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No alla deriva

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12 novembre 2007

Non abbiamo dimenticato Nassirya

Si può dire che ogni giorno abbia la sua memoria, per la lunga Storia dell’Umanità e la breve nostra parentesi di vita.
Personalmente credo che non si possa, ogni giorno, celebrare qualcosa che spesso divide.
Ci sono poi ricorrenze che rischiano l’oblio, altre che vengono artificialmente tenute in vita.
Nassirya sicuramente è una ricorrenza che divide:
divide la sinistra dal Centro Destra,
divide chi è sceso nelle piazze ostentando uno straccio multicolore (per nascondere quello tradizionale rosso) sostenendo un tiranno sanguinario, da chi, invece, ha compostamente sostenuto la missione di pace e sicurezza dell’Italia a supporto dell’avvenuta liberazione dell’Iraq operata dalle Armi Anglo Americane.
Divide chi ha gioito e continua a gioire per la morte di un Soldato della Coalizione, da chi invece con Saddam (e altri capi terroristi) catturato e giustiziato si sente oggi più sicuro.
Anche l’Italia ha fornito il suo contributo di lacrime e sangue, rappresentato da 19 Italiani morti il 12 novembre 2003 a Nassirya.
Sono morti per noi, per garantirci più sicurezza, anche se i governanti di adesso fanno di tutto per smantellarla con provvedimenti inutili e lassismo profuso a piene mani.
Che il sacrificio dei 19 Italiani non sia stato inutile, come non lo è stato quello delle migliaia di altri soldati degli Eserciti Alleati che combattono in Iraq e Afghanistan, lo dimostrano le cronache di questi giorni.
Quali ?
Nessuna, appunto, a dimostrazione che la battaglia dell’Iraq la si sta vincendo sul campo, estirpando il terrorismo con l’unico sistema possibile: terminando i terroristi.
Al punto che lo stesso guru del terrorismo musulmano, Osama Bin Laden, sembra essere in dissidio con il suo braccio destro ed è stato costretto a “richiamare all’ordine” invitando all’unità le sue ormai disperse truppe.
Il prezzo che, soprattutto dai nostri Alleati Americani, è stato pagato è altissimo in vite umane e costi materiali, ma l’obiettivo è a portata di mano.
Probabilmente sarebbe ancor più vicino (o già raggiunto) se i vari Zapatero e Prodi non fossero fuggiti a gambe levate per accontentare le pulsioni più estremiste del loro elettorato.
Vale allora la pena di ricordare Nassirya, di celebrare la ricorrenza, il quarto anno, di quel 12 novembre 2003, quando 19 Italiani caddero per mano di un nemico che, ora, ripiega su se stesso, sconfitto nonostante il terrore che ha cercato di propagare in Occidente.
Il miglior modo per onorarli è però agire coerentemente con gli scopi che li portarono in Iraq.
A nulla vale sconfiggere i terroristi a casa loro, se, poi, con una dissennata politica dell’immigrazione rischiamo di aprire anche a loro le porte di casa nostra.
A nulla vale esportare la conoscenza delle libertà e della democrazia se, senza alcuna reciprocità, consentiamo ai musulmani di costruire e aprire moschee a casa nostra (magari regalando loro parte del terreno o facendolo pagare meno del suo valore di mercato).
Il miglior modo per onorare i Caduti di Nassirya e tutti i Caduti di questa nobile guerra al terrorismo islamico, a cominciare da Fabrizio Quattrocchi, è proseguire, giorno dopo giorno, nel nostro impegno politico, con gli strumenti a nostra disposizione, per difendere e diffondere quei Valori e quegli Ideali per i quali si sono sacrificati i nostri valorosi Connazionali in Iraq: Patria, Libertà, Benessere, Sicurezza.

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2 commenti:

Nessie ha detto...

Stasera al TG2 c'erano a ricordare la strage di Nassiriya, Emanuele Parsi e Magdi Allam. Purtroppo viviamo in un paese dalla memoria di lepidotteri. E' giusto quel che sottolinei che a nulla vale sacrificare i nostri uomini se poi si spalancano confini nei quattro punti cardinali del Paese a chi mette a repentaglio la nostra sicurezza. E a proposito di frontiere colabrodo, vai a visitare questo sito: www.laltrogiornale.com
Gli scenari spaventosi che abbiamo vissuto finora, saranno niente dopo quel che potrebbe accadere dopo il 21 dicembre con l'abolizione di tutti i valichi di cui dispone l'Italia.

Anonimo ha detto...

Non ci si può dimenticare di un fatto come quello di Nassirya, soprattutto perchè ci viene costantemente ricordato dall'estrema sinistra ad ogni manifestazione con i suoi infami slogan. E sono d'accordo sul fatto che mentre in Iraq si sta vincendo (grazie alla determinazione ed alla costanza di Bush) qui stiamo perdendo per colpa del lassismo istituzionale nei confronti dell'immigrazione. Giulio