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28 giugno 2024

In Europa c'è la nuova Thatcher. E' Italiana e si chiama Giorgia

Io ricordo, a fine anni settanta e per tutti gli anni ottanta, gli attacchi che la stampa cattocomunista muoveva contro il Primo Ministro Inglese Margareth Thatcher, "rea" di andare ai vertici perorando e difendendo gli interessi della sua nazione.

In quel modo, sistematicamente "isolata" secondo i geni del giornalismo nostrano, la Thatcher riuscì a risanare una nazione ripiegata su se stessa, in crisi e sfiduciata: ponendo veti, rifiutandosi di accodarsi alle scelte altrui, battendo i pugni sul tavolo.

I resoconti della notte dei lunghi coltelli di Bruxelles, mi restituiscono oggi, quarant'anni dopo, una nuova Thatcher, una che all'epoca era appena nata e quindi non può aver vissuto in diretta quelle vicende ma che, probabilmente, le ha ben apprese dalla lezione che la Storia impartisce a chiunque abbia la compiacenza di studiarla e non solo di manipolarla.

Credo che quello di ieri notte sia stao un capolavoro di Giorgia Meloni.

I cattocomunisti, pur arretrando, avevano comunque la maggioranza sulla carta del nuovo parlamento europeo ed hanno imposto i loro nomi che, però, si troveranno ad attraversare un quinquennio che per loro sarà un sanguinoso Vietnam, sia nelle riunioni di Consiglio, dove al veto dell'Ungheria potrebbe aggiungersi, in base agli argomenti, quello dell'Italia e, in futuro, anche quello dell'Olanda e della Francia, sia in parlamento dove la maggioranza sarà soggetta agli umori dei parlamentari più sensibili ai richiamo del proprio collegio elettorale che dei capi bastone del loro gruppo.

La Meloni, astenendosi sulla Von der Leyen ha teso una mano verso il PPE, imprescindibile per un eventuale cambio di maggioranza, e spetterà a questo partito, non certo un monolite, decidere se redimersi abbandonando l'alleanza contro natura con i socialisti o rischiare il dissolvimento accettando l'ingresso dei verdi nella maggioranza.

Votando contro il candidato presidente del consiglio della maggioranza sinistra, il socialista portoghese Costa e all'alto rappresentante per la politica estera, la guerrafondaia liberale estone Kallas, la Meloni si è tenuta le mani libere per porre il veto e remare contro a tutto ciò che non dovesse rientrare tra gli Interessi Nazionali Italiani.

A cominciare dalla applicazione delle politiche ambientaliste su case, auto, ripristino natura.

Certo, sarebbe stato meglio se avessimo potuto esprimere i vari presidenti, ma i cittadini europei non hanno dato la maggioranza alle forze di destra che, adesso, dovranno riorganizzarsi, anche in gruppi differenti, che però potrebbero in parlamento coordinarsi, confidando su un blocco ostruzionistico di oltre duecento parlamentari complessivo.

Per gli smemorati e gli ignoranti, ricordo che la Thatcher rimase Primo Ministro per dodici anni consecutivi, vincendo tutte le elezioni e trainando alla vittoria, per i successivi sei anni, persino il suo incolore sostituto.

A buon intenditor ...

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