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No alla deriva

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14 febbraio 2007

Sempre col senno di poi

Dopo l’autocriticacon 60 anni di ritardo – di Napolitano sulle Foibe (ma senza ritiro a vita privata …) ecco che la vicenda, ormai a tutti nota, del nuovo nucleo brigatista sgominato a Milano mentre si apprestava a compiere attentati contro Silvio Berlusconi, Mediaset, Libero ed Eni.
Un nucleo composto da un numero mai così grande di sindacalisti cgil.
Ed ecco, puntuale, la “scomunica” del sindacato, la sospensione e l’espulsione, la condanna e le solite parole sulla “vigilanza”.
Le avevamo già sentite dopo l’assassinio di D’Antona e di Biagi.
In ambedue i casi, i giuslavoristi erano stati additati come “nemici” della “classe operaia” per le riforme che sostenevano nel mondo e nel mercato del lavoro.
Nel mirino di oggi sembra ci fosse anche Pietro Ichino autore, tra l’altro, di “A cosa serve il sindacato ?” il cui titolo è tutto un programma (veggasi anche la mia recensione del 4 dicembre 2005 ne Il Castello ).
I casi di ripensamenti, autocritiche, marce indietro, che la sinistra ha fatto nel corso degli anni sono decine.
Dalle Foibe all’esaltazione di Stalin.
Dalla Nato agli “euromissili”.
Dalla stesse brigate rosse che, da “sedicenti” sono passate ad essere composte da “compagni che sbagliano”, fino ad arrivare alla condanna senza appello
.
Ma continuano a perseverare nell’errore.
Quanti sono gli ex terroristi ora liberi e inseriti in posti istituzionali, pubblici, da consulenti ?
E quale esempio possono dare ai nuovi brigatisti che, penseranno, male che vada dopo qualche anno di galera un posto da consulente in qualche commissione non me lo leva nessuno ?
Circoscrivere a una dozzina di delinquenti il problema è riduttivo e, soprattutto, pericolosamente miope.
Si ripropone, hic et nunc, la questione dei “cattivi maestri”.
Solo pochi giorni fa, accolto come un eroe, è rientrato in Italia dalla sua comoda latitanza parigina Oreste Scalzone e le sue sono state dichiarazioni ancora una volta di fuoco.
E che dire della campagna d’odio perpetrata contro Silvio Berlusconi ?
Il più patetico l’ha recepita lanciando un cavalletto, altri l’hanno elaborata preparando un attentato devastante contro una delle abitazioni del Presidente e contro Mediaset.
E che dire ancora della campagna di delegittimazione contro quei (pochissimi) giornali che fanno opposizione alla sinistra ?
Ecco che viene elaborata e tradotta in un progetto di attentato contro il quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri “colpevole”, probabilmente, di aver scritto e pubblicato articolo particolarmente corrosivi nei confronti di un certo mondo di sinistra.
Ma i “cattivi maestri” si trovano un po’ ovunque.
Pensiamo alla scelta dei senatori di Rifondazione Comunista (il partito del presidente della camera, cioè della terza carica istituzionale !) di intitolare un’aula del loro gruppo ad un essere che ha partecipato alla devastazione di Genova nel luglio 2001 ed è morto mentre si apprestava a lanciare un estintore contro una jeep dei Carabinieri, già circondata e fatta oggetto di assalto da altri esseri come lui.
Sono tutti esempi negativi che vengono portati a conoscenza pubblica e che possono indurre a ritenere che “sia giunto il momento” per “colpire”, con quel mai sopito desiderio di sovvertire l’ordine e la legge.
E torniamo al sindacato.
Non credo sia tanto difficile “controllare” le attività dei propri dirigenti (non, chiaramente, dei semplici iscritti).
Basterebbe che le strutture responsabili delle organizzazioni esercitassero il potere di controllo e di indirizzo sull’utilizzo delle agibilità sindacali concesse dalla legge.
Attenzione: le strutture del sindacato, non delle aziende.
Ci sono gli organismi territoriali che ridistribuiscono permessi e legittimano gli incarichi aziendali.
Ebbene che controllino come vengono utilizzati i permessi e cosa fanno i sindacalisti quando "staccano", perché i loro sindacalisti non utilizzino quelle (ampie) agibilità per andare a spasso o … peggio.
Un controllo per evitare che, al prossimo giro di giostra, si debba ancora una volta prendere atto di provvedimenti di sospensione o di espulsione assunti ex post, col senno di poi, quando ormai i giochi sono fatti.

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7 commenti:

marshall ha detto...

Mandala a leggere all'on.Bertinotti e ai suoi blogger friends.

Van der Blogger ha detto...

Infatti, il dato preoccupante è che essere un brigatista lascia spazio ad una carriera nel palazzo... molto più che un normale cittadino onesto...

Ciao Mons

Anonimo ha detto...

Oggi, su La Stampa, Cremaschi, Segr.Gen. FIOM, dichiara fra l'altro:
"...Non dobbiamo farli più grandi di quel che sono. Uno degli errori degli anni ‘70 è stato proprio sopravvalutarne la forza, facendo loro propaganda. Stiamo alle giuste dimensioni: c’è un tentativo di costruire un fuoco terrorista nel nostro Paese, e va sconfitto sul nascere. Alla base di questo progetto c’è un’idea opposta a quella degli anni ‘70, quando il terrorismo cercava di infiltrarsi in una grande movimento di lotta..."

Se il principio è quello di non sopravvalutare il fonomeno possiamo cominciare a prepararci a un'altra infornata di sindacalisti terroristi, o se preferisci di terroristi sindacalisti!

Ciao Massimo.

Nessie ha detto...

Ho avuto a che fare per motivi di lavoro coi sindacati: una categoria di squallidi fancazzisti burocrati che guardano in cagnesco ogni forma di iniziativa personale. I mandanti linguistici degli assassini di Marco Biagi sono stati proprio loro. E in particolare, il Cinese Cofferati. Su Pietro Ichino, la campagna di delegittimazione è partita proprio da loro e in seno agli ambienti sindacali. POche ipocrisie: non serve andare a porgere la solita "solidarietà pelosa" se poi chi non è "in linea" con loro passa per "nemico di classe" e "traditore". Perciò, la mano armata sarà anche BR,ma i mandanti linguistici dell'odio di classe, sono loro.
Speriamo di non dover aspettare altri 50 anni per sentirci dire, quel che molti di noi sanno già da tempo. E' stato per lo meno vergognoso che nessun uomo politico abbia sentito la necessità di porgere solidarietà a Berlusconi e a Feltri. Ciao Massimo.

Massimo ha detto...

Il sindacato in Italia si è trasformato in un business economico. Tra l'altro opera in regime di favore. Per questo ritengo sia necessario che anche nel Centro Destra si crei un sindacato di area. Perchè è possibile fare sindacato in modo diverso, senza tracimare in campi estranei e, quindi, senza quei privilegi che attirano tanti "fancazzisti" o peggio per poter sfruttare le agibilità concesse dalla legge e dagli accordi.

marshall ha detto...

Nessie,
anch'io ho avuto a che fare con squallidi fancazzisti.
Se pensi a quante aziende sono fallite anche per colpa di quella categoria, è tutto dire: io ne ho le prove dirette di quelle esperienze.

Nessie ha detto...

Bene, la pensiamo nello stesso modo Massimo e Marshall. Credo che sia utile rifondare un sindacato di destra su altre basi: senza pericolosi fankazzisti demagoghi (con la K) :-)