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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

17 gennaio 2025

Un sistema ingessato

Ieri, in prima lettura, la Camera ha approvato il disegno di legge costituzionale che, tra l'altro, introdurrà la separazione delle carriere in magistratura.

Una procedura lunghissima (occorreranno altre tre letture), soggetta alla spada di Damocle del referendum confermativo e dell'ostruzionismo di altre istituzioni che temono di perdere il loro potere interdittivo.

Personalmente plaudo alla scelta di mettere mano all'organizzazione della magistratura, anche se più che mettere mano, anche gli eventi di questi ultimi mesi, ci dicono che occorrerebbe passarci sopra con una ruspa (che purtroppo Salvini sta dimenticando in garage).

A parte la questione specifica, vorrei puntare l'attenzione sul fatto che in Italia, con una simile costituzione e con i poteri attribuiti a questo ed a quello, la Sovranità non appartiene più al Popolo che vota un parlamento e che, a sua volta, esprime fiducia in un Governo, ma ai gruppi di pressione e alle paturnie di singole persone, non elette dal Popolo, che con la scusa della propria indipendenza, autonomia di giudizio, interpretazione e insindacabilità, hanno il potere di rovesciare la volontà popolare.

Se poi ci aggiungiamo il sottile piacere che si prova nel dire di "no" ad un potente in occasione dei referendum confermativi, perchè "si può fare meglio", senza capire che "fare meglio" è nemico del Bene, allora si capisce perchè qualunque governo fatichi enormemente per dare una direzione a questa Nazione.

E se consideriamo i risultati che si raggiungono ed i successi nonostante tale ingessatura delle nostre istituzioni, possiamo solo rimpiangere di non avere una struttura più agile, come quella degli Stati Uniti, dove il Presidente appena eletto e non ancora entrato in carica, ha già annunciato cento ordini esecutivi che saranno immediatamente operativi il primo giorno di mandato.

Il Governo Meloni, con la riforma della giustizia (anche se occorrerebbe una rivoluzione ma, come detto, il meglio è nemico del Bene), con la riforma che introduce il premierato (sempre con i limiti delle letture e del referendum e, ancora una volta, con il meglio, cioè l'elezione diretta del presidente della repubblica, nemico del Bene) e con la introduzione della autonomia differenziata (anche se sarebbe meglio, ma nemico del Bene, l'introduzione di una costruzione federale per macroregioni) sta provando a dare all'Italia una struttura più agile e moderna, che possa trasformare in risultati la grande laboriosità, ingegnosità e fantasia della nostra Gente.

Ci riuscirà ?

Il carattere della "ragazza" farebbe pensare ad una risposta affermativa, ma a contrastarla non ci sono sono le esilaranti dichiarazioni delle opposizioni, ma soprattutto le consorterie di potere affaristico e finanziario e quelle di categoria che, tramite il peso che hanno acquisito negli anni e i politici che a loro fanno riferimento, remano costantemente contro per conservare lo status quo che a loro garantisce cospicui introiti, confidando anche sulla scarsa informazione di chi viene chiamato a votare per i referendum confermativi, influenzato dalla propaganda di una stampa per lo più ideologizzata e incline a rispettare le indicazione dei propri editori, parte di quelle consorterie affaristico e finanziarie che ostacolano il cambiamento da cui avrebbero tutto da perdere.

Sarà il tempo a dirci se, finalmente, l'Italia riuscirà ad entrare nel terzo millennio anche a livello istituzionale. 

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