Zaia, ottimo presidente di regione e, prima ancora, ottimo ministro dell'agricoltura, non può essere ricandidato per sopraggiunto limite dei mandati concessi dalla legge.
La Lega ha provato a proporre una modifica alla legge, ma gli alleati non si sono mostrati d'accordo e questo con l'appoggio presumibile dei cattocomunisti ansiosi di liberarsi dell'ingombrante presenza di due loro presidente di regione in Campania e in Puglia.
A parte ogni considerazione sul limite dei mandati (e personalmente sono totalmente contrario ad ogni limite che non provenga dal voto degli Elettori ai quali unicamente dovrebbe essere demandata la decisione se rinnovare la fiducia ad un presidente uscente o mandarlo a casa, a loro e non ad una legge o ad un magistrato !) questa è la legge, non c'è per ora la maggioranza per modificarla ed è necessario comportarsi di conseguenza.
Ignorando l'esistenza della legge e delle scorie che seguono ogni battaglia divisiva, in una città come Verona, dove i due terzi della popolazione vede come il fumo negli occhi i cattocomunisti, hanno eletto un cattocomunista sindaco a seguito delle divisioni nel Centro Destra.
E c'era pure stata l'opportunità del ballottaggio, sfruttata malissimo per l'incomunicabilità tra i due candidati del Centro Destra che non si sono accordati per sostenersi al ballottaggio.
Nella elezione del presidente della regione non esiste ballottaggio.
Il candidato presidente che prende anche un solo voto in più vince e trascina alla vittoria, con il suo listino, anche la sua coalizione, anche quando prende meno voti dell'altra, come è accaduto in Sardegna dove la Todde ha vinto personalmente e, pur avendo la sua coalizione preso meno voti di quella di Centro Destra, ha avuto un bonus in consiglieri, conquistando la maggioranza assoluta in consiglio.
E' comprensibile l'amarezza di Zaia che sa di aver fatto bene e potrebbe ancora fare molto bene in Veneto.
E' comprensibile l'aspirazione della Lega di conservare la presidenza di una regione importante come il Veneto.
E' comprensibile l'aspirazione di Fratelli d'Italia di capitalizzare i tanti voti conquistati sul campo mettendo un proprio esponente a capo di una delle più importanti regioni d'Italia.
E' comprensibile Forza Italia che difende le ambizioni di un suo importante nuovo acquisto, Flavio Tosi.
Però la prima responsabilità dei partiti del Centro Destra deve essere verso i Veneti, che non meritano di essere abbandonati ai cattocomunisti e verso gli Elettori che pretendono che non si verifichi mai più un'altra Verona.
Meloni, Salvini, Tajani, ma anche Zaia e Fedriga: basta discutere a mezzo stampa (che gode a seminar zizzania !).
Riunitevi in segreto da qualche parte, fate un fine settimana di ritiro lontani dai taccuini e dalle telecamere e decidete il criterio per attribuire ad un partito o ad un altro questa e quella regione.
Il Centro Destra ha, in ogni regione, uomini preparati per ricoprire ruoli importanti e a noi Elettori non importa se provengano da Fratelli d'Italia, dalla Lega, da Forza Italia o persino da Noi Moderati.
Quello che a noi interessa è che non si consegnino regioni, a cominciare dal Veneto, ai cattocomunisti come fu consegnata Verona.
Nessun commento:
Posta un commento