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No alla deriva

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Diciamo NO alla deriva

26 gennaio 2025

Merita rispetto chi rispetta il prossimo

Venerdì 24 gennaio, il primo presidente della corte di cassazione ha affermato solennemente che occorre rispetto reciproco tra le istituzioni.

Il giorno successivo, sabato 25 gennaio, i suoi colleghi hanno  abbandonato l'aula quando, a Napoli, per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ha preso la parola il Ministro della Giustizia Nordio, imitati dai loro colleghi delle altre corti in Italia.

Quelli che pretendono di essere rispettati, non hanno neppure il buon gusto di ascoltare le ragioni del Ministro competente per le loro attività che, tra l'altro, è anche un loro ex collega.

Basterebbe solo questa facile e documentabile contraddizione per ridurre ad una istanza meramente corporativa quella dei magistrati che si oppongono ad una riforma della giustizia che comprende la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.

Ricordiamoci, però, che quella riforma (peraltro molto, troppo blanda rispetto alle esigenze di risanare il pianeta giustizia) è frutto della realizzazione di un programma elettorale che ha ottenuto quella maggioranza parlamentare che esprime il Governo di cui Nordio è Ministro competente per la giustizia.

La mancanza di rispetto, quindi, si estende al Popolo che quella riforma ha votato, votando i partiti che l'avevano in programma ed appare un tentativo di ribaltare la volontà elettorale.

Io non credo che tutti i magistrati siano d'accordo con tale protesta, anzi, ma fanno notizia solo quelli che urlano, ai quali andrebbe posta con chiarezza l'alternativa se vogliono continuare a far parte della magistratura e, quindi, rispettare le decisioni del Popolo Sovrano che si manifestano con le leggi approvate dalla maggioranza parlamentare, oppure se ritengono di scendere in politica e, allora, non devono usare il loro ruolo pubblico per farla, ma devono presentarsi alle elezioni e influiranno sulla formazione delle leggi in base ai voti che riusciranno ad ottenere.

Mi permetto di suggerire un'altra opzione.

Se non sono d'accordo con le leggi che devono solo applicare e rispettare, possono dimettersi dalla magistratura e fare altro (scrivere romanzi gialli, praticare la professione legale, insegnare all'università ...).

Nessun medico impone loro l'obbligatorietà della toga se non condividono le leggi che devono applicare.


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