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19 gennaio 2025

Tremila miliardi di debito

L'Italia ha raggiunto (e superato) quota tremila miliardi di debito.

La notizia è dei giorni scorsi ed era attesa.

Le elargizioni fatte per accontentare questa o quella lobby, hanno alla fine portato a superare l'importo simbolo di un fallimento, quello della repubblica italiana.

Perchè non è (solo) colpa di questo governo o di chi lo ha immediatamente  preceduto, ma di un costante indirizzo che, sin dal 1962 con il primo centro sinistra che vedeva i socialisti sostenere i governi democristiani dall'esterno e più ancora dal 1964 con i socialisti abbarbicati al governo, ha rovinato i conti pubblici italiani.

Nazionalizzazioni, spesa pubblica senza fondo, assunzioni clientelari, scarsa produttività, poi svendita dei beni acquisiti onerosamente dal pubblico, scelte di politica economica sbagliate e, infine, una miriade di agevolazioni, concessioni economiche, riconoscimenti in denaro, per le causali più disparate ed ecco i tremila miliardi.

Intendiamoci, l'Italia ha una forza economica in grado di sopportare tale debito e l'avrebbe ancora di più se non si fosse legata mani e piedi all'unione europea, rinunciando anche alla Sovranità monetaria, ma qualunque organismo non può vivere bene se oppresso dai debiti che vengono sistematicamente rinviati di padre in figlio.

Noi non faremo eccezione, il nostro debito, composto anche, ad esempio, da chi è stato mandato in pensione dopo neanche venti anni di lavoro, si riflette sulle generazioni successive, come è capitato a chi è andato in pensione mediamente dieci anni dopo quelli che lo hanno preceduto.

Purtroppo inserire una voce di spesa è facile e ottiene gli applausi dei beneficiati e il silenzio complice di chi spera di essere beneficiato con il provvedimento successivo, ma poi quello resta, diventa un "diritto acquisito" che non si riesce a revocare neppure alla scadenza di legge, perchè la corporazione interessata scatena l'inferno a difesa di quello che, a tutti gli effetti, è un privilegio.

Le Leggi di Mercato vengono ignorate e poi si vendicheranno, chiedendoci di pagare un prezzo ben più alto, a tutti, anche a coloro che non hanno beneficiato di alcun provvedimento di favore.

Purtroppo la mentalità è così diffusa che il concetto di "risparmio", di pareggio di bilancio, non trova più ascolto.

O, meglio, tutti lo rilanciano con articolati discorsi dai quali si desume che sì, bisogna ridurre il deficit, bisogna fare dei tagli, ma si deve agire non sul "mio" settore che è troppo importante per essere "tagliato" e, anzi, ha bisogno di più "risorse", siano esse umane od economiche (soprattutto sotto forma di aumento degli stipendi), ma bisogna tagliare nel giardino altrui.

E' così che si arriva a tremila miliardi di debito, quando tutti difendono il loro orticello a danno dell'intera comunità.

Tremila miliardi di debito sono cinquantamila euro per ogni Italiano (poco più di 58 milioni) neonati inclusi.

Non è una cifra esorbitante, ma è destinata a crescere.

Un analogo conteggio che ricordo dai tempi del liceo (prima metà anni settanta) diceva che ogni persona nasceva in Italia con un debito di trenta milioni di lire (quindicimila euro), in 50 anni, quindi, il debito si è più che triplicato.

Iniziando oggi ci vorranno almeno altri cinquanta anni per ridurlo in modo significativo.

Si può cominciare con l'evitare, quando si ottengono insperate risorse come l'ultimo "tesoretto" da 17 miliardi, di pensare a come spenderlo e metterlo, invece, a decurtazione del maggior debito.

Sarebbe un comportamento virtuoso, ma sarebbe anche un gesto suicida che riporterebbe al governo, alle prossime elezioni, i peggiori spendaccioni, con i soldi altrui, ovviamente, che esistano al mondo: i cattocomunisti che "coprirebbero" le spese con nuove tasse e patrimoniali, come vanno dicendo, senza alcun pudore, già ora.

Allora teniamoci pure i 3mila e passa miliardi di debito, ma qualcuno, prima o poi, dovrà pagare.



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