Nel giorno in cui l'ex ministro Scajola viene assolto da ogni addebito in relazione alla compravendita della sua casa presso il Colosseo, la ministra De Girolamo, senza aspettare il voto dell'aula, ha presentato le dimissioni da ministro dell'agricoltura.
In realtà le aveva già presentate per la scelta del pci/pds/ds/pd di aggredire Berlusconi poi, per motivi suoi, aveva accettato la decisione di Letta di respingerle e, quando gli "alleati", votarono per l'estromissione del Cavaliere dal senato, non rinnovò tale giustificatissimo, sotto il profilo politico, atto.
Come non le presentò quando Letta e Saccodanni hanno violato i patti e le promesse facendoci pagare la cosiddetta "mini" imu.
La De Girolamo si dimette per "dignità offesa" dal mancato appoggio del governo e di Letta nella vicenda in cui non c'è nulla di nulla contro di lei e neppure è indagata.
Io avrei apprezzato le dimissioni per solidarietà con Berlusconi, o per solidarietà con i cittadini tartassati, non mi piace chi scappa invece di combattere, soprattutto quando non ha neppure un p.m. alle calcagna.
Non ci si deve dimettere per le aggressioni dei nemici.
Berlusconi si è dimesso due volte (nel dicembre 1994 e nel novembre 2011) e ha fatto malissimo.
Una volta che sei fuori, sei indebolito e gli avvoltoi volano sempre più basso.
Mi auguro, almeno, che la De Girolamo abbia compreso l'errore dell'abbandono del Cavaliere e torni a casa: sarà accolta immolando l'evangelico vitello grasso.
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