Gli iscritti all’Ump (Unione per un Movimento Popolare) il partito erede del gollismo, hanno plebiscitariamente scelto Nicholas Sarkozy come candidato alla presidenza e successore di Jaques Chirac.
Lo hanno votato praticamente tutti, ivi inclusi vecchi partner di Chirac, ad eccezione del primo ministro, il discusso e discutibile Villepin.
Adesso a Sarkozy il compito di non consegnare l’Eliseo alla sinistra.
Un compito cui può adempiere se saprà buttare a mare le ingessature antifasciste (che in Francia sono antilepeniste) che impedirebbero ad un buon 15-20% di elettorato sicuramente non di sinistra, di appoggiarlo.
E’ l’elettorato che parrebbe intenzionato a votare il Leader storico del Fronte Nazionale Jean Marie Le Pen ed è un elettorato che ha dimostrato, già da anni, di essere stabile e compatto, come nel 2002 quando, approfittando delle divisioni e delle delusioni della sinistra francese, fu proprio Le Pen ad arrivare al ballottaggio contro Chirac.
Nel 2007 si rischia esattamente l’opposto.
Il silenzio dell’Udf (il partito che fu di Giscard d’Estaing) e l’incompatibilità tra Chirac e Sarkozy potrebbero provocare la presentazione di candidature alternative nell’ambito del Centro Destra francese.
E Sarkozy rischierebbe di restare fuori dal ballottaggio.
Non credo che questo sia nell’interesse dei francesi (come è dimostrato che la sinistra di governo non è nell’interesse degli italiani nè di nessun popolo) e neppure dell’Occidente.
La Francia è già avviata su una pericolosissima china, tale da renderla la nazione più islamica del nostro continente, con una politica che è stata ostile alla liberazione dell’Iraq e ad ogni azione efficace contro il terrorismo.
La storia politica di Sarkozy ci direbbe che può invertire questa deriva se riuscirà ad arrivare all’Eliseo.
Ma quel che più conta è che all’Eliseo arrivi comunque un uomo di Centro Destra.
Allora che si presentino pure varie candidature ma che si stringa un patto a due, a tre o a quattro (cioè tra Sarkozy, Le Pen, Bayrou ed eventualmente gli altri candidati di area) per cui chi arriverà al ballottaggio avrà i voti convinti e compatti degli altri.
E’ ormai una caratteristica mondiale quella della sempre più netta contrapposizione tra Destra e sinistra.
Tra chi, cioè, fonda la sua politica sulle solide basi dei Valori tradizionali e chi invece è portatore di elementi degenerativi e devianti che porterebbero la nostra Civiltà al dissolvimento.
E’ quindi un obbligo morale, prima ancora che politico, superare le pur esistenti e motivate frammentazioni, per guardare ad un obiettivo comune che è la trasformazione della società senza rinnegarne le radici profonde e senza snaturare l’essenza di quello che è l’Occidente.
Per conseguire questo risultato è necessario avere la forza per guardare al futuro e non al passato e sfruttare la forza propositiva di ogni singola componente del Centro Destra per arrivare ad una sintesi comune, in pari dignità e rispetto reciproco.
In Francia questo si risolve con un accordo che comprenda tutti, ma proprio tutti, i candidati e aspiranti tali alla presidenza, dal Fronte Nazionale al Unione per la Democrazia Francese, passando per l’Unione per un Movimento Popolare.
Lo hanno votato praticamente tutti, ivi inclusi vecchi partner di Chirac, ad eccezione del primo ministro, il discusso e discutibile Villepin.
Adesso a Sarkozy il compito di non consegnare l’Eliseo alla sinistra.
Un compito cui può adempiere se saprà buttare a mare le ingessature antifasciste (che in Francia sono antilepeniste) che impedirebbero ad un buon 15-20% di elettorato sicuramente non di sinistra, di appoggiarlo.
E’ l’elettorato che parrebbe intenzionato a votare il Leader storico del Fronte Nazionale Jean Marie Le Pen ed è un elettorato che ha dimostrato, già da anni, di essere stabile e compatto, come nel 2002 quando, approfittando delle divisioni e delle delusioni della sinistra francese, fu proprio Le Pen ad arrivare al ballottaggio contro Chirac.
Nel 2007 si rischia esattamente l’opposto.
Il silenzio dell’Udf (il partito che fu di Giscard d’Estaing) e l’incompatibilità tra Chirac e Sarkozy potrebbero provocare la presentazione di candidature alternative nell’ambito del Centro Destra francese.
E Sarkozy rischierebbe di restare fuori dal ballottaggio.
Non credo che questo sia nell’interesse dei francesi (come è dimostrato che la sinistra di governo non è nell’interesse degli italiani nè di nessun popolo) e neppure dell’Occidente.
La Francia è già avviata su una pericolosissima china, tale da renderla la nazione più islamica del nostro continente, con una politica che è stata ostile alla liberazione dell’Iraq e ad ogni azione efficace contro il terrorismo.
La storia politica di Sarkozy ci direbbe che può invertire questa deriva se riuscirà ad arrivare all’Eliseo.
Ma quel che più conta è che all’Eliseo arrivi comunque un uomo di Centro Destra.
Allora che si presentino pure varie candidature ma che si stringa un patto a due, a tre o a quattro (cioè tra Sarkozy, Le Pen, Bayrou ed eventualmente gli altri candidati di area) per cui chi arriverà al ballottaggio avrà i voti convinti e compatti degli altri.
E’ ormai una caratteristica mondiale quella della sempre più netta contrapposizione tra Destra e sinistra.
Tra chi, cioè, fonda la sua politica sulle solide basi dei Valori tradizionali e chi invece è portatore di elementi degenerativi e devianti che porterebbero la nostra Civiltà al dissolvimento.
E’ quindi un obbligo morale, prima ancora che politico, superare le pur esistenti e motivate frammentazioni, per guardare ad un obiettivo comune che è la trasformazione della società senza rinnegarne le radici profonde e senza snaturare l’essenza di quello che è l’Occidente.
Per conseguire questo risultato è necessario avere la forza per guardare al futuro e non al passato e sfruttare la forza propositiva di ogni singola componente del Centro Destra per arrivare ad una sintesi comune, in pari dignità e rispetto reciproco.
In Francia questo si risolve con un accordo che comprenda tutti, ma proprio tutti, i candidati e aspiranti tali alla presidenza, dal Fronte Nazionale al Unione per la Democrazia Francese, passando per l’Unione per un Movimento Popolare.
In mancanza di ciò l’Eliseo, che può essere appannaggio ancora del Centro Destra, vedrà il ritorno della sinistra, per un nuovo periodo di oscurantismo che sarà sfruttato dai nemici dell’Occidente per nuove infiltrazioni e per realizzare quell’eurabia che dobbiamo, in ogni modo, contrastare.
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7 commenti:
Cmq Sarkozy prende la zuppa...
Mi dicono che sul Corriere di oggi ci sarebbe un'intervista di Fini dai toni quasi veltroniani.
Mala tempora currunt...
Il manichino vince se la Destra si presenterà divisa (e allora la Destra meriterebbe di perdere).
Per fortuna non leggo il Corserva, ma soprattutto per fortuna che sono uscito da AN nel 2003 quando quel signore cominciò con il voto agli immigrati :-D
Non sarà facile, ma solo lui ce la può fare. Sarà una partita a scacchi, vincerà chi riuscirà a mantenere il sangue freddo e anticipare le mosse avversarie.
ciao, Abr
Mah, i francesi sono tutti uguali sia a destra che a sinistra: degli stro...
Sui francesi sono d'accordo con Jet. Meglio comunque uno come Sarkozy (sì, l'unico che possa evitare la presidenza del manichino rosso) che un socialista ... come sempre, chiunque è meglio di uno di sinistra :-D
Sicuramente, meglio uno di destra...Anche perchè mi sa che, statisticamente, per come la Francia è messa oggi, 5 anni di immigrazione senza freni la renderebbero davvero eurabia...sperem...
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