Dopo Napolitano che vede nelle donne una forza morale tale da essere la panacea di tutti i mali della società, anche Bondi ha ceduto alla moda color rosa e, addirittura, ha ipotizzato per la successione a Berlusconi una donna o un uomo con la medesima sensibilità femminile (?).
Come già avvenne con le quote rosa/quote panda si assiste ad una corsa a chi la spara più grossa.
Con una grandissima confusione, tra le qualità personali e il sesso di appartenenza.
A parte la considerazione che molti tra quelli che oggi tessono le lodi dell’universo politico in rosa, furono tra i più accaniti detrattori di Margareth Thatcher.
A parte il fatto che di Thatcher in giro non se ne vedono.
Vogliamo dire che non è il sesso che rende un governante migliore, ma è il suo programma e il modo in cui lo realizza ?
A me importa poco se un presidente del consiglio sia uomo o donna, a me interessa che abbia un progetto compatibile con le mie idee e si impegni per realizzarlo.
Che cosa mai pensiamo potrebbe cambiare se al posto di Prodi ci fosse la Melandri ?
Poco o nulla: le linee programmatiche (forse troppa enfasi per indicare il misero cabotaggio della sinistra) sarebbero le stesse: tasse e divieti.
Perché poi pensare ad una sostituzione di Silvio Berlusconi il cui programma ha ancora oggi – soprattutto oggi con l’infelice esperienza prodiana – un significato di grande rinnovamento nazionale ?
Le quote rosa/quote panda sono una inutile perdita di tempo e un falso problema.
Se i parlamentari – di Destra o di sinistra - escono dai corridoi dei partiti, delle pubbliche amministrazioni o delle banche centrali, che abbiano o meno la gonna saranno comunque portatori di un modus operandi inadeguato alle esigenze della nazione.
Se, viceversa, arrivano dal mondo reale del lavoro (quello vero, non quello demagogo della triplice sindacale !) , quello concreto del fare … ugualmente non ha alcuna rilevanza se portano o meno la gonna, perché sarebbero comunque portatori di un messaggio di rinnovamento.
Di un candidato che si presenta la prima volta, dobbiamo valutare le idee che ci presenta, non il suo sesso.
Di un politico che ha già ricoperto incarichi dobbiamo valutare il grado di corrispondenza tra il fatto con il proposto, non il suo sesso.
A questo falso problema risponde bene un vecchio proverbio cinese: non importa se il gatto è bianco o nero, l’importante è che acchiappi i topi.
Come già avvenne con le quote rosa/quote panda si assiste ad una corsa a chi la spara più grossa.
Con una grandissima confusione, tra le qualità personali e il sesso di appartenenza.
A parte la considerazione che molti tra quelli che oggi tessono le lodi dell’universo politico in rosa, furono tra i più accaniti detrattori di Margareth Thatcher.
A parte il fatto che di Thatcher in giro non se ne vedono.
Vogliamo dire che non è il sesso che rende un governante migliore, ma è il suo programma e il modo in cui lo realizza ?
A me importa poco se un presidente del consiglio sia uomo o donna, a me interessa che abbia un progetto compatibile con le mie idee e si impegni per realizzarlo.
Che cosa mai pensiamo potrebbe cambiare se al posto di Prodi ci fosse la Melandri ?
Poco o nulla: le linee programmatiche (forse troppa enfasi per indicare il misero cabotaggio della sinistra) sarebbero le stesse: tasse e divieti.
Perché poi pensare ad una sostituzione di Silvio Berlusconi il cui programma ha ancora oggi – soprattutto oggi con l’infelice esperienza prodiana – un significato di grande rinnovamento nazionale ?
Le quote rosa/quote panda sono una inutile perdita di tempo e un falso problema.
Se i parlamentari – di Destra o di sinistra - escono dai corridoi dei partiti, delle pubbliche amministrazioni o delle banche centrali, che abbiano o meno la gonna saranno comunque portatori di un modus operandi inadeguato alle esigenze della nazione.
Se, viceversa, arrivano dal mondo reale del lavoro (quello vero, non quello demagogo della triplice sindacale !) , quello concreto del fare … ugualmente non ha alcuna rilevanza se portano o meno la gonna, perché sarebbero comunque portatori di un messaggio di rinnovamento.
Di un candidato che si presenta la prima volta, dobbiamo valutare le idee che ci presenta, non il suo sesso.
Di un politico che ha già ricoperto incarichi dobbiamo valutare il grado di corrispondenza tra il fatto con il proposto, non il suo sesso.
A questo falso problema risponde bene un vecchio proverbio cinese: non importa se il gatto è bianco o nero, l’importante è che acchiappi i topi.
19 commenti:
Concordo con la tua analisi. Ho sempre considerato una stupidaggine la pensata delle quote rosa. Non capisco peerche' imporre con la forza la presenza di un sesso senza alcuna valutazione meritocratica. Le donne oggi hanno a disposizione tuttti gli strumenti per partecipare alla politica. Basta utilizzarli.
Da come me ne avevi parlato mi attendevo un post antifemminista, invece mi sembra contenga dei giudizi equilibrati e delle idee condivisibili da tutti e tutte.
Voglio le quote azzurre per garantire pari opportunità agli uomini! Eppoi voglio le quote viola per i trans, le quote rosse per i portatori di handicap e le quote bianche per gli analfabeti! :-))
Concordo con il tuo post
Sul fatto del sesso sono assolutamente concorde. Non è importante sei "maschietto o femminuccia" ma solo se hai consistenza politica reale. Di contro non sono invece d'accordo con questa tua affermazione: Se, viceversa, arrivano dal mondo reale del lavoro (quello vero, non quello demagogo della triplice sindacale !) , quello concreto del fare …"
Per fare il politico ci vogliono due classiche caratteristiche: Essere cinici e tendenzialmente scorretti. Il bravo politico è colui che usa meno queste due peculiarità . E non c'è nulla da fare, perchè è cosi. Per questo non basta l'arte del "fare" ma ci vuole "l'arte" della politica, fatta di accordi, di diplomazia, di lobby e di molto altro. Quello bravo pensa oltre che ai suoi interessi anche a quelli degli altri. Tutto il resto è pura utopia. Per cambiare le cose bisogna stare con i piedi sulla crosta terrestre altrimenti si rischia di fare solo la politica dell'ideologia e delle idee senza un costrutto reale, quando invece ci vogliono entrambe le cose.
Ciao.
Il post dimostra una incomprensione del problema di fondo. Se vi e' discriminazione contro le donne, significa che vi sono donne MOLTO CAPACI che sono escluse (discriminate) dai posti-chiave della politica per far posto a uomini MENO CAPACI. Questo e' il succo della discriminazione. Le quote rosa possono servire o meno. Se tu hai in mente altri meccanismi per scacciare i politici maschi mediocri e sostituirli con politici donne in gamba, proponi e discutiamone.
Femminismo, machismo, omosessismo (o frocismo per chi dice pane al pane) sono chiari segni di decadenza morale e culturale.
A quando le quote gay?
Purtroppo in Italia avremo anche le quote omo.
Anzi, con Grillini e Luxuria, ci sono già...
Sottolineo con piacere una certa concordia sul tema.
Chris "la politica è l'arte del possibile", è vero, ma credo che Berlusconi abbia dimostrato che sia meglio lasciarla fare a chi abbia già mostrato le sue capacità professionali in altri campi, piuttosto che a dei funzionarietti.
Unica nota dissonante il solito a.r.: se una donna "molto capace" si lascia metetre in disparte d aun uomo "meno capace", allora vuol dire che quella donna non è poi così capace ... :-D
Le quote rosa sono una mancanza di rispetto nei confronti di tutte le donne, soprattutto delle donne che sanno andare avanti da sole senza che si debba loro cedere il passo come si usa fare per galanteria...
La politica non è galanteria... è un'altra cosa.
ciao
Credo, Tilt, che la tua esposizione sia ampiamente datata e ormai uno stereotipo.
Se mi guardo intorno non vedo proprio tutti questi uomini che tornano a casa e si piazzano in poltrona mentre la dolce metà sgobba per casa.
Ormai il problema potrebbe diventare evitare l'errore fatto negli Stati Uniti con le quote razziali, perchè qui le pari opportunità ci sono.
Il punto è che, come si può riscontrare nella vita professionale, sono in linea di massima le donne stesse a non avere fiducia nelle altre donne e così invece di votarle preferiscono scegliere un uomo.
Forse sbagliano, forse no.
Forse è questione di mentalità, forse è un ancestrale condizionamento per la divisione dei compiti.
Sicuramente non richiede una legislazione che inibisca la libertà di scelta con le "quote".
Non vedp èerchè, volendo, il partito "A" non possa fare una lista di tutte donne (perchè anche questo dovrebbe essere vietato) o di tutti uomini o con più donne che uomini o viceversa.
Saranno le "elettrici ed elettori" (come diceva Almirante) a scegliere,liberamente.
E questa è una opinione di Destra, perchè è una opinione di Libertà :-)
Buon anno anche a te.
L'affermazione di Tilt non è affatto datata e tantomeno uno stereotipo.
Le donne in Italia lavorano il doppio, è una realtà ancora attualissima. Lascia perdere l'esempio di 2 lavoratori (marito e moglie) dipendenti: in questo caso, forse (e sottolineo forse) il fatto di uscire e rientrare allo stesso orario fa si che probabilmente qualche compito in casa sia diviso.
Se passiamo però a lavoratori autonomi, entrambi, ti assicuro che le donne continuano ad avere anche il lavoro di cura domestico. Hanno modo di esprimere il loro talento, ma le faccende domestiche rimangono comunque affar loro. Semplicemente gli uomini arrivano a casa molto tardi, dopo aver molto lavorato certo....ma trovano cena pronta e figli sistemati. A una donna con famiglia che lavora, credimi, per essere perfetta manca una moglie. Manca il poter chiamare a casa dicendo "cara, cominciate a mangiare pure, io devo finire un lavoro". Manca il poter tornare a casa stanca morta e poter dire "che profumo, cosa hai cucinato di buono? AMore, non avessi te come potrei sopportare questo duro lavoro!"
Poi, siccome appunto devo scappare a casa perchè mi manca una moglie, finisco domani sulle queote rosa :-)))
Bentrovata, Betty :-)
Conosci da anni come la penso su questo argomento, quindi non faccio il torto di ripetere quel che già è contenuto nel post e nel mio precedente commento.
Aggiungo solo che, contrariamente all'affermazione di Tilt e fatte salve le debite eccezioni che esistono sempre e su ogni argomento, le quote rose sono "di sinistra", perchè il femminismo è di sinistra.
E le quote rosa sono di sinistra perchè sono la tipica risposta di sinistra che, ad una esigenza - vera o presunta che sia - risponde con l'intervento dello stato.
In questo caso una legge che, comprimendo la libertà di una privata associazione, vorrebbe imporre, ope legis, una situazione inesistente nella realtà, cioè una rappresentanza dosata con il bilancino del farmacista.
Ahi, ahi, ahi, Tilt, la natura di sinistra ti tradisce e ti porta a manipolare il pensiero altrui, perchè basta proseguire con la lettura del ocmmento e leggere "cioè una rappresentanza dosata con il bilancino del farmacista".
Parlamento e consigli locali devono avere una composizione decisa dagli elettori, come pure gli organismi direttivi di un circolo, di un partito che, a loro volta, decidono la composizione delle liste.
Si chiama Libertà :-)
Pensare di regolare anche la composizione di una rappresentanza parlamentare o locale (e di circoli e partiti privati) è una intromissione dello stato che riduce e può portare ad azzerare la Libertà dei cittadini.
Fare la calza ? Ognuno è libero di scegliere la sua propria attività quotidiana e non c'è nulla che impedisca alle donne di impegnarsi nei partiti, in politica, nelle aziende, esattamente come non c'è nulla che impedisca ad un uomo di dedicarsi alla famiglia.
Siamo tutti liberi di scegliere.
Ben detto, Monsoreau.
Ed è l'ennesimo argomento sul quale la pensiamo in modo diametralmente opposto :-)
Per me non potrà mai esistere alcuna "pari opportunità di partenza" (e non mi riferisco solo alla questione delle quote rose) perchè siamo diversi. C'è chi è più intelligente e chi meno, chi è più forte e chi meno, chi è più bello e chi meno, chi è più portato per la speculazione intellettuale e chi ha una maggiore predisposizione per la manualità ...
Non si può organizzare una serie di handicap per metterci tutti allo stesso livello.
Tornando alle quote rosa, le stesse opportunità di partenza esistono per tutti/e in Italia. La differenza la fa solo la diversità di ognuno, che è anche diversità di sentimento e di interessi, di capacità di aggregare e di comunicare.
Intanto, che palle, ogni discussione deve seguire il filone destra o sinistra...sei un pò ossessionato Massimo, alleggerisciti un pò....:-)
In questo caso destra o sinistra pari son.
Il problema del ruolo delle donne rispetto al POTERE: qualcuno è ancora portato a pensare che sia un problema superato, e invece non lo è. Qualcuno dice le donne non sono una specie del wwf da proteggere.
In realtà è gravissimo il silenzio con cui il POTERE vuole sotterrare l’esclusione effettiva delle donne in qualunque campo. E questo, purtroppo non è neanche più dovuto, come lo era un tempo, alla convinzione di una nostra “inferiorità” nel campo della politica o del lavoro. Oggi questo è solo l’alibi con cui riescono a fare fuori un altro nemico. Le donne oggi hanno un livello competitivo uguale a quello maschile. Ed è proprio per questo che gli uomini non le vogliono tra le palle
Oggi, in questa guerra generale, in questa competizione senza alcun freno tra esseri umani, la donna rappresenta solo un ulteriore antagonista .
Le quote rosa sono una specie di “provvedimento” istituzionale-disperato per cercare di ribellarsi ad una supremazia maschile generalmente posizionata ovunque : parlamento, senato, aziende, municipi, comuni, province, ospedali, giardinetti, parchi pubblici, panchine, garage e semafori. Credi sia colpa delle donne che non riescono a farsi votare se queste rappresentano circa il 10% dei deputati complessivi ? Ti sarà capitato di dare un’occhiata in giro e di renderti conto che le donne che rivestono cariche di potere istituzionali uno se le ricorda, proprio perché sono talmente poche che quelle poche rimangono impresse.
Sai come si scelgono le candidate? Nella maggior parte dei casi le candidate vengono scelte da un gruppo chiamato “i nominatori” (non è così ovviamente, sto facendo un po’ di ironia :-)Ma gli uomini nominati per poi nominarne a loro volta altri (un delirio di nomine), non sono nominati col televoto del “Grande Fratello”….. sono uomini nominati da altri uomini (uomini del loro stesso partito) …. Che però poi non nominano quasi mai le donne e se le nominano le lasciano agli ultimi posti, i meno importanti.
Non tutte le donne hanno delle reali capacità in senso politico. Chi non le ha è giusto che vada a casa, ma è giusto che vada a casa anche chi non le ha tra i maschietti, e temo che se dovessimo rispedire a casa tutti i maschietti incapaci, che rivestono incarichi importanti un po’ ovunque, ma soprattutto in politica….beh….chi ci resterebbe? Eppure solo alle donne è richiesto di dimostrare di avere anche delle capacità!
Ultima riflessione, e poi chiudo. Che ne sanno gli uomini che ci dovrebbero tutelare attraverso le leggi, dei nostri reali bisogni? Siamo il 52% della popolazione ma sono gli uomini a legiferare anche per noi.
Facciamo una prova: quote rosa obbligatorie per un paio di legislature…..fateci entrare nella stanza dei bottoni, quando riusciremo ad occupare la nostra metà, poi, lotta libera…..
No, no, no. :-)
Destra e sinistra hanno rilievo perchè è una forma mentis con la quale si affronta il problema.
Io (Destra) dico che siamo liberi di scegliere e poichè le donne, come dici tu, sono il 52% dell'elettorato, nulla vieta di scegliere in maggioranza donne. L'elettore è libero.
Tu (Sinistra) vuoi che quello che potrebbe (o meno) essere una libera scelta venga obbligatoriamente imposta ope legis.
Mentalità: Destra e sinistra, apputo.
Sul resto ... ci sarebbe tanto da dire.
Sarò schematico.
1) non mi ricordo l'autore di quel racconto di fantascienza che parlava delle due tribù e solo alla fine si capiva che erano la tribù delle donne e quella degli uomini. Ma, per l'appunto, è fantascienza. Non esiste "guerra" dei sessi se non in qualche antico retaggio protofemminista.
2)Partecipazione. Nei partiti c'è (c'era ... è dal 2003 che non faccio più parte di alcun partito :-) democrazia interna nella quale gli iscritti votavano gli organi elettivi che, a loro volta, stabilivano le candidature alle elezioni.
Nulla vieta che tante donne si impegnino nei partiti ed eleggano segretari e direttivi con rappresentanza femminile a loro gradita.
Se non lo fanno è, ancora una volta, una libera scelta da rispettare.
3)Il discorso sugli incapaci riguarda tutti,come ho più volte ribadito. Liberi di scegliere chi riteniamo essere il migliore, indipendentemente dal fatto se sia uomo o donna.
4)Non è colpa delle donne, ma di quelle donne che fanno politica e si candidano se non riescono a comunicare all'elettorato (maschiele e al 52% femminile) che è meglio votare per loro, anche con le quote rosa resteranno sempre invise alla maggioranza degli elettori e viste come una forzatura ed una imposizione.
5) Ad un legislatore chiedo di occuparsi dei problemi generali della nazione, non di quelli particolari o addirittura di genere. Quindi il problema "generale" può essere affrontato adeguatamente tanto da un uomo quanto da una donna, purchè ne abbiano la capacità.
6) A forza di prove, finisce che lo stato verrà veramente a regolare ogni aspetto della nostra vita, dalla culla alla tomba, senza alcuna possibilità per noi di manifestare quel che è la nostra naturale aspirazione alla libertà.
Quello che legge il problema in modo fantascientifico sei tu.
Anzi, che dico: quando semplifichi dicendo che tu, di destra, pensi che siamo liberi di scegliere vuol dire che stai indossando un paraocchi spesso e impenetrabile come un muro.
Democrazia interna ai partiti: balle! Sotto elezioni comincia una caccia forsennata per inserire donne nelle liste e fare bella figura....gli incarichi più importanti restano comunque riservati agli uomini. Forse, quando uno alla volta usciranno tutti per limiti di età, le nuove generazioni di donne riusciranno a fare passi avanti. Per ora gli uomini il loro potere lo tengono ben stretto.
Già....tutto facile......in fondo son passati solo 60 anni da quando avete deciso che anche noi si possa votare, sono passati solo pochi decenni da quando il diritto del lavoro ha sancito norme importanti come il divieto di poter licenziare la donna che si sposava, sono passati ancora così pochi anni da quando il Diritto di Famiglia ha sancito la parità di ruoli all'interno della coppia (prima recitava cose tipo "la moglie deve seguire il capofamiglia....etcetcetc)...e che cosa vogliamo ancora, pari retribuzioni nel lavoro, pari opportunità nella gestione della vita pubblica, pari di qua e pari di là...suvvia donne, a cuccia e ringraziate per gli ossi lanciati dai signori uomini così generosamente in questi anni.
Direi che le posizioni siano sufficientemente chiare e nettamente contrapposte, senza alcuna possibilità di incontro.
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