Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

02 agosto 2025

Ehi, oste, è buono il tuo vino ?

La sentenza della corte di giustizia europea rappresenta plasticamente la risposta dell'oste nel vecchio detto popolare richiamato nel titolo.

L'oste, a chi gli domanda se il suo vino fosse buono, non risponde altro che "certo, è il migliore" !

Così dei magistrati, in una controversia che oppone uno o più magistrati ad un Governo regolarmente eletto dal Popolo (ma anche a qualsiasi altra controparte, che si tratti di un incidente stradale o di una bega tra comari di condominio) non potranno fare altro che dare ragione ai propri simili.

Con un altro proverbio tratto dalla saggezza popolare si può dire che "cane non mangia cane".

Per questo l'ennesima invasione di campo dei magistrati non mi sorprende, nè mi indigna, mi sorprende invece la sorpresa di chi si sorprende e del Governo che sembra attribuire ancora credibilità ai magistrati di ogni latitudine, invece di agire per far prevalere la volontà popolare che si è manifestata con un voto politico inequivocabile, anche in ordine al respingimento dei clandestini e per una soluzione definitiva di quel problema, con le buone o con le cattive.

La Meloni, Salvini e gli altri rappresentanti eletti del Centro Destra non sono certo degli sprovveduti e non posso che affidarmi e dare fiducia alle loro scelte, ma il punto è vedere fino a quando si presteranno ad un minuetto che, lasciando l'ultima parola sempre a dei magistrati (e non ha importanza che siano italiani, francesi, tedeschi o di qualsivoglia nazionalità) li vedrà sempre perdenti.

Perchè per quanto possano modificare le leggi, i magistrati che si ammantano del diritto ad interpretarle, le gireranno sempre a supporto delle loro ideologie, perchè sono uomini come tutti noi.

E senza presentarsi alle elezioni, anche perchè tutti i magistrati che si sono presentati o hanno formato un partito, ne sono usciti con le ossa rotte o da semplici portatori d'acqua di qualche capo politicamente più valido, sprofondando nella palude dei peones ben remunerati.

Quando il Centro Destra deciderà di agire e non di fare continui e inconcludenti giri di valzer tra codici, pandette, sofismi e cavilli, allora, finalmente, portando a soluzione il problema dei magistrati, porterà anche a soluzione quello dei clandestini.

01 agosto 2025

L'estate tra grandi manovre di carta e razionale concretezza

Ogni estate, salvo cataclismi naturali, guerre devastanti o morti illustri, c'è ben poco di cui parlare in politica, è adesso quindi che esplodono i complotti, che si riesumano cadaveri del passato e si costruiscono castelli destinati a crollare con il ritorno dell'autunno.

Leggo infatti le più fantasiose ipotesi di aggregazioni, crisi, liti, riavvicinamenti.

Un incontro, tutto sommato di scarso rilievo come quello tra Tajani e i due figli maggiori di Berlusconi, ha consentito ai "professionisti dell'informazione" di riempire una paginata di dietrologie.

A sinistra sperano che sia la spallata, che nè loro ne' le toghe rosse riescono a dare, al Governo Meloni, salvo poi doversi risvegliare con il figlio di Berlusconi che considera lo ius scholae non di interesse.

Al centro sperano che sia l'avvio di una aggregazione che possa restituire quel potere che i cosiddetti centristi non hanno più e che, nella seconda repubblica, si manifestava essenzialmente con un ruolo determinante per far cadere i governi di cui facevano parte, non avendo la forza per trainare in proprio un governo.

E già si affacciano i vari candidati alla primazia del centro, da Renzi a Calenda, senza dimenticare tutta quella palude di "civici", alcuni dei quali riescono ad avere una pallida copertura mediatica nazionale quando occupano una poltrona da sindaco.

A Destra, invece, sperano che un errore, come il lancio convinto dello ius scholae, che infatti è stato stoppato da Pier Silvio Berlusconi, convinca elettori di Forza Italia a spostarsi sui più affidabili partiti Fratelli d'Italia e Lega ai quali, ricordiamocelo, mancano un pugno di seggi per avere la maggioranza assoluta in parlamento, senza doversi compromettere con i centristi.

Ci sono poi quelli che vagheggiano l'ingresso in politica di Pier Silvio Berlusconi, senza considerare che il padre aveva un carisma, una empatia che il figlio non ha, visto che quando parla sembra Robby il robot della pubblicità Candy degli anni Sessanta ("or che bravo sono stato, posso fare anche il bucato?"), ma, soprattutto, Silvio Berlusconi ebbe fortuna perchè entrò in politica da leader in un panorama in cui tutti i possibili leaders anticomunisti erano stati ingabbiati, fisicamente o moralmente, dai magistrati e chi poteva assumersi l'onere di rappresentare un polo che poi fu chiamato "della Libertà", Mario Segni, fece il clamoroso errore di preferire una coalizione centrista con i resti della dc, guidati da Martinazzoli, condannandosi alla irrilevanza ed alla fine politica.

Oggi i Leaders, nel Centro Destra, ci sono, a cominciare dalla Meloni e da Salvini che sta lentamente riacquistando credibilità dopo gli errori del 2021 (partecipazione al governo Draghi con i comunisti) e di gennaio 2022 (sostegno e voti alla riconferma di Mattarella al Quirinale).

Quel vuoto dal quale Silvio Berlusconi emerse con facilità, oggi non c'è e questa è la più grande difficoltà di chi volesse provare a ripetere l'impresa del 1994.

E mentre i "professionisti dell'informazione" costruiscono castelli in aria, illudendo gli oppositori del Governo, Giorgia Meloni continua ad incamerare riconoscimenti e, forte della sua ancora giovane età, gira le capitali di quegli stati che possono aiutare l'Italia nella nostra riemersione dall'oblio come grande nazione, con uno specifico ruolo regionale, nell'area del Mediterraneo.


31 luglio 2025

Mattarella vs Putin

Non stimo Mattarella.

Fino ad oggi, in 10 anni al Quirinale, non ha dimostrato, a mio avviso, quella imparzialità che dovrebbe essere l'unico abito indossato da un Presidente di tutti gli Italiani e ritengo abbia giocato solo per la sua fazione, di cui spesso, mi sembra anche oggi, assume la supplenza di una guida politica che la sinistra non ha.

Non condivido la maggior parte delle sue esternazioni (in realtà non me ne viene in mente una sola che possa condividere delle ultime che ho ascoltato), che siano in campo etico, antifascista, di politica estera e quindi non mi riconosco in un presidente che, per me, dovrebbe solo limitarsi ad eseguire una certificazione notarile di quel che gli viene sottoposto dalla maggioranza ed avere spazio nei telegiornali, come faceva Saragat, solo quando vinceva l'Italia o moriva qualcuno cui il Quirinale inviava puntualmente un telegramma di felicitazioni o di condoglianze.

Anche sulle due grandi questioni aperte, Russia e Gaza, non condivido le sue posizioni.

Detto ciò non condivido neppure la reazione di quanti, con i quali pure condivido idealmente molto, si schierano con Putin e la Russia nella querelle con il Quirinale.

Per quanto ci si dovrebbe attendere una reazione da parte di coloro verso i quali, da tre anni, vengono indirizzate critiche (eufemismo), quando queste reazioni colpiscono quel che, nel bene e nel male, incarna una istituzione della nostra Nazione, non si può stare dalla parte dello straniero.

In sostanza: Mattarella lo posso criticare io, lo possono criticare gli Italiani, non però un governo straniero.

Per me, schierarsi con un governo straniero che critica il criticabilissimo (ma solo dagli Italiani) Mattarella, è come festeggiare da 80 anni l'anniversario di una sconfitta militare e di una occupazione straniera dell'Italia.

Right or wrong, is my Country.

30 luglio 2025

Inversione di rotta ?

In questi giorni, mentre i cattocomunisti non finiscono di travasare bile per il fallimento della loro unione europea, assistiamo ad un altro scricchiolio dell'impalcatura rossa, quella del woke, lgbt, cancel culture, del politicamente corretto.

Le due immagini sono di due donne, bianche, bionde, occhi azzurri, snelle, non so se eterosessuali, ma tutto lo lascia intendere.

Una è vera, l'attrice Sydney Sweeney (in alto a sinistra), l'altra è una elaborazione dell'Intelligenza Artificiale.

La prima è diventata bersaglio di critiche per la sua pubblicità di jeans, perchè si sarebbe prestata a cambiare la narrazione che cercava di spingere nella pubblicità con la presenza di modelli negri, omosessuali o sovrappeso.

La seconda si è presa la copertina di Vogue.

Mi piace pensare e sperare che sia solo l'inizio di un ritorno al buon senso, alla tradizionale concezione del bello che si evolve, gradualmente, con il cambiare della società, ma che mantiene alcuni canoni inalterati.

Le forzature del politicamente corretto vengono spazzate via da un paio di pubblicità, una delle quali addirittura creata da un computer.

Forse c'è ancora speranza, per la Terra e per l'Umanità, che torni a prevalere il buon senso.

Ah, meglio precisare: io preferisco l'attrice che esiste davvero, anche perchè credo che qualche, lieve, imperfezione renda il tutto ancora più bello.

29 luglio 2025

L'accordo sui dazi manda ai matti la sinistra

L'accordo sui dazi concluso da Trump e dalla Von der Leyen non è ancora un completo articolato (comunicazione odierna della stessa commissione ue che lo annuncia solo per i prossimi giorni) che la sinistra reagisce, come al solito, per sentito dire.

Le dichiarazioni della Schlein e del suo circolo dei sette nani sono un concentrato di incoerenza, baggianate, odio e invidia verso la Meloni, numerologia a caso, grave nocumento agli Interessi Nazionali e manifestazione di totale, imbarazzante inconsistenza.

Guidando questa mattina ho ascoltato le più assurde affermazioni, spesso di una banalità incredibile come quella di un presidente di qualche associazione di imprenditori che ha detto "tutto quello che è imposto oltre lo zero è per noi un costo aggiuntivo".

Ma no ?!?!?
Caspita, una rivelazione alla quale nessuno avrebbe mai pensato !

Calenda, senza neppure aver letto il capitolato di intesa (per il semplice fatto che ancora non c'è) ha sparato numeri: 200mila disoccupati, venti miliardi di perdite ...

Renzi non perde occasione per una malmostosa ironia, ma sbaglia bersaglio e invece di beccare la VdL, lancia i suoi fulmini spuntati sulla Meloni ed ha solo il buon gusto di non proporre se stesso per le trattative, ma casca sul genio del "volete i condizionatori o la pace" che non ci fece ottenere nè i condizionatori e neppure la pace.

Si alza dalla palude in cui era scomparso pure Bonaccini per dire che la Meloni non ha toccato palla, dopo che il suo partito aveva intimato che la Meloni non dovesse interferire con le trattative che dovevano essere condotte dalla commissione.

La Schlein che intima alla Meloni di dire come intende "attutire" gli effetti, ancora sconosciuti, dell'accordo e la ciliegina di Conte che, manifestando una fantasia che non gli attribuivamo, chiede: la Meloni riferisca in parlamento (ma alle trattative c'era la VdL, non se lo ricorda ? Sì, quella che proprio i suoi europarlamentari elessero nel 2019 con il loro voto determinante !).

Ma, ad onor del vero, la perla, fortunatamente solitaria da quel versante politico, arriva da un ministro del Centro Destra, Pichetto Frattin che dice che con Kamala Harris sarebbe andata meglio per l'unione europea.

Allora hanno fatto bene gli Americani ad eleggere Trump, perchè il Presidente degli Stati Uniti, come il presidente di qualsiasi nazione, deve fare gli interessi della propria nazione non di quelle altrui.

Insomma un quadro clinico (perchè di pura schizofrenia politica si tratta) che indica come la sinistra abbia la febbre alta.

Ci sarà tempo per vedere gli effetti di un accordo che, per il solo fatto che esiste, è un bene per l'Occidente, ma intanto la sinistra è già entrata in un corto circuito in cui si dice unionista, chiede ancora più europa, ma nel contempo rifiuta l'accordo che la sua europa, con personaggi da lei stessa scelti e votati già dalla scorsa legislatura, votati due volte, quindi, in base a regole che lei stessa ha imposto alle 27 nazioni ed ai 27 popoli che compongono l'unione, ha concluso con Trump.

Non ho fiducia nella capacità di ragionamento di chi vota a sinistra (diversamente non voterebbe a sinistra !) ma l'incoerenza e l'approssimazione della Schlein e dei suoi sodali è talmente lampante che, forse, non è una illusione pensare che qualcuno, ancora con l'anello non completamente fissato al naso, possa fare una riflessione e redimersi, scegliendo la linearità di chi persegue l'Interesse Nazionale: il Governo Meloni.

28 luglio 2025

Ancora fiele per Macron

E' di ieri sera la comunicazione dell'avvenuto accordo tra l'unione europea e gli Stati Uniti in materia di dazi.

La materia è talmente complessa e riguarda la pressochè totale gamma merceologica, ognuna delle quali ha le sue caratteristiche e necessità, che, anche se si avesse a disposizione il testo con gli esatti termini dell'accordo, sarebbe impossibile dare una valutazione se non di carattere generale.

E le valutazioni di carattere generale fanno prevalere l'aspetto politico su quello tecnico che potrebbe vedere, ad esempio, i produttori di tondini lamentarsi e quelli di parmigiano brindare.

La valutazione politica dice che l'accordo è un bene, perchè i 27 europei e gli Stati Uniti appartengono alla stessa famiglia occidentale quando il nemico, per tutti, è la Cina.

Chiudere (tra l'altro in soli 6 mesi, dal 20 gennaio quando entrò alla Casa Bianca Donald Trump) una vertenza di tale portata, mi sembra un buon auspicio per il futuro.

Nello specifico è vero che Trump appare come il "padrone" che ha fatto "saltare" come voleva lui la Von der Leyen, ed è vero che gente come Macron e Sanchez, capofila dei talebani che volevano il "bazooka" contro gli Stati Uniti, sono costretti ad incassare un'altra sconfitta, abbozzare e bere il fiele dell'accordo, ma se consideriamo il punto di partenza, come ricordato anche in passato, si tratta non di un regalo agli Stati Uniti, bensì di un riequilibrio rispetto ad un, di lunga data, squilibrato rapporto commerciale, iniziato non con i dazi, ma con la imposizione di tasse, regole, esclusione di tipologie di prodotti con la scusa dell'ambientalismo, che l'unione europea, nella sua bulimica legislazione, ha prodotto negli anni.

Personalmente sono per un Mercato che sia libero da ogni imposizione e da ogni tassazione, in cui "vince" il prodotto che per qualità e prezzo viene premiato dai cittadini che lo comprano.

Ovviamente per i prodotti (che poi sono essenzialmente quelli che provengono dalla Cina e da altri mercati orientali) il cui costo viene alterato in origine da sfruttamento dei lavoratori, disapplicazione delle norme di sicurezza sanitaria e sul lavoro, agevolazioni statali finalizzate a tenere bassi i costi, allora sì che devono essere applicati dazi tali da riequilibrare i prezzi.

Non ho ancora sentito le lamentele che mi aspetto dai produttori dei vari settori (a parte quelle dei cattocomunisti che, oltre ad essere solo produttori di chiacchiere e non di beni e servizi, comunque vada, incolpano la Meloni, per l'accordo definito dalla Von der Leyen, dopo averle intimato di astenersi dall'interferire con le trattative europee) ma è un obbligo, una sorta di "atto dovuto", per vedere se riescono a strappare, all'unione o all'Italia, un "aiutino" con la scusa del rimborso per maggiori costi o altro.

Purtroppo la pessima abitudine data dai governi cattocomunisti di elargire, a spese di tutti, aiuti sotto forma di rottamazioni, incentivi, contributi per avere in cambio scelte ideologiche come quelle ambientaliste, hanno innescato un circolo vizioso che ci portiamo dietro ancora oggi e che non è estraneo alla burocratizzazione e relativi costi anche del mercato europeo.

Mi aspetto quindi una lunga lista di richieste per ottenere agevolazioni, rottamazioni, bonus ed ogni altro vantaggio, tutto a debito della collettività e spero che il Governo sappia dire dei "no".

L'accordo potrebbe anche essere benefico in prospettiva, perchè il riequilibrio imposto da Trump e le sue critiche alle manie ambientaliste per le cosiddette rinnovabili e le pale eoliche, potrebbero dare impulso a quanti sostengono la necessità di ridurre i costi e abbattere le barriere del mercato interno che sono essenzialmente di carattere ideologico, finalizzate ad imporre un cambiamento nel modello di sviluppo e dello stile di vita dei cittadini che, però, non è nel sentimento dei Popoli e delle Nazioni europee e si dimostra solo un costo.

Intanto, nel momento in cui scrivo, prima del solito perchè oggi piove e ci sono 18 gradi esterni, la borsa guadagna l'1%, ha superato i 41mila punti e lo spread è sceso a 86 punti.

Forse la pioggia che scende è alimentata dalle lacrime della Schlein e dei suoi sette nani che le fanno la e da corte, perchè la Meloni, lungi dall'affossare l'Italia come vaticinavano tre anni fa, la sta risanando e ad essere isolati nell'unione europea sono i loro amichetti e non il nostro Presidente.



26 luglio 2025

Lo stato palestinese è una invenzione politica: non è mai esistito

Un francese piccolo, piccolo, altamente pericoloso per l'incarico cui i francesi lo hanno eletto (due volte !) pur di non scegliere Marine Le Pen, alla perenne ricerca di un cono di luce internazionale visto che in patria ormai preferiscono coprirlo di insulti, ha mollato la sua periodica flatulenza dichiarando che "la Francia" riconoscerà a settembre lo stato di Palestina.

Però lo stato di Palestina è una invenzione moderna, mal riuscita come possiamo vedere, perchè mai è esistito nella Storia.

Esiste una regione geografica, la Palestina, in cui, nel corso dei secoli e ormai dei millenni, si sono susseguite occupazioni, domini, governi, che si sono sistematicamente sovrapposti alla popolazione originaria formata prevalentemente da semiti (ma i Filistei non lo erano), tra i quali gli ebrei erano preponderanti, ma mai diedero vita allo stato di Palestina.

Si sono avvicendate dominazioni pre romane, i Romani (quelli veri e poi i Bizantini), gli Ottomani, i Crociati, gli Inglesi.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, volendo creare uno stato ebraico, si decise di delimitare alcuni territori della più vasta Palestina e, contestualmente, creare due entità statali, una ebraica ed una araba con le popolazioni che già abitavano quella terra e con quelle che sarebbero arrivate con le migrazioni.

Lo stato ebraico, Israele, fu costituito, ma quello arabo no e non per l'ostilità di Israele che ancora non esisteva, ma degli stati arabi confinanti che, rifiutando l'idea stessa dell'esistenza di Israele, istigarono gli arabi di quel territorio ad andarsene e, quindi, a prendere le armi contro gli ebrei, promettendo che quello stato sarebbe stato cancellato e avrebbero potuto prenderne possesso, ma nel frattempo, quei territori (Gaza e Cisgiordania) che erano stati individuati per la costituzione dello stato arabo, furono annessi rispettivamente all'Egitto e alla Giordania.

Le guerre che si sono combattute dal 1948 hanno poi consolidato lo stato di Israele che fu infine riconosciuto, obtorto collo, dagli stati arabi confinanti, rimanendo in ballo la popolazione araba che non aveva accettato di assumere la cittadinanza israeliana (ci sono degli arabi israeliani che hanno anche loro partiti e loro rappresentanti alla Knesset).

Questa popolazione fu cinicamente utilizzata dai capi degli stati arabi per cercare di scardinare Israele, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di creare un bacino di formazione di terroristi che da almeno settanta anni si sono resi responsabili di dirottamenti, attentati, omicidi, stragi.

La popolazione civile, che ad un certo punto fu definita "palestinese", pagò e continua a pagare le scelte dei propri capi, la pretesa di distruggere Israele e tutti gli atti terroristici commessi in loro nome.

Furono cacciati dalla Giordania e trovarono alloggio in Cisgiordania, creando problemi al Regno Hascemita di Amman e quindi sotto l'amministrazione militare di Israele (che forse adesso è in procinto di annettersela), furono cacciati dalla Siria, dal Libano che devastarono importando, in uno stato che fino ad allora era ricco e pacifico, le lotte religiose e gli attentati terroristi, fino a rifugiarsi in Gaza, territorio egiziano, occupato dagli israeliani (non ricordo se nella guerra del 1968 o del 1973) dove, con regolari elezioni, la popolazione si mise nelle mani di una banda di terroristi denominata Hamas, dividendosi dagli arabi che si erano insediati in Cisgiordania e rappresentati da Al Fatah, l'organizzazione fondata da Arafat che negli anni passò dal terrorismo attivo al tentativo di accreditarsi come padre della patria creando una finzione denominata "Autorità Nazionale Palestinese" che però non ha un territorio che sia in grado di controllare in modo autonomo e sovrano, ma che tanti, a cominciare dall'onu, fingono di considerare una autorità statale.

Parlare quindi di "stato palestinese" è una finzione politica, perchè uno stato, per esistere, deve avere un territorio definito che controlla con la sua autorità civile, con la sua polizia per mantenere l'ordine e che viene difeso da un esercito regolare.

Tutto questo non esiste in nessuno dei due territori originariamente destinati ad uno stato arabo e che non nacque per la scellerata presunzione degli stati arabi confinanti con Israele di cui oggi abbiamo solo degli echi nella retorica dell'Iran e delle organizzazioni terroriste come Hamas, Hetzbollah, Houthy.

Macron fa pena (di più la fanno quelli della sinistra italiana che accorrono sul carro di un perdente per di più isolato visto che non è seguito neppure dal suo sodale Starmer, per non parlare di Merz e continua a prendere schiaffoni da Trump come un indisciplinato alunno somaro dei collegi di una volta) e con le sue dichiarazioni non rende certo un servizio alla popolazione civile che sta pagando oltre ogni limite colpe non sue (se non per obbedire, spesso costrettavi con la forza, agli ordini dei terroristi che spadroneggiavano a Gaza) e che vorrebbe una pacificazione reale e non accordi levantini che vengono manipolati e disattesi al calar del sole.

Pur non condividendone l'impostazione (personalmente credo che i cosiddetti palestinesi dovrebbero, se ancora possibile, se ancora accettabile da Gerusalemme, essere inglobati nello stato di Israele come arabi israeliani come quelli che rimasero in Israele) molto meglio l'impostazione del Governo Meloni che sostiene il ritorno ai "due stati", che presuppone il reciproco riconoscimento quale entità statuale con pienezza di diritti, ma solo una volta consolidata la questione del diritto di Israele all'esistenza autonoma e dopo il completo rilascio, senza condizioni, degli ostaggi israeliani vivi e morti.

Anche perchè, per quanto possa essere suggestiva la visione di trasformare Gaza in una nuova Sharm El Sheik,  l'ipotesi di un ricollocamento altrove mi sembra alquanto azzardato, non vedendo quali popolazioni potrebbero accettare l'immissione di un paio di milioni di nuovi abitanti la cui storia di terrorismo e di guerre non incentiva certo una convivenza pacifica e proficua.

25 luglio 2025

L'hanno vista arrivare, ma l'abbiamo tutti sottovalutata

Continuano i riconoscimenti internazionali per Giorgia Meloni, ultimo Time.

Credo che siano riconoscimenti non solo meritati ma che rispecchiano completamente la realtà dei fatti.

La Meloni si è dimostrata in grado di gestire meglio dei suoi predecessori la delicata materia del governo della Nazione e questo quando, lo confesso, anche da me, era stata sottovalutata e sottostimata la sua capacità di esprimere una leadership.

E non parlo di quei baggiani che, ancora oggi, continuano, con atteggiamento snob (e mi piacerebbe sottoporli ad una prova di cultura generale) a ironizzare sul diploma alberghiero, o di quelli che le imputano di non aver fatto tutto e subito dimenticando tutti quelli che frappongono ostacoli a cominciare da un Mattarella più che interventista, ma parlo di quelli che, come me, non conoscendola se non per sentito dire o letto, non erano stati in grado di percepirne la forza politica.

A nostra scusante abbiamo illustri esempi del passato, quando anche altri leaders, poi passati alla Storia con tutti gli onori, come Ronald Reagan e Margareth Thatcher, furono all'inizio irrisi, sottovalutati, dileggiati, osteggiati, prima che venissero pienamente riconosciuti i loro meriti e la loro capacità di influenzare il progresso delle rispettive nazioni (e non solo) anche negli anni successivi a quelli in cui hanno governato (e non furono pochi: 8 per Reagan, 12 per la Thatcher ed entrambi passarono il testimone per altri 4 e 6 anni al loro "delfino").

Non pretendo di condividere tutto quello che dice o fa (ribadisco che non condivido il sostegno a Zelensky) ma che il cammino, per quanto accidentato, lento, tortuoso, non perda di vista quello che è l'Interesse Nazionale, senza cedimenti alle mode indotte da minoranze urlanti e bramose di privilegi.

Che la Meloni sia sulla strada giusta, infatti, non lo si desume dai riconoscimenti internazionali, con i commenti pelosi dei "professionisti dell'informazione" che anzi ne certificano il successo con le loro cronache rabbiose, ma dalla ostilità crescente dei sindacati, delle curie di osservanza zuppiana, dei magistrati, delle associazioni a sostegno dei privilegi per le minoranze e della follia ambientalista.

Finchè quelle categorie urleranno contro i suoi provvedimenti, più che per i riconoscimenti - graditissimi - internazionali, noi avremo la certezza che la strada che la Meloni sta percorrendo è quella giusta ed è anche la NOSTRA strada.


24 luglio 2025

L'Italia della Meloni ha una economia in salute

Nonostante sia in pensione da ormai più di cinque anni, sono sempre restio ad affrontare tematiche che erano, in tutto o in parte, attinenti alla mia attività professionale.

Non parlerò quindi della corbelleria, votata all'unanimità su proposta, purtroppo, della Lega, che crea l'obbligo in capo alle banche di aprire un conto corrente a chiunque ne faccia richiesta e inibisce il recesso unilaterale per i rapporti attivi, ma di quello che passa sotto il nome di "risiko bancario".

Le prime, consistenti, fusioni, sotto varia forma, risalgono all'aggregazione che nel 1998 vide il Banco Ambrosiano Veneto e Cariplo unirsi per poi inglobare e rivendere in tutto o in parte altre aziende, fino ad arrivare all'attuale prima banca italiana, Intesa Sanpaolo.

Prima ancora, ricordo di piccole acquisizioni di banche locali spesso dal nome evocativo (una per tutte: Gatto e Porpora) il più delle volte su impulso di Banca d'Italia per evitare che una difficoltà finanziaria si riversasse sui clienti dell'Istituto con la perdita dei loro depositi.

Ma anche dopo il 1998 l'intervento della Banca d'Italia è stato spesso determinante per una aggregazione, sempre come azione con finalità difensive di sistema.

Del resto erano gli anni in cui il sistema bancario era attraversato da una profonda ristrutturazione, tale da indurre le parti ad istituire, senza alcun costo per lo stato !, un "fondo esuberi" (solidale) quale ammortizzatore per le necessarie uscite di personale, per un verso considerato "esubero contabile", ma anche, in prospettiva, superiore alle necessità che si andavano prospettando con la progressiva e poi galoppante introduzione della digitalizzazione.

Mi basta pensare al fatto che quando iniziai l'attività professionale si scriveva con una macchina da scrivere, spesso neanche elettrica e le copie venivano predisposte con carta a carbone e veline, ma quando andai in pensione eravamo già nell'era del lavoro da casa tramite collegamento internet.

Come sempre, il quadro che ho delineato è approssimativo e generico, solo finalizzato a fornire una infarinatura sui precedenti di una situazione che, oggi, vede una operazione, considerata ostile dalla "preda", in pieno sviluppo (l'Opa Mps su Mediobanca) in cui, per la prima volta, vedo una aggressiva campagna pubblicitaria della "preda" con annunci ripetuti per sollecitare gli azionisti a non conferire le loro azioni.

Contemporaneamente abbiamo avuto il successo dell'operazione Bper su Popolare Sondrio e la rinuncia di Unicredit alla sua Opa su BPM.

Gli azionisti, ovviamente, decideranno seguendo il loro interesse, a me invece piace rimarcare come queste attività denotino un momento di particolare salute del nostro sistema bancario, essenziale per sostenere ogni tipo di imprenditoria economica e i consumi delle famiglie.

Siamo passati, in una trentina di anni, da fusioni di carattere difensivo, a fusioni finalizzate ad aumentare la ricchezza, all'espansione delle attività e del perimetro degli Istituti Bancari.

E questo segnale di salute delle banche rispecchia lo stato di salute dell'economia italiana, certificato persino dalle ostili agenzie di rating, due giorni fa dal Fondo Monetario Internazionale, dal famigerato spread caro a Monti che si avvia a consolidarsi sempre più frequentemente sotto i 90 punti.

C'è un unico punto dolente, che è eredità non tanto degli ultimi undici anni precedenti il settembre 2022 (che pure hanno aumentato il debito pubblico di quasi 1200 miliardi !), quanto delle scellerate politiche della prima repubblica, con nazionalizzazioni, poi privatizzazioni in svendita, elargizioni di assistenzialismo, assunzioni nel pubblico, ipertrofia statalista, ampliamento di ogni intervento pubblico con relativi costi ripetuti negli anni e ormai divenuti "diritto acquisito" dai beneficiari.

Fermare l'aumento del debito è impossibile senza togliere provvedimenti spesso clientelari (come il reddito di cittadinanza), soprattutto se si moltiplicano le richieste di intervento e di contribuzioni a carico dello stato per questo e quello.

Ma fermare e quindi invertire il processo di aumento del debito è necessario se vogliamo completare il risanamento della nostra economia, facendo pagare i beni ed i servizi a chi ne usufruisce e non scaricandone il costo sull'intera collettività.


23 luglio 2025

Che fate ? Ci cacciate dalla ue ?

La commissione dell'unione europea ha, ancora una volta, respinto le proposte dell'Italia per la soluzione della questione dei balneari.

Dal 2006, con una serie di rinvii che dovrebbero finire nel 2027, gli stabilimenti, oggi in concessione a lavoratori italiani prevalentemente del luogo che hanno saputo far crescere il turismo balneare, offrendo servizi e strutture di qualità, potrebbero passare di mano perchè le concessioni, secondo l'ukase dell'unione europea, devono essere messi all'asta, con concorsi aperti a chiunque.

Anche alle multinazionali, piene di denaro, proprietà di stranieri, prevalentemente sceicchi o similari.

L'Italia, con la Meloni, ha affrontato il problema, proponendo di conteggiare nei chilometri di spiaggia anche quelle al momento non ancora utilizzate.

Questo avrebbe consentito di ridurre le concessioni da sottrarre a chi le ha valorizzate per metterle e disposizione degli speculatori stranieri.

Poi ha proposto un sistema di indennizzi per chi dovesse perdere la concessione, a carico dei subentranti, che tennero conto dell'avviamento, delle opere realizzate, fisse e mobili, della valorizzazione del paesaggio e della sua conservazione.

La commissione europea ha respinto anche queste proposte.

Andreotti diceva che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, allora io penso male e sospetto che dietro l'intransigenza dell'unione europea non ci sia amore per il Libero Mercato, visto che in molteplici altri casi abbiamo assistito ad un dirigismo socialista peggiore del soviet dell'Urss, ma un tentativo di replica degli affari oscuri trattati con Big Pharma in epoca covid e per tutte le vaccinazioni che vorrebbero imporci.

La minaccia è rappresentata da sanzioni, multe.

E se non pagassimo, cosa accadrebbe ?
Ci caccerebbero dall'unione europea ?

Non varrebbe la pensa provarci ?

E se quindi compensassimo le multe con il maggior importo che, come terzo contribuente netto, stiamo versando all'unione ?

Come potrebbero opporsi ?

Manderebbero l'esercito europeo ad occupare l'Italia come una qualsiasi Unione Sovietica nei confronti degli stati a sovranità limitata ?

Ci chiudono il mercato interno ?

Benissimo, ci sono altri 170 stati nel mondo oltre ai 26 dell'unione europea (semprechè tutti aderissero all'ostracismo contro l'Italia e non è detto ...).

Purtroppo abbiamo una quinta colonna che opera dall'interno per regalare mari e Sovranità, facendo il gioco dell'unione europea, per un internazionalismo mai riposto.

La sinistra italiana, come risulta in ogni dichiarazione, ad ogni evento che coinvolga la politica estera ed economica, gioca per lo straniero, come facevano i principotti italiani dal Medio Evo in poi.

E' un ostacolo, moltiplicato dalla complicità di tutti coloro che spingono per avere più europa e considerano il cosiddetto diritto comunitario superiore al diritto interno, che rischia di vanificare in gran parte la difesa che il Governo Meloni sta facendo della Italianità in ogni sua espressione.


22 luglio 2025

Un Uomo solo al comando

La Destra non ha la maggioranza assoluta.

La sinistra non ha la maggioranza assoluta e probabilmente neppure quella relativa.

Il fantomatico centro è solo la sommatoria, a rotazione, della destra della sinistra e della sinistra della destra che cercano di sgomitare per avere uno spicchio di visibilità.

Come si fa a governare ?

In questo può aiutare il sistema elettorale che, alterando la reale proporzione dei consensi, con un "premio di maggioranza" o un "premio di coalizione" o con l'applicazione di un rigido uninominale secco, consente (non sempre, peraltro) che si formi una maggioranza che, però, rischia di scomparire al successivo turno elettorale.

E nel mondo moderno una legislatura non basta, occorre avere una continuità di lungo periodo per ripristinare quella supremazia della nostra Civiltà messa in crisi dai suoi stessi beneficiati con il malinteso (quando non in malafede) sentimento del "politicamente corretto" e quindi riavviare il motore del Progresso dell'Umanità tutta.

Ma il sistema elettorale a volte può essere fortemente iniquo, come nel Regno Unito dove i socialisti di Starmer, con meno del 30%, hanno una maggioranza dei due terzi dei seggi, mentre con poco più del 30% il Rassemblement National in Francia è costretto all'opposizione.

Nei tempi antichi, dopo la caduta dell'Impero Romano, erano le virtù ed il valore individuale a determinare la nascita dei primi aggregati sociali che, per poter resistere, irrobustirsi e quindi espandersi fino a costruire gli stati nazionali, si affidavano ad un "capo" che sapesse condurli in guerra, ma anche amministrarli in tempo di pace.

In tempi difficili, infatti, le decisioni devono essere assunte rapidamente, univocamente e senza compromessi.

Compromessi che sono l'essenza della Politica, ma anche il male quando, come di questi tempi, degenerano nell'oclocrazia.

Infatti, tornando al fatto che nessuna parte ha una maggioranza solida, ne discende l'obbligo di accordarsi, quando va bene, con chi manifesta le idee più simili ma, spesso, come vediamo in quella accozzaglia che è la sinistra italiana che va dai cinque stelle, al pd, a verdi ed estrema sinistra passando per i centrini di Renzi e Calenda, si tratta non di un progetto organico, bensì di un assalto alla diligenza del conto economico nazionale per distribuire ai propri clientes questo o quel provvedimento di utilità corporativa, anche a spese della restante popolazione che, però, spesso fa finta di nulla perchè confida che prima o poi analogo beneficio arrivi anche alla propria corporazione, in un circolo vizioso in cui a rimetterci sono quelli che realmente producono ed hanno le idee innovative e, in prospettiva, i nostri figli e nipoti che si troveranno a vivere in una società impoverita, moralmente ed economicamente e indebitata.

Se, poi, si introducono variabili come il fanatismo ecologista che vorrebbe costringere a cambiare le fonti di energia, con costi miliardari o i pruriti bellici che portano a sostenere un comico fallito nelle sue azioni contro un gigante militare, allora si accumulano solo debiti senza vedere il progresso di un solo millimetro della nostra Civiltà e, anzi, con la richiesta di rinunciare a qualcosa che si era conquistato.

Come risulta da una delle pessime esibizioni di Draghi, quando pose l'alternativa tra condizionatore e pace e così non abbiamo nè la pace nè, a buon mercato, il condizionatore o dalle imposizioni contro il Mercato per obbligare i cittadini a sperperare i propri risparmi con improbabili auto elettriche o imponenti lavori edilizi.

I Romani, che non a caso costruirono un impero, lo sapevano che nei momenti di difficoltà dovevano affidarsi ad un capo che li guidasse ed al quale venivano demandate tutte le decisioni.

Due, credo, li ricordiamo sin dai sussidiari delle elementari: Marco Furio Camillo che fece superare a Roma l'invasione dei Galli di Brenno e Quinto Fabio Massimo (Cunctator) che consentì a Roma di ricostituire le sue legioni dopo le sconfitte subite da Annibale, per poi portare la guerra in Africa e spazzare via anche solo il ricordo di Cartagine, spargendo sale sulle sue rovine.

Dictator fu anche Lucio Cornelio Silla, che noi posteri bistrattiamo, ma fu grazie a lui che Roma venne pacificata e poté riprendersi dopo la guerra civile di Mario.

Probabilmente siamo giunti ad un punto in cui in tutto l'Occidente, ma in particolar modo in Italia, c'è necessità di affidare i poteri ad una persona che possa infischiarsene delle macchinazioni di altri, magari non eletti, dei lacci e lacciuoli che i magistrati vorrebbero imporre agitando codici e pandette e delle pretese corporative di questo e di quello.

Riforme che hanno necessità di un tortuoso percorso parlamentare perchè dietro il paravento della tutela delle minoranze si nasconde la volontà di partecipare alla gestione, compromettendo la linearità e quindi l'efficacia di una riforma.

Magistrati che interpretano le leggi e processano le guardie, liberando i ladri.

Imprenditori che socializzano le perdite e privatizzano i guadagni.

Associazioni in quantità industriale e ancor più strepitanti, che agitano ognuna la propria esigenza particolare e strillano alla oppressione delle minoranze se non ottengono una legge di privilegio per le loro pretese.

Ogni, singolo progetto ha mille voci che lo vorrebbero rendere "migliore", ignorando che il "meglio" è nemico del "bene".

Ed è in questo mondo al contrario che è l'Italia di oggi, che dobbiamo smetterla di crederci tutti commissari tecnici o presidenti del consiglio, dando a chi abbiamo eletto, il tempo ed i poteri per decidere, senza dover sottostare alle Forche Caudine dei percorsi parlamentari infiniti, delle interpretazioni dei magistrati, della distribuzione di privilegi ad ogni minoranza.

Abbiamo bisogno di un "Capo".



21 luglio 2025

Non inquiniamo l'arte o lo sport con la faziosità politica

Credo, per la prima volta, di approvare una decisione del presidente della Campania Vincenzo De Luca dal quale mi divide tutto, umanamente, geograficamente, culturalmente e politicamente.

Non sono competente in nessun tipo di musica, per me esiste solo il "mi piace/non mi piace" e in terza elementare la maestra che seguiva anche la mia classe per quell'ora di musica alla settimana, mi disse: tu non cantare, muovi solo la bocca, perchè fai stonare anche gli altri.

Però so che i russi sono famosi per le loro capacità artistiche anche nel campo musicale e se Valerj Gergiev è un rinomato direttore di orchestra, le cui doti artistiche sono riconosciute universalmente, perchè rinunciare ad una sua esibizione ?

Perchè sostiene il Presidente della sua Nazione ?

Ma non siamo proprio noi Occidentali ad aver fatto nostro il detto "Right or wrong is my Country" ?

Beh, personalmente preferisco un russo, così come un cittadino di qualsivoglia nazione, che sostenga a prescindere il suo governo nei confronti dello straniero, a chi festeggia, dopo 80 anni, una sconfitta militare della propria nazione e una occupazione straniera.

Per non dire delle mille altre volte in cui una parte politica si è inginocchiata davanti al presidente di turno della Francia (magari per irridere il Premier Berlusconi, regalare un pezzo di mare o sottoscrivere un pomposo trattato) o agli organismi sovranazionali, in ultimo quello di Bruxelles.

Ma anche se uno si spellasse le mani per gli stranieri, uno dei capisaldi della nostra Libertà è il rispetto delle Idee e delle Opinioni altrui, che vanno contrastate, se non le si condivide, con Idee e Opinioni argomentate, non con i divieti.

Bene ha fatto quindi De Luca a cogliere la disponibilità di un grande direttore di orchestra ad esibirsi, nella splendida cornice della Reggia di Caserta (che posso dire di averla conosciuta, avendo trascorso lì tutte le mie libere uscite nei tre mesi di car alla Scuola Truppe Corazzate nel 1979 e che so essere oggi ancora più splendente di allora).

Sarà uno spettacolo per gli appassionati, per chi ama l'arte, non per chi la vuole sfruttare, come fanno nello sport con l'esclusione politica degli atleti russi, per finalità totalmente estranee all'arte e, soprattutto, offensive nei confronti dei principi di quella Libertà di cui molti parlano senza però conoscerne i fondamentali. 


P.S.: Apprendo dal giornale radio delle 13 che il concerto è stato annullato. Ha vinto il soviet dell'ignoranza.

20 luglio 2025

Il rigetto

Due giorni fa, Marcello Veneziani ha scritto una "confessione" ne La Verità, intitolata "Il disagio", nella quale informava editore e lettori della sua difficoltà a continuare a scrivere di politica e motivava dicendo, sostanzialmente, che gli sembrava una sterile ripetizione di posizioni da trincea, senza una prospettiva percepibile.

Il tutto dopo aver ribadito, per evitare malintesi, che il Centro Destra e la Meloni sono meglio di qualunque alternativa.

Il giorno dopo arriva la comunicazione che questo Governo ha respinto gli emendamenti al regolamento Oms che ci avrebbero sottratto la Sovranità sanitaria in caso di nuova pandemia.

Il fatto che siano insorti i professoroni dei virus e i politici di sinistra come Boccia che era al governo e tra i più attivi nell'imporre i dpcm di Conte ed a limitare la nostra Libertà ai tempi del Covid, è, per me, una risposta sufficientemente chiara a chiunque osa lamentarsi di quel che fa il Governo Meloni.

Poi, so benissimo anch'io che l'aspirazione sarebbe di assumere provvedimenti draconiani, ad esempio contro i magistrati che ricorrono per saltum contro Salvini, ma non è più il tempo in cui il monarca mandava i gendarmi e faceva sparire alla Bastiglia il magistrato che sentenziava contro i suoi desiderata.

Quindi il Governo, che deve affrontare una "informazione" faziosa, un Quirinale a gamba tesa, sindacati, assistiti percettori di elargizioni varie e persino organismi sovranazionali ai quali i governi precedenti di sinistra hanno allegramente regalato ampie fette della nostra Sovranità, può agire solo per gradi, con la separazione delle carriere, con il predisporre un provvedimento (sacrosanto!) che inibisca ai pm di ricorrere contro una assoluzione.

Più che disagio verso una politica al rallentatore a causa di tutti i lacci e lacciuoli posti nel tempo, io provo invece rigetto per le tante chiacchiere che si fanno e che ci vengono propinate come perle di saggezza.

Questa mattina, ad esempio, una trasmissione radiofonica potenzialmente interessante, Voci dal mondo, è scaduta in un trittico di voci che non hanno fatto altro che irridere al Presidente Trump, alle sue iniziative (partendo dai dazi), portando in palmo di mano quello che dovrebbe essere il nemico nr. 1 dell'Occidente tutto, la Cina.

Ho il rigetto di un simile conformismo ideologico che i risultati delle elezioni, in tutto l'Occidente, ci dicono non corrispondere al sentimento del Popolo nel nome del quale si dovrebbe governare.

Ho il rigetto anche di tutte le "proposte" che vengono illustrate a microfoni aperti su ogni aspetto dello scibile umano, di quante belle cose e buone e giuste si possono fare ... ma che finiscono sistematicamente su due canali.

Il primo è la richiesta di soldi per quella specifica attività e iniziativa e, moltiplicate per tutte le attività e iniziative che vengono proposte, arriviamo al debito pubblico delle nazioni, senza che i geni che le propongono ci dicano dove reperire i fondi, come se dovessimo solo raccoglierli da un albero.

Il secondo è l'immancabile: bisogna educare le persone sin dalle scuole.

E via con le improbabili proposte di introduzioni di nuove materie e se facciamo un rapido calcolo vedremmo che le giornate dei ragazzi avrebbero un orario di studio di una cinquantina di ore alla settimana e viene da chiedersi: quando studiano le materie essenziali come l'Italiano, la Storia, la Geografia ?

Ecco il rigetto, non un disagio, verso tutte le chiacchiere che ci vengono propinate e sarà per questo che, ormai, a parte l'ascolto della radio soprattutto quando guido, guardo un solo tg al giorno e, per il resto, film e telefilm registrati, creandomi il mio palinsesto personale, purgato da tutte le inutile e corrosive chiacchiere degli "esperti", che sanno solo fare il riassuntino di quel che è già accaduto ma che sulle previsioni per il futuro non ne azzeccano una.

19 luglio 2025

Tabula rasa

Il ricorso "per saltum" contro il Ministro e Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini credo sia un unicum nel processo penale e mi piacerebbe vedere i precedenti e su quali argomenti.

Nei miei quasi quaranta anni di attività, lo ricordo, infatti, solo una volta nel civile a fine degli anni Novanta.

Poi, poichè al giorno d'oggi non esistono più i duelli e neppure le ribellioni armate (sfoghiamo tutti la nostra aggressività nei social ... e forse è bene così), quando uno ha la possibilità di mettersi seduto alla scrivania in una comoda poltroncina di pelle, non avendo, tra l'altro, obblighi temporali per smaltire pratiche che possono accumularsi sulla scrivania, soprattutto se non hanno l'impatto mediatico della questione clandestini, riesce a scrivere tutto quello che vuole per motivare una scelta così ... originale.

A prescindere dal caso specifico e da quello che sarà il risultato finale, qualunque esso sia, sarà politico, inficiato dalla ideologia dei magistrati contro i quali non esistono strumenti di difesa, non avendoli individuati neppure con la pallida riforma che, pur essendo sempre meglio del nulla attuale, non risolverà il problema.

Problema che, invece, può essere risolto solo come fece Alessandro Magno con il nodo di Gordio: tagliandolo, facendo tabula rasa.

Cioè cambiando totalmente il sistema di amministrare la giustizia in Italia e, preliminarmente, aspetto essenziale, rimuovendo, restituendoli al Mercato del Lavoro, tutti gli attuali operatori, magistrati e collaboratori.

Solo così, ripartendo da zero, si potrà risalire la china, creando un nuovo sistema, un nuovo personale, eletto per quanto concerne il procuratore, di nomina confermata dall'organo elettivo corrispondente territorialmente competente per quanto riguarda i giudici.

E approfittando della grande opportunità che viene offerta dalla intelligenza artificiale che può, in pochi secondi, mettere a disposizione del nuovo magistrato la sintesi di quanto è scritto nella legge, è stato oggetto di precedenti, esaminato dalla dottrina ed entrato nel dibattito parlamentare che ha preceduto la formazione della legge di riferimento.

Non si riuscirà mai ad evitare, almeno finchè resterà il giudizio di una persona e non sarà tutto demandato all'intelligenza artificiale, la partigianeria del giudizio, perchè siamo uomini, con i nostri difetti, le nostre simpatie, le nostre idee, ma si limiterà la tracimazione di chi, votato ed eletto da nessuno, in virtù di un semplice concorso pubblico pretende di condizionare la vita di tutti.

Le modalità per riuscire a superare tutte le resistenze corporative, di interesse e ideologiche per realizzare una tal  Giustizia Giusta, è però un altro paio di maniche. 

18 luglio 2025

Toti o Sala, la Sovranità appartiene al Popolo Elettore

A costo di ripetermi, ribadisco il concetto che solo il Popolo Elettore è legittimato a decidere sulla sorte dei propri rappresentanti eletti, rivotandoli o mandandoli a casa, sia per questioni che attengono all'espletamento del loro mandato e alle decisioni assunte, che per i loro comportamenti privati.

Lo ribadisco con forza approfittando del fatto che, una tantum, ad essere indagato è un sindaco di sinistra.

E' vero che è una figure debole, marginale anche nel suo schieramento, a fine mandato, quindi probabilmente l'agnello sacrificale per la narrazione della magistratura per poter dire di essere imparziale, ma è comunque il sindaco, di sinistra, della città economicamente più importante d'Italia, Milano.

Non mi interessa disquisire su permessi, pressioni (che ci sono sempre state e sempre ci saranno e sono del tutto legittime, perchè ognuno di noi ha diritto e dovere di perorare la propria causa e quello in cui crede), regolamenti, modifiche, piani edilizi e quant'altro, come non mi interesserebbe valutare il comportamento privato.

A me interessa la valutazione politica di un eletto, di un amministratore e questo spetta solo ed esclusivamente al cittadino elettore.

Se quello che l'amministratore fa mi soddisfa, lo percepisco come funzionale al mio Benessere, alla mia Sicurezza, ai miei Interessi, allora lo rivoto e devo avere il diritto di poterlo rivotare e di vedergli finire il mandato.

Se, viceversa, non apprezzo i suoi calzini arcobaleno, il suo pendere verso i palestinesi, la sua politica della ztl, allora, alle elezioni, voto un candidato che si proponga con le idee opposte.

Non solo non esulto se un magistrato lo indaga, ma neppure auspico le sue dimissioni per tale motivo.

Anzi, dirò di più, se ci si potesse fidare dei cattocomunisti (e nessuno potrà mai, in nessuna vita passata, presente e futura, fidarsi di loro !) in quel "paese normale" vagheggiato decenni fa da un capo comunista come D'Alema, i partiti si metterebbero d'accordo per impedire alla magistratura di interferire con l'azione di chiunque sia eletto con il voto popolare, demandando solo ed esclusivamente al Corpo Elettorale la eventuale sanzione: mancata rielezione.

E' poi ora di finirla di rivolgersi alla magistratura per cercare di impedire a qualcuno di fare quello che i voti ottenuti gli consentono di fare.

Lo dico anche in riferimento ai decreti sicurezza e contro i clandestini, ma anche a Bologna, dove Lega e Fratelli d'Italia hanno fatto ricorsi alla corte dei conti e esposti all'anticorruzione su quell'abominio degli arbusti  invasati in alcune piazze cittadine.

Lepore li ha messi, perchè i cittadini bolognesi gli hanno dato la possibilità di metterli con il loro voto, come pure di deturpare la facciata di Palazzo d'Accursio con stendardi a favore di quello o di questo (più di quelli, però, affini alla ideologia del sindaco), o imporre la ridicola misura del trenta all'ora.

Nel 2027 si tornerà a votare e Lega e Fratelli d'Italia, invece di chiamare la magistratura ad intervenire in politica, dovrebbero valutare la figura del candidato da opporre a Lepore, che ne rappresenti esattamente l'opposto.

Poi spetterà a noi cittadini votare e decidere, non ad una sentenza.

E il concetto vale anche per il terzo o quarto o centesimo mandato: sono gli Elettori a decidere se dire basta ad una amministrazione, come non può esserlo un magistrato, così non può esserlo neppure una legge che inibisce il mio diritto di elettore di scegliere liberamente colui che ritengo il migliore per quel ruolo, solo perchè ha già servito per due mandati (anzi, questo dovrebbe essere un motivo in più per poterlo rieleggere se ha fatto bene !).

Per me questa è Sovranità che appartiene al Popolo e non al parlamento e tanto meno alle corti.

17 luglio 2025

L'arte di fare Politica

C'è un atteggiamento, dilagato con l'avvento dei cosiddetti social media, di disprezzo verso i "professionisti" della politica, nella erronea convinzione che sia facile affrontare i temi amministrativi e politici a cui dare risposte che si riverberano su milioni di persone.

Senza la pretesa di neanche riassumere, ma solo accennare, a una minima parte dell'evoluzione storica dell'impegno politico, mi limito a ricordare che una volta, nella prima repubblica, si arrivava agli incarichi di maggior rilievo politico dopo un cursus honorum molto simile, anche se non altrettanto codificato, a quello sperimentato duemila anni prima a Roma.

Prima di arrivare al consolato, uno doveva misurarsi nelle magistrature inferiori, analogamente chi svolgeva attività politica nel secolo scorso non arrivava impreparato in parlamento, ma aveva alle spalle almeno una o due esperienze nelle consigliature amministrative, per non parlare degli infiniti dibatti e congressi che animavano tutti i partiti, tranne il pci.

Infatti l'unica eccezione era il pci il cui cursus honorum era svolto nelle coop e nei sindacati, ma aveva anche una scuola di formazione politica (le "Frattocchie") da dove uscivano i dirigenti destinati a guidare il partito mentre i peones venivano eletti per una legislatura, quasi sempre a rotazione, per consentire loro di maturare una pensione (a spese dell'intera comunità italiana) e quindi poter "offrire" le proprie prestazioni a livello locale e amministrativo al "Partitone".

E' vero anche che per lunghi anni l'amministrazione dello stato era affidata a persone di spessore la cui cultura si era affinata negli studi durante il Fascismo, con eccezione di De Gasperi che veniva direttamente dalla scuola amministrativa austroungarica.

Poi i "politici" cominciarono a stare sugli zebedei, anche con grande loro responsabilità per gli atteggiamenti superbi e la strafottenza di molti di loro e si diffuse la mania della "società civile", come se un ingegnere, un contadino, un idraulico, potessero, da un giorno all'altro, sospendere la propria attività per entrare al ministero degli Interni piuttosto che a quello degli Esteri o dell'Economia.

Saltando ai giorni nostri, la massima espressione della deriva e della perdita di ogni cursus honorum nella Politica è data dal Movimento cinque stelle, con il suo "uno vale uno", il limite dei mandati e l'aver mandato allo sbaraglio personaggi improbabili senza alcuna conoscenza dell'arte della Politica, non per colpa loro ma perchè non hanno svolto alcun cursus honorum.

Con la Meloni e la sua squadra di Governo abbiamo recuperato la miglior tradizione.

Se infatti andiamo a guardare i curricula di gran parte degli esponenti di governo, soprattutto di Fratelli d'Italia, vediamo riproporsi il cursus honorum sia in termini di presenze nelle consigliature locali, che nelle attività di partito a cominciare da quel grande bacino che è il movimento giovanile.

La Meloni è la tipica espressione di militante di base fino alla massima carica nel Fronte della Gioventù,  quindi di consigliere locale (provinciale) infine eletta in parlamento (2006), vicepresidente della camera, ministro nel 2008-2011, con tutte le carte in regola, quindi, per occupare al meglio, come fa, la poltrona di Presidente del Consiglio.

Mi dispiace quindi non tanto leggere su X gli attacchi più rumorosi che numerosi di una parte degli utenti che si sentirebbero "traditi" dalla Meloni, con la pretesa di vedere assumere comportamenti duri e puri che porterebbero al risultato peggiore, come attestano i "duri e puri", ma soprattutto isolati e perennemente all'opposizione, del Rassemblement National in Francia, dell'Afd in Germania, del UK Reform Party nel Regno Unito, di Vox in Spagna, della Fpoe in Austria e potrei continuare.

Mi disturba leggere articoli di persone, come Mario Giordano o Marcello Veneziani, che dovrebbero, per la professione che svolgono, conoscere l'arte della Politica e quindi contemplare il compromesso come aspetto imprescindibile di una azione che possa avere una qualche efficacia, tanto più che ad un problema non c'è mai una sola soluzione, ma tante quante sono le opinioni che si esprimono e non è neppure una sola la risposta corretta, perchè possono essere più di una che mettano in evidenza questo o quell'aspetto della questione.

E' lì che interviene la capacità di fare Politica, di creare quel nucleo portante che, avendo in mente un traguardo (spesso solo ideale e mai conseguibile in pieno) se lo ponga come Stella Polare, aspirando ad avvicinarvisi, pur nella consapevolezza che il percorso sarà accidentato e mai lineare, proprio perchè ci sono tante altre persone, ognuna delle quali ha la sua specifica idea di cosa debba essere fatto e come ed agisce per raggiungere i propri obiettivi, costringendo a modifiche, compromessi, revisioni il nostro personale programma.

E' l'arte della Politica giungere ad un risultato positivo, attraverso percorsi accidentati, anche se non è quello che uno avrebbe sognato.

Per questo se non mi stupisco di quei commentatori di X che si stracciano le vesti perchè la Meloni cerca di ottenere il possibile senza consegnare le chiavi di Palazzo Chigi ai cattocomunisti che tornerebbero a fare il peggio come sanno fare solo loro, mi dispiaccio di un Veneziani che, al termine di una interessante e condivisibile disamina nel suo editoriale ne La Verità del 13 luglio scorso, conclude con un qualunquista  " ...    comprendo bene le sue (mia nota: della Meloni) scelte, apprezzo la sua abilità; lo so, questa è la politica, oggi e forse sempre; perciò ne sto alla larga." .

Eh no, se si critica poi non ci si ritira in un convento a meditare, ma si agisce, ci si sporca le mani, si prova ad essere eletti, ci si confronta con le difficoltà del governo.

Perchè è facile dire "devi fare questo, devi fare quello", provaci tu.

Intanto prova ad essere eletto e non è affatto facile.

Poi, una volta eletto, prova a raccogliere sufficienti consensi per farti nominare ministro, quindi confrontati con le cose da fare, con le pressioni che subisci da amici e avversari, dal quadro internazionale e dalle lobbies economiche, dai sindacati e dal Vaticano, dai magistrati e dal Quirinale, dalla "società civile" e dalle minoranze urlanti per il verde, lgbt, il woke e il blm.

Quello che resta è la cifra della tua capacità e il risultato concreto della tua arte della Politica.

                                  

16 luglio 2025

La Foresta Felsinea

Sapevate che Bologna ha, da qualche giorno, una foresta in alcune delle principali piazze medievali del centro storico ?

Molti quotidiani hanno ripreso la notizia che il sindaco di Bologna Lepore, per combattere il cambiamento climatico (😕) dando refrigerio (😟) ai cittadini di Bologna ha speso (non di tasca sua, ma di tasca nostra) 128mila euro circa per collocare 160 vasetti con arbusti e rametti (chiamarli alberi sarebbe troppo).

Tornato a Bologna, abituato a frequentare il centro storico, ho subito visto quell'opera e, una tantum, ho scattato due fotografie che qui ripropongo, delle due piazze Re Enzo e Nettuno.

Le fotografie proiettano una immagine migliore di quella che vede l'occhio direttamente sul posto.

L'ombra che si vede è, prticamente in via esclusiva, l'ombra dei palazzi medievali che, da secoli, forniscono l'ombra in estate, a maggior ragione in una città come Bologna i cui portici, costruiti per dare riparo agli studenti fuori sede agli albori dell'Alma Mater, sono patrimonio Unesco.

Direte: non viene negata a nessuno la patacca di una istituzione internazionale, è vero, ma i nostri portici meritano, sicuramente, una sottolineatura, sono ampi, vasche per i pedoni  (a volte, troppo spesso, purtroppo anche per biciclette e monopattini) e forniscono il luogo da sempre preposto dai nostri umarelles per le loro discussioni quando piove o quando la canicola batte su Bologna, città in cui, per il clima particolarmente ostile in estate e in inverno, per viverci bisogna avere "un fisico bestiale" come cantava Luca Carboni, bolognese non per caso.

Ma torniamo alla nostra Foresta, anzi alla Foresta di Lepore che la sta difendendo contro esposti e lettere che quotidianamente, vengono pubblicate sul giornale della città, il Carlino Bologna. 


Errare humanum est, perseverare autem diabolicum.

Ecco, dopo aver visto la Foresta Felsinea, un sindaco avrebbe dovuto ammettere l'errore e passare ad altro.

Tutti noi abbiamo sogni, ci immaginiamo un qualcosa e, una volta realizzato, ci accorgiamo talvolta (quasi sempre) che il risultato reale non corrisponde a come lo avevamo sognato.

Limitiamo le perdite, si rimuova il tutto e si provi con un'altra iniziativa.

Il sindaco di Bologna, invece, no, lui, che ragiona ai 30 all'ora, continua a ritenere quella roba là una iniziativa che allevia la canicola.

In due giorni non ho visto nessuno sostare all'interno della Foresta Felsinea di Lepore, tranne quando erano i palazzi intorno a fornire l'ombra, come fanno da secoli.

Le piazze di Bologna non sono state progettate per inserirvi dei giardini, delle fontane sì (e ce ne sono in quella stessa area anche oltre quella famosissima del Nettuno), ma dei giardini, no.

Quelli si trovano in apposite aree (veggasi alla voce Giardini Regina Margherita e simili) o nell'interno dei palazzi.

Bologna è una città di pietra, solida pietra, robusta pietra, come attestano anche le nostre residue torri dopo che un altro sindaco, anche quello socialista, Zanardi, fece radere al suolo decine di torri più o meno alte che caratterizzavano la nostra città come nella attuale Piazza della Mercanzia.

Le fotografie della Foresta mostrano non una sistemazione provvisoria, ma il posizionamento finale dei vasi, allineati come un plotone di reclute al giuramento dell'esercito di Lilliput.

Purtroppo Lepore e questa giunta sono stati votati ed eletti al primo turno, segno che "i svulazen" sono ancora vivi e votano in mezzo a noi.

All'età di quasi settanta anni comincio a dubitare di poter vedere Bologna rifiorire con una amministrazione diversa da quella che esce dalle cellule del vecchio pci, ora pd, oggi rigorosamente a braccetto con la curia, le associazioni tanto inutili quanto chiassose, i sindacati e soprattutto il deus ex machina dell'economia bolognese: le coop.

A differenza però di chi ha votato e voterà questa giunta e questi sindaci, io, almeno, ho il diritto di lamentarmi e non mancherò di farlo, sperando che la notizia della Foresta Felsinea arrivi anche al Governo e ripensi ai trasferimenti di denaro verso Bologna e l'Emilia Romagna.

Perchè l'unico modo per scongiurare altre spese di quel genere è chiudere i rubinetti dei finanziamenti, per costringere la giunta ad occuparsi solo delle questioni essenziali: buche, trasporti, ordine pubblico, lasciando perdere il tentativo, patetico e senza futuro, di obbligare il clima a cambiare.