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No alla deriva

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07 settembre 2023

Chi non risica, non rosica

Da bambino oltre alla tradizionale raccolta delle figurine Panini dei calciatori, ho fatto anche altre raccolte di geografia, storia e una di proverbi e modi di dire.

Sono sempre stato affascinato dai proverbi, credo che la saggezza popolare abbia una risposta su tutto e per tutti, perchè tutto è "già stato visto".

Un proverbio che mi è rimasto impresso anche perchè accompagnato da un disegno eloquente, è: la prudenza è la paura che cammina in punta di piedi.

E ricordo che si vedeva una donna, con le scarpe in una mano, che camminava in punta di piedi, aggirando qualcosa, che non ricordo cosa fosse.

E' l'immagine che ho percepito dalla lettura dei quotidiani di oggi e dalle notizie dei giornali radio che ho ascoltato questa mattina in relazione alla riunione di maggioranza di ieri, sulla manovra economica.

Manovra prudente, nessuna fuga in avanti, visione di legislatura e non per il consenso immediato (e questo è giustissimo, basti pensare allo sfacelo del superbonus e del reddito di cittadinanza di Conte !) con un convitato di pietra: la commissione europea dove il commissario all'economia sarebbe un italiano che, però, come ha giustamente denunciato Salvini, si sente ed opera da "europeo" e non da Italiano.

In undici anni (dal novembre 2011 quando la Merkel e Sarkozy con le quinte colonne italiane ribaltarono il governo Berlusconi, al 2022, con Draghi che lasciò Palazzo Chigi alla Meloni solo a fine ottobre) il debito pubblico è aumentato di mille miliardi, il rapporto tra il debito ed il PIL è passato da meno del 3% a più del 4,5%,con una impennata sotto Conte (quello giallorosso) e Draghi.

Se un grande stato come l'Italia aumentasse ancora il suo debito pubblico in termini assoluti un una o due centinaia di miliardi (sui già esistenti 2800 !) e anche in percentuale, cosa potrebbe accadere ?

Nulla, come nulla è accaduto a stati più indebitati del nostro come Stati Uniti e Giappone e questo perchè quel debito pubblico è stato formato liberando energie private che a loro volta hanno consentito una impennata di produzione e di PIL.

E l'unico modo per liberare quelle energie è riportare soldi nelle tasche degli Italiani anche se ciò dovesse comportare un iniziale picco di aumento del debito pubblico, che sarebbe compensato da una forte ripresa della domanda interna e della creatività italiana con benefici effetti sul PIL.

Ma l'aumento del debito pubblico, per avere efficacia, deve essere immediato e sostanzioso, non centellinato prudentemente nel tempo, perchè provvedimenti leggeri, non daranno mai quella scossa necessaria a svegliare la Nazione.

Sarebbe meglio, ovviamente, non essersi mai indebitati, perchè i debiti, TUTTI i debiti, vanno pagati e qualcuno deve pagarli, ma dal momento che lo siamo e lo siamo tanto, tanto vale gettare il cuore oltre l'ostacolo (altro modo di dire popolare) e puntare a dare una vera svolta alla nostra economia.

E non importa se Gentiloni, la Von der Leyen e altri storceranno il naso, non è tempo di manovre prudenti, ma di coraggio e voglia di rischiare.

Come recita infatti l'altro proverbio che dà il titolo a questo commento, se non si ha il coraggio di rischiare, non si otterrà mai nulla.

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