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20 febbraio 2012

Dopo il suicidio del Pdl di Alfano

Il Popolo delle Libertà aveva suscitato, al momento della sua costituzione, una grande speranza.
Poteva essere quel contenitore di tutta la Destra e il Centro che sono maggioranza in Italia.
Poi Berlusconi fece un errore che ha pagato con la defenestrazione da Palazzo Chigi.
Invece di appoggiarsi a due alleati sicuri come potevano essere la Lega e La Destra di Storace, preso dall’ambizione di avvicinarsi alla maggioranza assoluta, imbarcò Alleanza Nazionale (nonostante la possibilità di svuotarne comunque la forza elettorale) i cui maggiori esponenti erano e sono coerenti con il progetto di Centro Destra, ma che era guidata da Fini, le cui esternazioni ne avevano già ampiamente evidenziato la più completa, ondivaga, inaffidabilità.
Pur ottenendo un buon successo alle elezioni del 2008, la presenza di numerosi parlamentari di osservanza finiota creò, da subito, le premesse per il ribaltone del novembre 2011, pur essendo riuscito Berlusconi a conservare la maggioranza in parlamento.
Sbagliata la scelta di imbarcare una quinta colonna come Fini, sbagliata la scelta delle dimissioni senza sfiducia, sbagliata la scelta di fare acquiescenza alla congiura di Palazzo che ha portato ad un governo formato da soggetti mai votati dal Popolo.
Sbagliata, soprattutto, la scelta di votare ripetutamente la fiducia, rompendo l’alleanza con la Lega, anche su quei provvedimenti, come la reintroduzione della tassa sulla casa (prepariamoci ad una autentica stangata, anche se i giornali non ne parlano …) contraria alle promesse ed alle azioni del Governo Berlusconi.
Se per Berlusconi possiamo giustificare il comportamento remissivo nel tentativo di salvare le sue aziende sotto attacco unicamente per motivi politici (e questo fornisce la misura dell’inesistente interesse per l’economia nazionale, visto che pur di abbattere Berlusconi, stanno demolendo aziende produttive e che creano lavoro buono in Italia !) non altrettanto possiamo dire dei vari Alfano (successore designato), Frattini, Larussa, Gasparri, Matteoli, Gelmini, Brambilla, Santanchè, Bondi, Verdini, Cicchitto e tutti gli altri ministri e dirigenti del Pdl , timidi nelle loro dichiarazioni o, peggio, protagonisti in negativo di vergognosi incontri finalizzati all’inciucio con i comunisti.
E’ evidente che, davanti allo squagliamento della classe dirigente e alle reiterate dichiarazioni di amore di Berlusconi verso il suo successore, l’elettorato tradizionale del Centro Destra è disorientato e si rifugia (legittimamente) nell’astensionismo, nel riflusso verso il privato e nel perseguire l’interesse individuale.
Da qui i sondaggi negativi che portano a pensare ad una non partecipazione del Pdl alle amministrative del 2012.
Voci insistenti parlano di un nuovo partito nella testa di Berlusconi e non dubito che il Cavaliere saprà plasmarne il lancio nel modo migliore e più accattivante, ma sarà sempre “l’erede” di questo Pdl ormai “sputtanato” dai reiterati incontri al vertice con il pci/pds/ds/pd e dall’appoggio al governo del Dracula di Varese.
Quello del Pdl di Alfano è dunque un suicidio annunciato, con un atteggiamento rinunciatario che aliena il sostegno della base elettorale ora alla ricerca di una nuova speranza per impedire che i comunisti tornino al governo dell’Italia.
Per questo la Destra dovrebbe cercare di superare le proprie divisioni personali e presentare nuovamente un soggetto unico che catalizzi il voto di tutti quegli elettori di Centro Destra che non prendono in considerazione alcun tipo di accordo con i comunisti e gli infidi Casini e Fini, né l’appoggio alla Spectre finanziaria internazionale che ci ha mandato Monti come guida per il tramonto della Nazione.
Il suicidio del Pdl di Alfano come araba fenice per far risorgere un partito Nazionalista, difensore della Indipendenza e della Sovranità Italiana e, quindi, della Libertà – sotto ogni forma – del Popolo Italiano.
Un Popolo che non merita i vari Napoletano, Monti, la Fornero, la Cancellieri e neppure Bersani, la Camusso, Vendola, Fini e Casini.

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5 commenti:

Nessie ha detto...

In latino si dice "cupio dissolvi". Quello del PdL è desiderio di dissolvimento. E ci riesce in pieno.

Brunetta dà ragione alla Cancellieri sui ragazzi "mammoni". Poveracci, più che mammoni, sono disoccupati.

Sacconi vuole elimanare l'art. 18 quando ormai il problema principale è la fine del lavoro in Italia, degli asset delocalizzati e della manifattura in via di smantellamento.
Alfano non decide più niente senza Bersani.

Più fessi e idioti di così SI MUORE. E difatti muoiono. Non a caso sono al di sotto dell'8%.

Nessie ha detto...

PS: Alfano non decide un bel nulla che non gli sia stato suggerito dal capo: Berlusconi. E' bene ricordarlo.

IL CRONISTA ha detto...

Non è il suicidio del Pdl di Alfano, bensì il suicidio del Pdl di Berlusconi. Ma non tanto perchè appoggia le decisioni infami del presente governo contro il popolo dei cittadini comuni che non appartengano alla casta. Ma perchè oltre che ad appoggiarlo, Berlusconi, gli ha lasciato la poltrona per fargli fare quello che è ormai chiaro sia nel dna di tutto il Pdl: considerare i cittadini lavoratori, sudditi a cui poter togliere diritti e soldi per il mantenimento delle caste.

Massimo ha detto...

ATTENZIONE: Berlusconi era e resta l'unico in grado, con un colpo di reni, di riprendere in mano il governo tagliando nuovamente la strada ai comunisti. Non abbiamo alternativa.

Nessie ha detto...

Sì, ma ora è sde-renato :-)