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No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

24 luglio 2006

S'ode a Destra uno squillo di tromba


La Destra, il Centro Destra, si interroga sul suo futuro, sulle strade da percorrere, le iniziative da intraprendere.
Il dibattito coinvolge fior di politici e uomini di cultura.
Molto modestamente riprendiamo quel filo che già avevamo intessuto con The Right Nation - La Grande Destra e con Cos'è la Destra.Cos'è la sinistra, rafforzato da quanto abbiamo visto e ascoltato al convegno di Azione Universitaria in Versilia .
Ogni analisi prospettica sul futuro, non può che partire dalla concreta realtà che ci dice che abbiamo un governo nato per (colpo di) mano dei verbali degli scrutini elettorali pieni di ombre e sospetti anche per i voti delle circoscrizioni estere come ha nei giorni scorsi confermato il nostro Leader, Silvio Berlusconi.
Ma dobbiamo anche prender atto che, avendo scelto la strada dei ricorsi istituzionali, se mai ci potrà essere un approdo, questo sarà solo a fine legislatura.
Abbiamo quindi un governo della cui legittimità è lecito, quanto meno, porsi il dubbio, che, oltre a tutto, sta insieme solo per la fame di poltrone che anima la sua nomenklatura.
E che non perde occasione per penalizzare chi lavora e chi produce (veggasi le false liberalizzazioni), infiltrando i suoi tentacoli nella nostra vita privata (veggasi il “grande fratello fiscale”) e devastando l’assetto sociale della nazione (veggasi la carica dei 350000 extracomunitari ).
E’ un governo, quindi, destinato ad avere vita tormentata e auspicabilmente breve, per quanto lo possa consentire la fame di poltrone del suo soviet.
Sul nostro versante, invece, c’è stato un eccesso di masochismo, troppe critiche, troppi scontri portati sulla stampa e non negli organi a ciò preposti, troppe ricette frettolosamente elaborate.
E questo è dimostrato dal recente sondaggio che vede i partiti della Casa delle Libertà in vantaggio, se si votasse oggi, contro i cattocomunisti della sinistra, nonostante tutte le critiche che noi stessi ci siamo rivolti.
Rischiamo anche, per eccesso colposo di senso dello stato, di non riuscire ad approfittare delle occasioni che ci si presentano per abbattere il prodinotti e tornare alle urne.
Abbiamo anche noi i “furbetti del parlamentino” che sperano nella grossa eredità, confidando nella stanchezza e nell’età di Silvio Berlusconi.
Quel Silvio Berlusconi che, è mia convinzione, se si fosse presentato, con i suoi discorsi e la sua carica vitale, in Versilia al posto di Fini avrebbe ottenuto un successone tra i giovani di Destra che vogliono progetti ambiziosi e ideali forti, e non machiavellici documenti nei quali si fanno passi verso l’abbandono di quei Valori, di quella Identità, di quella Storia che ci appartengono e che continueranno ad essere le radici della Destra che, senza rinnegare nulla del suo passato, sarà determinante nella formazione di quel soggetto politico nuovo che militanti ed elettori del Centro Destra vogliono e aspettano, anche se è condizionato dal tipo di legge elettorale che verrà adottata.
Ma che, in ogni caso, se non sarà il partito unico, dovrà essere un coordinamento forte dei partiti del Centro Destra.
Una Destra, quindi, che non deve farsi incantare dalle sirene di svolte liberal, liberiste, libertarie che non ci appartengono, che ci sono estranee.
Una Destra, un Centro Destra, che operi su due piani.
Quello immediato, contingente, dell’azione politica presente che ci deve veder insistere per:
- attuare la verifica delle schede elettorali
- difendere le riforme attuate dal Governo Berlusconi nella scorsa legislatura
- cogliere ogni occasione per impedire al prodinotti di far passare i suoi devastanti provvedimenti
.
Quello di prospettiva per :
- creare un soggetto unico o unitario (in senso di coordinamento)
- organizzare una capillare diffusione delle informazioni “da Destra”, attraverso quei canali alternativi (come la Rete) ai media tradizionali in mano alla sinistra
- proporre idee forti per un progetto rivoluzionario che porti a compimento le riforme del Governo Berlusconi e stabilizzi la nazione sul piano economico, morale e politico
.
Un po’ per gioco, un po’ per provocazione, all’interno del Castello avevo stilato un mio” programma “presidenziale.
Un po’ per gioco, un po’ per provocazione, qui lo ripropongo.

- Eliminazione delle posizioni di vantaggio per sindacati, coop e abolizione dei finanziamenti pubblici che alterano il libero mercato
- privatizzazione della rai
- privatizzazione della sanità
- riduzione delle imposte dirette fino ad arrivare al 10%, con eliminazione della progressività
- i servizi vanno pagati almeno al loro costo (criterio di economicità)
- stato solidale con chi si trova momentaneamente in situazione di difficoltà, con obbligo di rimborsare, anche in lungo periodo, quanto è stato pagato dalla comunità per i singoli
- libera scuola in libero stato con riconoscimento di un bonus fiscale per ogni studente la cui famiglia potrà quindi scegliere in quale istituto iscriverlo, utilizzando tale bonus
- realizzazione concreta del federalismo amministrativo e fiscale, magari attribuendo le stesse autonomie delle regioni a statuto speciale a tutte le regioni, naturalmente revocando i finanziamenti che vengono elargiti dal centro alle attuali regioni a statuto speciale
- stretta alleanza con gli Stati Uniti
- limiti all'immigrazione che deve essere selettiva e rispedire a casa gli illegali senza “se” e senza “ma”
- progressiva cessazione di ogni influenza sul mercato con lo stato che da protagonista diventa sussidiario ai servizi offerti dai privati
- abolizione degli ordini professionali e del valore legale della laurea
- libertà di stampa (basta con l'obbligo di un direttore che sia iscritto alla corporazione)
- abolizione del reato di opinione (come contemplato ancora dalla c.d. "legge Mancino")
- repressione durissima della criminalità, a cominciare dalla diffusione della droga, costruzione di nuove carceri e distinzione tra chi viene incarcerato in attesa di processo e chi è stato condannato
- esecutività della sentenza dopo il secondo grado
- impossibilità per i p.m. di ricorrere contro le assoluzioni
- elezione popolare e con mandato a termine (reiterabile) dei p.m.
- nomina dei giudici tra avvocati e giuristi di chiara fama
- cessazione dell’inseguimento dei capricci delle varie lobbies (a cominciare da quella degli omosessuali) che portano solo ad una deriva morale della nazione
- maggiori poteri di polizia per mantenere l'ordine e la vivibilità nelle città soprattutto in occasione delle manifestazioni no global e dei caroselli gay e rave
- cessazione di tutte le agevolazioni pubbliche alle società private a cominciare dalle banche e dalle associazioni dei consumatori
- repubblica presidenziale con ampi poteri al presidente eletto
- ripristino della pena di morte per i reati più efferati (stragi terroriste, serial killer, omicidi dopo rapimenti)
- abolizione del concetto di amnistia e indulto
.


Liberale in economia, Conservatore nei Valori


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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Un programma per l'Italia che non c'è. Non vedo riferimenti al libera chiesa in libero stato, però.

Ares ha detto...

Urka ! Veramente un programma di governo. Una realizzazione che richiederebbe o poteri assoluti o un tempo che va ben oltre una singola legislatura. Comunque sono d'accordo e avrai il mio voto

Massimo ha detto...

Water, Ares: il mio è un programma ideale, un qualcosa cui vorrei si tendesse. Poi bisogna tutto calare nella nostra realtà ...

Anonimo: libera Chiesa in libero Stato è già realtà. La Chiesa può criticare liberamente le leggi dello Stato e i rappresentanti dello Stato nonchè i singoli cittadini possono criticare liberamente gli insegnamenti morali della Chiesa. E' già realtà.