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No alla deriva

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21 aprile 2006

Il silenzio del Caimano


Avete notato che in un clima da “dichiarazione continua” le tre punte della Casa delle Libertà hanno taciuto, limitandosi al minimo indispensabile subito dopo il voto e lasciando ai propri colonnelli l’onere di sostenere la giusta battaglia per la riconta ?
A fronte di un Prodi ansioso di apparire e che somiglia ad un bolso gorilla che si batte il petto per convincere, prima di tutto se stesso, della sua “vittoria” e del possesso del “bastone del comando”, Silvio Berlusconi, il fuoriclasse della CdL, cui certo non mancano argomenti né entusiasmo per il risultato, ha moderato le parole.
Fossi nei cattocomunisti sarei preoccupato di quel che il Premier potrebbe ancora tirar fuori dal cilindro delle sorprese.
Un cilindro inesauribile che, dopo la riconta, dopo il “lodo Calderoli” e dopo l’annuncio di Tremaglia sulla parità in senato, potrebbe riservare qualche altra “chicca” tale da far saltare o minare i faticosi equilibri che l’uomo di Scandiano (mi raccomando, Scandiano, provincia di Reggio Emilia, non Bologna !!!) sta cercando di trovare con i suoi danti causa.
E’ anche vero che la prima sorpresa (sgradita a chi scrive) è stata l’offerta di ampie intese, prontamente e fortunatamente respinte da Prodi (a riprova del fatto che chiunque può – anche una volta nella sua vita – tornare utile) e che è servita a misurare il grado di infantilismo politico e nanismo strategico di Prodi e dei suoi “consigliori”, ma la voglia di battaglia, di annusare l’odore della cordite, non lo ha abbandonato con la chiusura della campagna elettorale e la sua esposizione in prima persona alle prossime amministrative lo dimostra.
Ed ora il silenzio.
Carico di interrogativi: cosa starà architettando il Caimano ?
Silenziose anche le due punte di rincalzo, Fini e Casini, quest’ultimo alle prese con l’abituale fronda di Follini (ma quando, finalmente, se lo prenderanno dall’altra parte ?).
E la stampa è piena di ipotesi sulla spartizione delle poltrone, obiettivo ultimo e reale dei sinistri a digiuno da 5 anni.
Così gli appetiti sono smodati, ben superiori alle possibilità di soddisfarli.
Montecitorio vede una lotta fratricida tra comunisti: D’Alema vs. Bertinotti.
Mentre al senato un mediocre ex segretario sindacale della cisl, Marini, ha messo il suo cappello sulla poltrona che finora ha espresso Marcello Pera, personaggio di ben altro (e più alto) livello, a riprova che quando si sostituisce il Centro Destra con la sinistra, spuntano vecchi burocrati della politica per sostituire uomini di autentico spessore intellettuale e politico.
Ma Marini non può essere certo della sua nomina, visto che anche i “conti della serva” (persino il suo voto potrebbe essere necessario alla sinistra) sono contro di lui e rispunta, dalle nebbie della prima repubblica, il nome di Giulio Andreotti.
Per Palazzo Chigi un nome solo: Romano Prodi, colui che dialoga con l’aldilà (immaginatevelo da presidente del consiglio che impone le sue mani sul tavolino come nella fotografia che correda il post e chiede "tassare o non tassare ?") e che è riuscito in tre mesi a sperperare un vantaggio presunto di un paio di milioni di voti.
Ma cosa ci si può aspettare da un boiardo di stato della vecchia iri, delle partecipazioni statali ?
Infatti corre voce che qualcuno stia pensando ad un governo “tecnico” Monti, anche se per l’Italia uno solo - di Monti - non ci sembra sufficiente, noi vedremmo meglio Tremonti: perché accontentarsi quando si può avere il meglio ?
E mentre il vecchio teatrino dei politicanti da corridoi dei partiti torna in auge, il Caimano tace: cosa starà preparando ?


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10 commenti:

Anonimo ha detto...

Il lodo Calderoli non esiste. La Cassazione ha già stabilito che il ministro aveva torto.
La sparate di Tremaglia sul senatore passato alla Cdl sono state smentite dallo stesso.

Anonimo ha detto...

Ah, dimenticavo

Anche gli Stati Uniti hanno fatto i complimenti a Prodi per la vittoria.

Mariniello ha detto...

Noto preoccupazione tra i sinistri...

Anonimo ha detto...

Noto una voglia matta di svegliarsi sudati da un incubo. Coraggio Monsoreau sei sempre stato sveglio, e se lo sei veramente (sveglio) ti riappacifichi con la realtà e la smetti di inseguire le streghette del cainano...

Van der Blogger ha detto...

Ho appena letto che il Caimano ha annuncaito un ricorso al Tar per che alcune cassazioni hanno fatto troppo in fretta. E poi vuole a tutti i costi il controllo delle schede nulle....

Massimo ha detto...

Qualche giorno fa avevo scritto che, secondo me, Berlusconi nondoveva riconoscere la "vittoria" alla sinistra e non doveva dimettersi.
Oggi leggo che Berlusconi sta proprio pensando di non dimettersi e di presentarsi al senato per la fiducia ... :-D

Anonimo ha detto...

ehi, bello, non dimettersi dopo un'elezione si chiama colpo di stato..e avviamoci allegramente verso la guerra civile!!!

Il Temporeggiatore ha detto...

Non dimettersi dopo una elezione il cui esito è stato frettolosamente proclamato per 24000 voti senza una accurata verifica di tutte le schede votate, significa avere senso di responsabilità verso i propri elettori.
La guerra civile c'è già ed è stata scatenata 12 anni fa dalla sinistra.

Lo PseudoSauro ha detto...

Il signore sopra e' certo un proletario, non quel dirigente di istituto finanziario che sembrerebbe a prima vista.

I golpe sono solo "di destra": si sa. La sinistra vince sempre senza trucchi perche' ha maggior rispetto per le istituzioni democratiche... come quelli che vogliono la dittatura del proletariato. Il ragionamento non fa una grinza. Quanto alla guerra civile sarei proprio curioso di vedere a chi eventualmente i militari sparerebbero addosso. Anche i sessantottardi imbolsiti ci dovrebbero pensare prima di fare molotov, con quello che costa la benzina... per colpa di Berlusconi, s'intende. Quelli che vogliono la guerra santa, quegli altri la guerra civile... e dategliela cosi' la finiscono di rompere le balle.

Massimo ha detto...

Un voto che si risolve per decreto giudiziario di una magistratura che non ha certo nascosto da che parte pende, non può essere riconosciuto, quindi la eventuale ed auspicabile decisione di non dimettersi di Berlusconi è rispettosa della volontà popolare che potrà essere resa evidente solo da una completa, indipendente e garantista riconta.
Senza una tale operazione di trasparenza il colpo di stato non è di Berlusconi.