovare 40 miliardi, ognuno può far di conto sulla geniale trovata di Conte).

Capisco e condivido quindi le ipotesi di metterci le mani e, a mio avviso, il sistema migliore sarebbe quello di abolire, tout court, ogni ipotesi di detrazione e deduzione, salvaguardando il pregresso, cioè la decorrenza dell'abolizione delle detrazioni deve essere per i lavori successivi alla approvazione del provvedimento di abolizione, in modo da poter dirottare, ogni anno in misura maggiore, man mano che andranno ad esaurimento le detrazioni già riconosciute o richieste in base alle normative vigenti, le somme loro riservate, ad un gigantesco piano di riduzione delle tasse, così che ognuno di noi possa spendere, in base a quello che ha ed a quello di cui ha necessità, attingendo da un raddito significativamente più alto grazie alla riduzione delle imposte.

Verrebbe anche notevolmente semplificata la dichiarazione dei redditi con un beneficio indubbio nella chiarezza della stessa e nelle opportunità di accertamenti.


05 settembre 2023

Sbarramenti e rappresentatività

Nel giugno del prossimo anno si svolgeranno le elezioni per il parlamento europeo, un organismo sovranazionale che da sempre è considerato il cimitero degli elefanti e dei trombati nella politica nazionale, ma che negli ultimi anni si è ritagliato un piccolo strapuntino di potere dovendo votare pro o contro il presidente e la composizione della commissione europea.

Se ricordo bene le prime elezioni dirette del parlamento europeo furono nel 1979, una settimana dopo le elezioni politiche nazionali.

Il voto alle europee è un voto "in libera uscita" dove gli elettori danno, sempre più, negli anni, un voto più ideale, per il "partito del cuore" e non un "voto utile" per il partito che meglio avrebbe potuto sostenere una certa idea dell'Italia.

Così, in ultimo, abbiamo visto che nel 2018 la Lega prese il 18% alle politiche e l'anno successivo, dopo un anno al governo con i grillini, ma sotto l'egida del respingimento dei clandestini voluto da Salvini Ministro degli Interni, raggiunse il 34%, per poi crollare a meno del 9% alle politiche del 2022 a causa di due gravissimi errori, l'adesione al governo Draghi con i cattocomunisti e la rielezione di Mattarella, fornendo il carburante per l'ascesa della Meloni e di Fratelli d'Italia.

Resta il fatto che il parlamento europeo non decide, perchè anche le proposte che vota a maggioranza, per essere recepite, devono passare dalla commissione e poi dal consiglio, cioè dalla plenaria di tutti i capi di stato e di governo che, per molte materie, hanno diritto di veto.

Allora il parlamento europeo resta un cimitero di elefanti e di trombati, a meno che non lo si voglia utilizzare per un polso sulla realtà nazionale e per dare un diritto di tribuna al maggior numero di sensibilità ed idee.

Già ora il sistema elettorale è privo di qualsivoglia parvenza maggioritaria, eliminando così la necessità di trovare una intesa tra più partiti e consentendo a ciascuno di essere se stesso e di correre unicamente per le proprie idee.

Finora c'era (c'è tuttora) uno sbarramento che consente l'accesso al riparto dei seggi solo ai partiti che superano il 4%, attualmente Fratelli d'Italia, Pd, Cinque stelle, Lega e Forza Italia, lasciando esclusi una miriade di partiti pur rappresentativi di una piccola fetta di elettorato, come Italia Viva, Azione, VerdiSinistra, Italexit di Paragone,Noi Moderati.

Si parla di ridurre al 3% lo sbarramento.

Anche se personalmente sono favorevole al maggioritario puro e secco di collegio, senza alcuna spolverata di proporzionale, per le elezioni europee credo che più è basso il quorum, meglio sia.

Abbiamo bisogno di una tribuna dalla quale tutte le espressioni ideali dell'Italia possano avere voce e rappresentanza e quindi un proporzionale, anche puro, senza sbarramenti, potrebbe essere quella vetrina che consentirebbe agli Italiani di essere informati su tutte le opinioni e le proposte esistenti.

La mancanza di quorum sarebbe anche una liberatoria per tutti gli elettori che saprebbero che il loro voto, comunque espresso, anche per una lista identitaria e marginale, non andrebbe sprecato.

Non solo, ma le elezioni europee sarebbero il banco di prova per fusioni tra partiti o partiti neonati, come potrebbe essere quello del Generale Vannacci che, continuo a sperare, non si lasci convincere a candidarsi in un partito già esistente e strutturato, ma ne fondi uno ex novo che risponda solo a lui e che in seguito, una volta testata la propria rappresentatività, sappia proporsi alle alleanze con i simili.

Ben venga, quindi, la revisione verso il basso dello sbarramento alle europee, anche se ciò comporterà il riemergere di personaggi, come la Bonino, che gli elettori alle elezioni del 2022 avevano bocciato.

04 settembre 2023

Chi rompe, dovrebbe pagare. Sempre

Il Ministro per l'Economia, Giorgetti, dal palco di un forum celebrato dalla stampa, ha pubblicamente denunciato i danni del governo Conte2, quello voluto da Mattarella dopo aver negato le urne anticipate e composto da grillini e cattocomunisti.

In particolare ha reso noto che lo stato deve ancora pagare 80 miliardi (in aumento perchè le richieste continuano a pervenire) per il superbonus del 110% che già ha evidenziato danni per truffe per almeno 12 miliardi.

Conte, con la sfrontatezza concessa solo a chi è convinto (a ragione, purtroppo) di avere una impunità dai suoi errori, replica parlando di un provvedimento che ha dato nuova vita al settore edilizio e scrive un tweet in cui afferma, senza alcun senso del ridicolo, di aver consegnato alla Meloni un'Italia che andava come una Ferrari, citando l'incremento percentuale del PIl nel 2021-2022, ma senza dire che era in rapporto al disastroso PIL del 2020, quando lui chiuse l'Italia per il covid ed il PIL era precipitato (e ricordo che un meno 10% seguito da un più 10% non consente di ritornare al livello pregresso, provare a far di conto per credere).

Intanto quegli 80 e più miliardi di zavorra, impediscono a questo governo di ridurre le tasse, di applicare una flat tax per tutti, di ridurre il debito pubblico, di intervenire con provvedimenti solidaristici in occasioni di crisi come quelle dell'energia derivante da una scelta bellica di Draghi e, purtroppo, continuata dalla Meloni (anche se, è bene ricordarcelo tutti, quand'anche lo volesse, non è possibile tirarsene fuori se non facendo la figura di essere un novello Badoglio, con un nuovo 8 settembre italiano).

A quegli 80 e più miliardi dobbiamo aggiungere i 31 miliardi sperperati con il reddito di cittadinanza, sempre voluto dai grillini questa volta con l'appoggio della Lega, giustificata solo dal fatto che era materia di scambio per l'accordo di governo che aveva portato anche al respingimento dei clandestini, ad un primo passo verso la flat tax, alla prima revisione delle pensioni Fornero e ad una legge sulla legittima difesa più favorevole alle vittime e meno garantista per i criminali.

I clandestini, poi, costano altri 11 miliardi all'anno e questo è un costo tutto ascrivibile alle scelte scellerate di accoglienza dei cattocomunisti, figli dell'unione insana del pci con la dc, che ora allignano nel pd.

Una botta di conti ?

120 e più miliardi bruciati sull'altare delle scelte ideologiche di grillini e cattocomunisti che, non paghi, continuano a chiedere l'apertura di ulteriori capitoli di spesa con il salario minimo, con l'ampliamento dei centri di raccolta per clandestini, con l'apertura dei porti ai clandestini, con il rinnovo dei contratto dei dipendenti pubblici, con più fondi per istruzione e sanità pubblica invece di indirizzarci verso una progressiva privatizzazione, senza peraltro indicare dove trovare i soldi necessari, se non ipotizzando rapine fiscali ai danni di chi risparmia e investe, di chi produce un reddito, di chi possiede una casa.

Ma fermiamoci a quei 120 miliardi che, da soli, consentirebbero a questo governo di effettuare in breve tempo, con una sola legge di bilancio, tutti quei cambiamenti necessari a rilanciare la Nazione.

Non li vedremo mai più.

Ma sarebbe giusto che fossero addebitati a Conte, Draghi, Letta, Bergoglio, Mattarella, Renzi, Gentiloni, insomma a tutti coloro che hanno contribuito a portare il debito pubblico dai 1800 miliardi del novembre 2011, quando la Merkel e Sarkozy, con la complicità delle quinte colonne interne, rovesciarono il governo Berlusconi, ai 2800 miliardi di oggi.

Non avranno mai tutti i soldi necessari a coprire i debiti che loro hanno fatto, ma se fosse possibile ridurre i loro redditi (tutti erogati dallo stato) a livello di una pensione sociale, probabilmente quelli che seguiranno ci penserebbero non due, ma cento volte prima di sperperare i nostri soldi.

Sarebbe giusto, sarebbe educativo, ma non sarà così.

Possiamo solo sognarcelo, ma dobbiamo invece esercitare quelle pressioni necessarie sui parlamentari del Centro Destra perchè, anche poco alla volta, procedano con una revisione delle spese grilline e cattocomuniste, come già è stato fatto (parzialmente) con la revisione (purtroppo non l'abolizione tout court) del reddito di cittadinanza.

Personalmente avrei un bersaglio prioritario: azzerare le spese per il mantenimento dei clandestini erogate a coop e caritas.

Se non si riesce ancora a bloccare gli arrivi respingendo i clandestini, almeno che il loro mantenimento sia a carico di chi li vuole accogliere, non di tutti gli Italiani.

03 settembre 2023

Abile la Meloni su Amato

Decaduto dalla corte costituzionale e dal ruolo di presidente, di Amato non si sentiva più parlare, finchè Repubblica non è andata a stanarlo per fargli dire cose che stanno creando un caso.

Amato, infatti, propone una sua versione del disastro di Ustica del giugno 1980, basandosi su una "confidenza" che gli avrebbe fatto Craxi: un aereo militare francese sarebbe responsabile dell'abbattimento del mezzo dell'Itavia e degli 81 morti, perchè puntava ad uccidere Gheddafi che, però, si sarebbe salvato perchè avvisato da Craxi.

Smentite e conferme, ognuno a tirare acqua al proprio mulino, ma una sola dichiarazione responsabile, da statista, quella della Meloni.

Il Presidente del Consiglio ha infatti preso atto della dichiarazione di Amato e però, confermando che non vi è nulla assoggettato al segreto di stato, gli ha chiesto elementi concreti prima di avviare un intervento presso il governo francese.

Esemplare: non si può iniziare un contenzioso sulla base dei ricordi dell'ottantacinquenne Amato.

Personalmente sono convinto che Amato non fornirà nulla alla Meloni e quindi tutto rimarrà come è.

Resta da chiedersi perchè Amato avrebbe, adesso, fornito una versione che era peraltro già contenuta in una vecchia dichiarazione di Francesco Cossiga.

A chi vuole mandare un pizzino ?

E vuole mandare un pizzino o, magari, non è solo una uscita estemporanea di un tizio ormai nel cono d'ombra della notorietà e avviato al cono d'ombra del riposo eterno ?

Del resto Amato non fornisce prove, non fa affermazioni personali, semplicemente riferisce di qualcosa che gli avrebbe detto uno, Craxi, che non lo può smentire.

Mi domando anche quale potrebbe essere il ritorno per Amato che, con la sua dichiarazione, non fa una bella figura, nè la fa fare a Craxi.

Craxi all'epoca era solo segretario del Psi e se fosse vero che avrebbe avvisato Gheddafi del servizio che gli stavano approntando, si dimostrerebbe non quello statista (che io, peraltro, non ho mai considerato tale) che alcuni dicono sia stato, ma solo un velenoso politico, inaffidabile, che spifferava segreti venuti a sua conoscenza per la frequentazione di riunioni e incontri il cui contenuto non doveva essere diffuso.

Amato, invece, fa la figura di chi, dopo aver taciuto per quaranta anni nonostante i ruoli ricoperti, oggi spiffera un qualcosa, attizzando ostilità, di cui non si assume alcuna personale responsabilità e che non documenta.

Amato dice qualcosa che, se fosse un vero uomo di stato, avrebbe dovuto o dire a suo tempo oppure portarselo nella tomba.

Comunque si conferma essere quell'Amato che, nottetempo, entro nei nostri conti correnti per sottrarci il 6 per mille dei nostri risparmi. 

02 settembre 2023

Risorse o zavorra ?

Questa mattina ho, come sempre, ascoltato alle 7,15, dopo il gr1, le notizie radiofoniche della mia regione.

Tra le altre, ho appreso che il Prefetto di Bologna ha incontrato il sindaco Lepore che gli avrebbe esposto i problemi per l'accoglienza dei clandestini (ortodossamente chiamati "migranti")  e gli avrebbe chiesto "più risorse".

Tradotto dal cattocomunistese significa che lo stato, cioè tutti noi cittadini, dovrebbe erogare a lui (Lepore) ed agli altri sindaci più soldi da elargire alle cooperative che si occupano di dare vitto, alloggio, cure, istruzione ai clandestini che arrivano o che le ong (difese dal partito di Lepore) ci scaricano quotiianamente.

Ma se i clandestini, diventati "migranti" nel linguaggio politicamente corretto, sono, come ci è sempre stato detto fino alla nausea, loro stessi delle "risorse", che avrebbero dovuto pagarci le pensioni, aumentare il nostro pil, eseguire tutti i lavori che noi non vogliamo più fare e, adesso, persino invertire il calo demografico, perchè siamo sempre noi a dover tirar fuori soldi per il loro mantenimento ?

Se i cattocomunisti ritengono che i clandestini siano risorse, se li prendano senza frignare e senza chiedere un solo centesimo bucato allo stato (cioè a noi).

E, egregio signor sindaco Lepore, altro non domandare, hai già le tue risorse: falle produrre (se ci riesci).

01 settembre 2023

All in

La lettura dei quotidiani, anche di quelli della mia area politica, è sempre più irritante.

Confesso che quando leggo le dichiarazioni di Landini, di Carofiglio, della Schlein, della Ferragni, vorrei tornare agli anni settanta (sia come clima politico, ma, soprattutto, come età).

E' possibile che si debba perdere tempo solo perchè ci sono esseri con un ego sproporzionato alle loro reali possibilità e qualità e che hanno bisogno di un minuto di notorietà per pubblicizzarsi e autopromuoversi ?

Ma se le idee (?!?) di quei signori sono racchiuse nelle loro dichiarazioni, forse varrebbe la pena di buttare tutto sul tavolo: respingimento con la forza dei clandestini, riduzione delle tasse, taglio delle spese assistenzialiste, privatizzazioni, revoca di tutte le agevolazioni per cinema e giornali.

Anche a costo di andare in scontro con la commissione europea ed i suoi mandanti delle consorterie affaristico e finanziarie globali.

Ma se gli stati africani riescono ad affrancarsi dal giogo francese, perchè noi non dovremmo fare altrettanto nei confronti di quello di Bruxelles ?

Che sensso ha un dibattito lungo quattro mesi su miserrime partite di spesa, da incrementare, diminuire, introdurre o togliere, se poi tutto è sub iudice perchè deve pronunciarsi l'oracolo di Bruxelles ?

Ma quanto tempo si perde aspettando e trattando con gli gnomi di Bruxelles ?

E quanti soldi si sperperano dando retta alle loro indicazioni, tra l'energia, le case verdi, le automobili elettriche, i superbonus, l'accoglienza dei clandestini, il reddito di cittadinanza, tutto a spese di noi cittadini ?

E basta !

E se a loro non piace, il mondo è pieno di stati con i quali possiamo fare affari e la cui alleanza sarebbe meno invasiva di quella di Bruxelles e dei suoi mandanti.

Contrariamente a quanto continua ad affermare Mattarella, se agissimo da soli, senza dover misurare ogni passo con le imposizioni e le normative di Bruxelles, noi Italiani avremmo molto più successo, perchè rinunciarvi ?