Ciò che è bene per la sinistra è male per l’Italia. Ciò che è male per la sinistra è bene per l’Italia.

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Si devono intraprendere le guerre per la sola ragione di vivere senza disturbi in pace (Cicerone)

No alla deriva

No alla deriva
Diciamo NO alla deriva

01 novembre 2025

Sono solo canzonette

A Parma un gruppo di giovani di Destra è stato registrato mentre, all'interno della sede di Fratelli d'Italia, ricordava il 28 ottobre, intonando canzoni dell'epoca.

In debito di ossigeno argomentale, i cattocomunisti (quelli che cantano in ogni occasione, spesso a sproposito, bella ciao ...) sono insorti chiedendo, ca va sans dire, alla Meloni di intervenire.

I tapini non sapevano che il partito era già intervenuto con il commissariamento del movimento giovanile di Parma (provvedimento che mi sembra eccessivo).

A me fa specie che, nel 2025, ci sia chi se la prende se qualcuno intona canzonette di natura politica che non appartengono alla sua sensibilità.

Perchè i ragazzi di Parma hanno sbagliato non nell'intonare quelle canzoni se se le sentono come appartenenti alla loro Identità, ma nel farlo all'interno di una sede di un partito che, nel proprio Elettorato, ha chi si riconosce nella stessa Identità in cui si riconoscono quei ragazzi, ma anche chi si riconosce in una Destra Liberale, Nazionalista e anche antifascista (quando ancora questa caratteristica aveva un senso che oggi, da anni, decenni, non ha più).

A cadere nella trappola, però, sono stati gli antifascisti in s.p.e., quelli che stanno gridando ogni giorno "al lupo", senza (voler) vedere che il lupo cattivo l'hanno in casa, perchè è quello che aggredisce la Polizia, quello che devasta le città, imbratta muri, rompe vetrine e blocca la circolazione.

Hanno così dato visibilità mediatica nazionale ad una vicenda che, alla fine, riscalda solo i cuori di chi, negli Anni Settanta, ghettizzato, quel tipo di canzoni, quel cameratismo felice, sentiva e significa ancora oggi un impegno identitario da coniugare con un realismo operativo e politico.

Ancora una volta si dimostra che il "fascismo", è solo una distorta idea, che appartiene solo ai cosiddetti antifascisti che vogliono imporre il loro pensiero unico, di un  qualcosa di immaginario che non esiste e non è mai esistito dopo il 25 luglio 1943, nè in chi oggi ha settanta anni, nè in chi oggi ne ha, beato lui, ancora venti.

E la si smetta con questa "polizia del pensiero" e che ognuno possa cantare le canzoni che preferisce, anche se è stonato non solo nelle note, ma anche nelle idee (almeno in quelle di chi si erge arbitrariamente a censore e giudice del prossimo).

31 ottobre 2025

Un SI' per l'Italia

Il Centro Destra l'ha combinata grossa: ha approvato (con il voto favorevole anche dei parlamentari di Calenda e l'ipocrita astensione di quelli di Renzi) la riforma Nordio che osa toccare, sfiorare sarebbe meglio dire, il Moloch del potere della magistratura.

Bene ha fatto la Meloni ha ricordare che in 30 anni, tutte le proposte di riforma della giustizia si sono scontrate contro il "no" dei magistrati che, evidentemente, ritengono che le cose vadano bene così, come sicuramente testimonierebbero Tortora e Stasi (e tanti altri) e come certificano i tempi occorrenti per arrivare a sentenza ed avere giustizia.

Per non parlare poi delle sentenze fondate non su prove o su certezze "al di là di ogni ragionevole dubbio", ma su teoremi fondati su indizi che, talvolta, definire labili è un atto di generosità.

Poichè la magistratura (sarebbe più corretto specificare sempre "una parte della" oppure "il sindacato dei magistrati", ma per snellezza diciamo "la magistratura", anche perchè chi si oppone ai colleghi militanti non fa proprio sentire la sua voce)  si è distinta nel ruolo di supplenza dell'opposizione ogni volta che al governo andava il Centro Destra, la sinistra è immediatamente scesa in trincea, indossando l'elmetto e vaticinando catastrofi immani (come quella preannunciata sullo spread, ereditato dal Governo Meloni a 220 punti ed oggi stabilmente inferiore ad 80).

E si andrà al referendum confermativo, per cui la parola finale l'avranno gli Elettori, Sovrani, ai quali si appella oggi una magistratura che ha sempre ignorato la volontà degli Elettori Sovrani, a cominciare dalle ripetute sentenze giustificatorie e di accoglienza per i clandestini e chi ce li porta e per continuare con tutti i cittadini, vittime di rapina, che hanno reagito e, invece di essere stati premiati, sono stati indagati da un magistrato "per atto dovuto".

La Riforma risolverà tutto questo ?

Certamente no, se andassimo a valutare i singoli provvedimenti contenuti, dalla separazione delle carriere, ai due csm, all'organo sovraordinato di disciplina, avremmo sempre tanto, tantissimo potere attribuito ai magistrati, se non altro perchè in ognuno di quegli organismi, la maggioranza resta composta da magistrati, che siano estratti a sorte e non eletti è solo un passo in avanti verso una maggiore indipendenza dalle correnti interne, non verso una maggiore apertura verso le esigenze dei cittadini.

Del resto il sistema di reclutamento resterebbe invariato, con il passettino in avanti per cui chi fa il concorso del giudice sarà sempre giudice e chi fa quello da pubblico ministero sarà sempre tale pur con un maggiore equilibrio con la difesa.

Personalmente ritengo molto più valido il sistema Statunitense, dove i giudici vengono nominati, con conferma a maggioranza qualificata dall'organo elettivo corrispondente, da Presidente e Governatori, mentre il procuratore viene eletto con mandati pluriennali rinnovabili, a suffragio universale e sceglie i propri collaboratori, cioè, per noi, i Sostituti.

Ma, per ora, sarebbe troppo rivoluzionario.

Ciononostante è notorio e non mi stancherò mai di ripeterlo, che il meglio è nemico del bene e i casi che si affollano nella nostra cronaca, fino a quello che sta emergendo con il caso di Garlasco, dimostrano che la Riforma s'ha da fare, anche se è solo un piccolo passo, anche se è solo un pallido spettro di quel che sarebbe necessario fare.

Perchè l'alternativa è il nulla, che è ciò cui aspirano e che propongono i cattocomunisti a braccetto con il sindacato delle toghe: non fare nulla, lasciare tutto come è.

La stessa politica che adottarono quando si opposero al nucleare instillando la paura negli Elettori (sfortunatamente i due referendum arrivarono a ridosso di due eventi negativi) e con il no così trionfante, l'Italia è diventata dipendente da ogni turbolenza energetica, quando eravamo i primi nello sviluppo della tecnologia nucleare e potevano essere, oggi, autosufficienti, con energia pulita, senza limiti e a basso costo.

Ma la sinistra non è nuova a dire dei "no" che si sono rivelati dannosissimi per l'Italia e gli Italiani, come non ricordare quello alla riforma delle pensioni di Berlusconi nel 1994 che ci avrebbe portato, dolcemente, gradualmente, a garantire la pensione, innalzando per gradi, ma progressivamente, l'età della pensione, senza la macelleria di Monti e della Fornero di cui oggi si è potuto solo limitare gli aspetti più sanguinosi.

Nel tempo della prossima campagna referendaria avremo modo di riprendere questi ed altri argomenti, che dimostrano, questi sì "oltre ogni ragionevole dubbio", quanto, per una volta, sia necessario un "SI'" per l'Italia che superi, con ottimismo, l'oscurantismo di tanti "no" del passato.

30 ottobre 2025

Le molte facce del partito unico che rema contro l'Italia

La notizia del giorno è l'ennesima invasione di campo della magistratura, questa volta contabile.

La mancata vidimazione del progetto del Ponte sullo Stretto è solo ideologica, perchè se si dovesse pretendere certezze su aspetti quali il costo finale, l'impatto ambientale, le sicurezze sismiche, non si dovrebbe mai approvare nulla, perchè c'è sempre la ipotesi di una scossa più forte, di un evento imprevisto che porti al rialzo del costo dei materiali.

Se si fossero seguiti i criteri applicati dalla magistratura contabile sul Ponte, saremmo ancora nelle grotte e non ci sarebbe consentito neppure di costruire una palafitta.

Quanto al costo del progetto, si tratta di 13 miliardi di cui è già indicata la copertura, ma fa specie che a sollevare obiezioni per 13 miliardi sia quella stessa magistratura contabile che, evidentemente, guardava da un'altra parte quando Conte mise centinaia di miliardi (quanti saranno lo sapremo solo alla fine) per il suo 110%.

Ogni atto della magistratura, ordinaria e contabile, ci dice che la riforma della giustizia, per quanto moderata e modesta sia, diventa ogni giorno più urgente.

29 ottobre 2025

E' una questione di principio

C'è un caso di cronaca nera, molto mediatico, relativo all'omicidio di una ragazza perpetrato dal suo ex fidanzato che non accettava la separazione e forse anche altro, comunque persona rivelatasi, col senno di poi, instabile e pericolosa.

Non ci sono mai stati dubbi sulla colpevolezza dell'imputato, che è stato infatti condannato all'ergastolo, cioè al "fine pena mai", la sanzione più grave e definitiva prevista dal nostro ordinamento.

Con una lettera evidentemente tendente ad una captatio benevolentiae, il condannato annuncia di rinunciare all'appello, accettando la pena dell'ergastolo per la gravità del suo crimine.

L'appello, invece, lo propongono i pubblici ministeri, non contenti della massima pena, perchè non sono state contemplate le aggravanti tra cui il cosiddetto "stalking", cioè l'atteggiamento persecutorio.

Qualora fossero state considerate quelle aggravanti, non ci sarebbe stata una pena superiore, perchè l'ergastolo è il massimo possibile.

Capisco che "è una questione di principio", cioè che con un sistema giudiziario imbalsamato e di parrucconi, un precedente diventa un qualcosa cui capziosi Azzeccagarbugli potrebbero appigliarsi in un caso futuro, ma i giudici ci stanno proprio per evitare le storture simili, dovendo dirigere i processi come un vigile dirige il traffico, cioè cercando di snellire e arrivare, il prima possibile, ad una sentenza che sia certa e al di sopra di ogni ragionevole dubbio.

Mi domando pertanto, con il conclamato intasamento dei tribunali e la lunghezza esasperante dei nostri procedimenti, con quale criterio si possa concepire un ricorso in appello da parte dei pubblici ministeri, dopo che l'imputato, rinunciandovi, aveva accettato di scontare l'ergastolo, cioè il massimo della pena.

Tempo, costi, dolore rinnovato per arrivare ad una condanna che non potrà, in Italia, mai essere superiore a quella già comminata e accettata dall'imputato.

E qualcuno pensa ancora di votare contro la riforma della giustizia ?

28 ottobre 2025

Consegnare il passato alla Storia

Quando l'interesse per un determinato argomento si unisce al culto della carta stampata, uno diventa un collezionista.

Nel mio piccolo ho qualche perla singola e una raccolta (quasi) completa, che forma sostanzialmente una storia della fantascienza, di tutto quello che ha pubblicato Ugo Malaguti (1945 - 2021) nella sua sessantennale carriera dedicata alla fantascienza, come Editor (e come Autore) anche con pesanti sacrifici personali.

Iniziò l'attività editoriale in proprio fondando la Libra Editrice nel 1967 e, dopo decenni di ricerche, mercatini e quindi siti internet specializzati, dei 228 volumi pubblicati dalla Libra nei suoi tre lustri (1967 - 1982) di vita, ne ho 227 e non dispero di reperire, prima o poi, anche quello mancante (e potrò togliere quel "quasi" iniziale).

Malaguti aveva una caratteristica, che poi si è sviluppata anche nelle sue successive creature editoriali, per cui gli editoriali e le prefazioni con i quali presentava il volume in uscita, non si limitavano ad illustrare il contenuto, l'autore o gli autori, ma spaziavano sulla cronaca, sull'attualità e negli anni Sessanta e Settanta la cronaca dava molti motivi per spunti polemici e disquisizioni accademiche.

Così quando riprendo in mano uno di quei volumi, per me molto preziosi, ben oltre il loro valore venale, mi rituffo in notizie, in eventi, in vicende del passato, che so già "come sono andate a finire" e rammento le passioni del momento e le incertezze che quegli eventi creavano.

E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Perchè ricordare una vicenda , una serie di eventi, un fatto di cronaca che da contemporanei poteva sembrare avere una portata cosmica, è sempre piacevole sapendo "come è andata a finire".

E' la funzione della Storia, quella vera, non quella che viene piegata, anche dopo 80, 100 anni, alla propaganda di fazione.

Collocare un evento, che evidentemente è stato importante, nel suo contesto storico, è una operazione educativa, perchè ne consente lo studio al di fuori delle passioni che falsano, inevitabilmente, non solo ogni giudizio, ma soprattutto ogni insegnamento che possiamo trarre da quello specifico evento.

E' quindi sbagliato negare validità a ricorrenze che possono essere per noi urticanti per il loro significato, ma che, comunque, hanno un rilievo storico se non fondamentale, almeno rilevante per la nostra Nazione e per noi stessi.

Ed è con questo spirito che ritengo si debba continuare a ricordare il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, come una data che è necessariamente figlia del suo tempo e che va collocata nel 1922 e non nel 2025.

Da tutte queste date (28 ottobre, 4 novembre, 7 gennaio, 21 marzo, 21 e 25 aprile, 2 giugno) che ricordiamo, più o meno automaticamente, più o meno con trasporto, deriviamo tutti noi e la nostra società di oggi.

Sono le nostre Radici, piacciano o meno e per capire l'Italia e gli Italiani, per cercare di comprendere cosa sia meglio per la nostra Patria e il nostro Popolo, non possiamo ignorarle o liquidarle con gli slogan di fazione.

Perchè la Storia continua. 

27 ottobre 2025

Come si può essere contro la riforma della magistratura ?

Questa mattina, al giornale radio, hanno mandato in onda una dichiarazione del presidente dell'associazione sindacale dei magistrati, con la quale dichiarava di essere contrario alla riforma della magistratura perchè avrebbe peggiorato la qualità del servizio che, invece, andava promosso fornendo ai magistrati ulteriori risorse.

Nello stesso giornale radio si ricordava come la magistratura, tanto brava, buona ed efficiente, avesse impiegato 30 anni per decidere che Silvio Berlusconi non aveva nulla a che vedere con la mafia.

Sempre nei dieci minuti dello stesso giornale radio si dava atto che a Garlasco qualcosa non era andato per il verso giusto e si fa sempre più spazio il dubbio che un innocente potesse essere stato condannato per un omicidio di 18 anni fa.

Stesso giornale radio e veniamo a sapere che, dopo 45 anni, si riaprono le indagini per l'omicidio di Piersanti Mattarella.

Come ci si può, davanti a tanto scempio della Giustizia, opporre alla riforma della magistratura, con la separazione delle carriere ?

Sarà anche poco (e dal mio punto di vista è molto poco) ma almeno si fa qualcosa, perchè, tanto, peggio di come è messa la giustizia oggi, non si può.

26 ottobre 2025

Non mischiare sport e politica

Leggo che, in occasione delle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina, la FIS ha deciso di escludere gli atleti russi e bielorussi senza neppure applicare l'ipocrita foglia di fico del CIO, facendoli gareggiare da apolidi, individualmente, sotto la bandiera a cinque cerchi.

Queste tracimazioni che sporcano lo sport (recentemente la Uefa si è salvata in corner evitando di escludere Israele dalle competizioni) sono una aberrazione.

Lo sport e prima ancora i giochi olimpici, nacquero proprio come momento di pace e di dialogo.

Fu il ping pong a riaprire, con Nixon, le porte della Cina al confronto con gli Stati Uniti.

Durante la Grande Guerra, tedeschi e inglesi celebrarono il primo Natale di guerra con una partita a calcio tra le trincee, momento ancora oggi ricordato con grande partecipazione.

Che oggi si voglia punire la politica di una nazione, escludendone gli atleti è una aberrazione che nulla ha a che spartire con lo sport.

Gli Americani hanno un detto "right or wrong is my Country" e credo che escludere degli atleti, ma anche impedire loro di gareggiare per e con i colori e la bandiera della propria patria rafforzi la volontà di quelle persone di sostenere la propria Nazione.

Almeno con me produrrebbe quell'effetto.

Più in generale, le sanzioni, da sempre, hanno prodotto l'effetto contrario, perchè tanto c'è sempre qualcuno che, per motivi più o meno nobili, non le applica e producono solo un irrigidimento da parte di chi le subisce.

L'Italia, con la scelta della FIS, ha perso un'occasione per porgere un ramoscello d'ulivo verso la Russia che avrebbe prodotto tanti utili una volta che la guerra sarà finita.

Perchè le guerre finiscono sempre, prima o poi e dopo si regoleranno i conti in sospeso, dividendo quelli che hanno cercato o creduto di maramaldeggiare, con quelli che hanno mantenuto un comportamento dignitoso e rispettoso di tutte le parti in conflitto.

25 ottobre 2025

Vorrei ma non posso

A me fa sorridere la mania di definire "volenterosi" un gruppo di nazioni che si riunisce, strologa su quel che dovrebbe farsi o non farsi, si ammanta dei colori della pace e poi conclude soffiando sul fuoco della guerra, purchè, però, la facciano altri in prima linea.

I volenterosi sono quelli del vorrei ma non posso, sono come il condomino, all'assemblea di condominio, che si siede nascosto agli altri e aizza i vicini ad alzare la voce contro l'amministratore.

L'unione europea si è coperta di ridicolo, oltre a quello di cui già da anni è ricoperta, con ben 19 pacchetti di sanzioni alla Russia, quando quel gran genio di Draghi fece intendere che con la sua trovata delle sanzioni la guerra fosse già vinta 

Parlano di pace, ma istigano alla guerra.

Il primo passo per creare i presupposti per un trattato di pace, non è sfornare pacchetti di sanzioni e irridere alle proposte di chi, sul campo, sta avanzando, ma revocare il mandato di cattura contro Putin e gli altri esponenti russi e, subito dopo, revocare tutte le sanzioni.

Allora si potrebbe dire: fermiamo tutto sulla linea del fronte attuale e mettiamoci a sedere intorno ad un tavolo.

Ma anche Putin sta mettendo del suo in modo incomprensibile, per far continuare la guerra.

La proposta del Presidente Trump di fermare le ostilità sulla attuale linea del fronte e iniziare vere trattative in cui, Trump lo ha più volte detto, l'Ucraina dovrà, obtorto collo, accettare delle cessioni territoriali, non è penalizzante per la Russia, purchè sia prodromica per una riapertura di ogni sviluppo commerciale, superando sanzioni e mandati di cattura.

In sostanza, è interesse reciproco concludere questa guerra che danneggia solo e soltanto le economie della vecchia europa, sia quella occidentale che la Russia.

A tutto vantaggio non solo degli Stati Uniti (che si fanno pagare dall'unione europea la massiccia produzione di armi da vendere all'Ucraina) ma soprattutto di quelle nazioni, da sempre ostili, per cultura, storia e tradizione, a noi Occidentali e che hanno nella Cina il principale interessato, al punto che, dalla "incrollabile alleanza" con la Russia, stanno allegramente passando ad applicare le sanzioni contro la Russia in relazione alle forniture di petrolio, avendoci probabilmente visto il proprio tornaconto politico ed economico.

Il tutto mentre i "volenterosi", con il favore delle telecamere, imbastiscono eterei discorsi sul sesso degli angeli e istigano Zelensky a continuare una guerra che non sanno come far finire.

24 ottobre 2025

La minaccia del ritorno della prima repubblica

I sistemi elettorali che si sono succeduti dal 1994, pur non avendo eliminato la frammentazione partitica, spesso personale, hanno costretto i partiti a coalizzarsi in due, massimo tre (ma il terzo è sempre stato marginale) grandi accorpamenti.

Oggi sentiamo parlare di Centro Destra e di Campo largo.

Il Centro Destra, come viene riconosciuto persino dai commentatori generalmente agit prop della sinistra, è sicuramente più coeso, le idee sono maggiormente condivise, anche se i capataz cattocomunisti cercano di proiettare l'idea di un Governo, il terzo finora per durata del dopo guerra, diviso.

Soprattutto gli Elettori del Centro Destra, quelli che non partecipano attivamente alla politica e quindi non hanno interessi specifici da sostenere se non quelli ideali, sono intercambiabili, come dimostrano gli spostamenti, tutti interni alla Coalizione, soprattutto tra Fratelli d'Italia e Lega.

Leggiamo oggi di una variegata serie di iniziative all'interno di quel contenitore che è il pd, accreditato di circa il 22% dei consensi e che è l'erede diretto del pci e della dc che di consensi ne ottenevano dal 65 al 70% ad ogni elezione.

E il pd ha preso il peggio di entrambi.

Il massimalismo anti italiano del pci, con la sua struttura dirigista e centralista e il sottile e sofisticato odio curiale tra gli "amici" della dc che si esprime nella frantumazione in correnti l'un contro l'altra armata.

Davanti ad un Governo che persegue una linea ben chiara, ancorchè con estrema prudenza e che consegue indiscutibili risultati positivi per l'Italia e gli Italiani, a sinistra non hanno saputo contrapporre altro che un massimalismo distruttivo, sposando le peggiori rivendicazioni, tutte contrarie all'Interesse Nazionale che deve essere, come ricorda sempre la Meloni, la Stella Polare per ogni politico.

All'avvicinarsi di nuove elezioni, si sente sempre più parlare di nuova legge elettorale e prende sempre più vigore la voce di chi vorrebbe "più proporzionale" o, addirittura, un ritorno al proporzionale tout court.

Molti lo richiedono per interesse, tutti quelli, ad esempio, che navigano nei sondaggi attorno o sotto la soglia di sbarramento del 3%.

Ma il loro interesse non è quello dell'Italia, come è dimostrato proprio dai risultati che un Governo che poggia su una maggioranza coesa e numericamente solida, sta portando a casa.

I sostenitori del proporzionale, nostalgici della prima repubblica, sono in realtà i sicari della Nazione, perchè l'ingovernabilità che ne deriverebbe, con i temporanei compromessi per rappattumare una maggioranza parlamentare soggetta agli spifferi di piccoli ras locali con smisurate ambizioni nazionali, vanificherebbe tutti gli sforzi ed i risultati che sono stati ottenuti grazie ad una stabilità che non è solo la conta dei giorni di governo, ma, soprattutto, è la forza che una Grande Nazione come l'Italia può esercitare anche nei consessi internazionali.

Lasciamo che il pd e i suoi alleati si dilettino nella riesumazione della prima repubblica e delle correnti della defunta dc, ma se si deve scrivere una nuova legge elettorale, si faccia un ulteriore passo verso un sistema maggioritario a turno unico che garantirebbe governi stabili e produttivi nell'interesse di tutti noi.


23 ottobre 2025

La leadership consolidata della Meloni


Giorgia Meloni dovrebbe dare più spesso soddisfazione ai cattocomunisti che, ogni giorno, più volte al giorno, le chiedono di "riferire in parlamento".

Ogni volta che si presenta, infatti, riesce a contrapporre i fatti del buon governo del Centro Destra, alle evanescenti parole delle opposizioni, tanto che queste ne escono sistematicamente asfaltate.

E' evidente la scuola in cui si è formata la Meloni, quella della militanza di base, in un partito cui aderire era, sin da quel singolo atto, una affermazione di personalità indipendente, di coraggio e di dignità.

La conoscenza dei vari dossier è un qualcosa che è stata sempre riconosciuta alla Meloni che si prepara, si documenta e poi parla, a differenza di chi crede ancora di esibirsi in una assemblea studentesca dove l'importante è infilare una parola dietro l'altra, a prescindere dal significato e dal contenuto, tanto poi nessuno si ricorda quello che si è detto e tutti vanno per la loro strada.

Ma la Meloni, quando parla, quando comunica, non si limita a stroncature micidiali verso gli oppositori, fornisce anche ai suoi Elettori indicazioni sul percorso intrapreso e sulla linea di condotta che il Governo che abbiamo votato intende perseguire.

Così, anche questa volta, c'è stata, sì,
la riaffermazione del sostegno a Kiev (cosa che a me non piace), ma ci sono state anche precise indicazioni di una posizione solida del nostro Governo su temi rilevanti come:

- nessun riconoscimento del fantomatico stato palestinese, finchè Hamas non abbandonerà il campo;

- nessun soldato Italiano sarà mandato in Ucraina;

- la gestione degli asset economici russi deve continuare, ma senza espropri;

- la revisione del percorso per la transizione verde;

- nessuna concessione al cambiamento delle regole dell'unione con l'abbandono del principio di unanimità.

Questo ultimo punto è particolarmente importante perchè ci dice che, dopo il "no" al mes (che oggi sappiamo avremmo pagato per salvare la Francia e Macron, ma anche per le banche tedesche), l'Italia mette sul tavolo un altro "no" di peso, quello dell'abbandono del principio di unanimità, che metterebbe a rischio molti interessi nazionali.

Ed è un "no" significativo perchè ricordo come Mattarella si sia più volte espresso per una evoluzione delle regole europee che portino a maggiore cessione di sovranità e all'adozione del principio di maggioranza.

E' vero che notizia la fanno gli scontri e le strinate che si prendono la Schlein e compagni quando cercano il dibattito con la Meloni, ma questi argomenti, meno urlati, meno sensazionalisti, che sicuramente fanno vendere meno copie ai giornali, rappresentano l'essenza di un Governo che agisce nell'interesse della Nazione e degli Italiani e non a sostegno di principi vuoti che, poi, si ritorcono contro di noi.

22 ottobre 2025

Più tagli alla spesa, meno tasse

I bilanci sono una gran brutta bestia da pelare e più si tratta di bilanci pieni di voci di spese già deliberate in passato e che si dovrebbe soltanto avere il coraggio di tagliare, togliendo peraltro qualcosa ai beneficiari di quelle spese, più è difficile.

Il ruolo più ingrato in uno stato, ma anche in una bocciofila è quello del tesoriere, perchè deve da un lato fare l'esattore delle quote dovute da ciascun socio/cittadino, dall'altro fornire la copertura finanziaria a tutte le spese che vengono programmate per realizzare programmi e far crescere la propria "creatura", con l'obbligo di dire, spesso e MALvolentieri, dei "no".

Solo chi ha partecipato, nel suo piccolo, all'amministrazione di qualcosa, che sia un ente pubblico o privato o una semplice società sportiva, può quindi comprendere, cercando di elevare all'ennesima potenza quel che lui già conosce, le difficoltà del Ministro dell'Economia di una grande nazione come l'Italia.

I risultati che abbiamo dopo tre anni di Governo Meloni stanno dando ragione a Giorgetti: spread stabilmente intorno agli 80 punti dai 220 ereditati da Conte e Draghi, rating in miglioramento con promozione in serie A, debito sotto controllo.

E' quindi con cautela che critico quei provvedimenti, di cui forse non si può fare a meno, che prevedono nuove tasse o, comunque, prelievi sotto qualsiasi forma.

L'aumento della cedolare sugli affitti e il prelievo contro le banche su tutti.

Forse, per far quadrare i conti, non se ne può fare a meno, ma dal punto di vista del principio di una sana economia liberale, sono parte del Male che da decenni corrompe il corpo della Nazione: le tasse.

Capisco che non si possa, da un giorno all'altro, azzerare tutti i rivoli di benefici, rottamazioni, agevolazioni, detrazioni, contributi e via discorrendo con ogni sinonimo di spesa, ma qualche taglio in più nelle spese che vedono beneficiari soggetti che dovrebbero invece competere nel Mercato, dovrebbe essere una priorità.

Giornali, cinematografari, ma anche le ong che si vantano tanto di essere "non governative", poi chiedono finanziamenti, sia pur indiretti, caricando sulle spalle dello stato quelle che dovrebbero essere loro liberalità come l'assistenza e l'accoglienza dei clandestini.

Se vogliamo, realmente, invertire la rotta assistenzialista, dirigista, statalista che ha corrotto l'Italia (e non solo ... per fortuna di concorrenza) dobbiamo avere il coraggio di cominciare a togliere qualcosa a chi ha avuto negli anni grazie a politiche fondamentalmente clientelari, di privilegio.

Prima di aumentare o introdurre una tassa, un prelievo, un contributo forzato, lo stato dovrebbe tagliare spese per rendere il proprio bilancio più snello, essenziale, restituendo nel contempo, riducendo (anche nel loro numero) le tasse e le imposte a tutta la cittadinanza, privati e aziende, perchè ciascuno possa spendere meglio, spendendo per quel che gli interessa e non essere costretto a vedere i suoi guadagni prendere la via di Roma perchè siano spesi in base alla capacità di pressione di questo o quel gruppo di interesse.

21 ottobre 2025

Una stroncatura inaspettata

Ero in automobile, poco fa e ascoltavo una delle poche trasmissioni di Radio Uno interessanti e condotte con grande professionalità da Annalisa Chirico: Ping pong.

Forse la trasmissione riesce così bene perchè è breve, gli ospiti non si parlano (e tanto meno, urlano) addosso, la conduttrice pone domande senza esprimere le sue opinioni, nè replicare a quelle degli ospiti o interrompendoli in continuazione.

Oggi ospiti erano il prof. Sabino Cassese, giurista di grande fama, ministro con Ciampi, ex giudice costituzionale, quindi una figura di quelle che piacciono a sinistra, perchè rappresenta tutto l'establishment.

L'altra ospite era Alessandra Ghisleri, la sondaggista preferita da Berlusconi, che ha da tempo affiancato la sua attività primaria con quella di ospite fisso in molte trasmissioni di politica condotte dai soliti "professionisti dell'informazione" con forte pendenza propagandistica a sinistra.

Tra le altre, la conduttrice, in modo del tutto imparziale e asettico, ha domandato: cosa pensate dello scontro tra le due leadership, Meloni e Schlein.

La stroncatura da parte di Cassese è stata immediata: c'è una sola leadership, quella della Meloni, l'altra è solo l'eco che cerca di contestare sempre e comunque quello fa il governo senza proporre nulla di alternativo perseguibile.

Non serve aggiungere altro.

20 ottobre 2025

La doccia scozzese di Trump

Forzare due soggetti, che siano persone, popoli o stati, in lite ad accordarsi, è una encomiabile prova di pazienza che spesso viene ripagata con insulti e peggio.

I tentativi di pacificare due parti in guerra diventano quindi una perenne fatica di Sisifo, come sappiamo tutti, perchè tutti, prima o poi, abbiamo cercato di pacificare due amici in contrasto, con esiti più o meno soddisfacenti, ma sempre mettendoci una grandissima pazienza.

Che non tutti hanno e che, soprattutto quando quella lite non comporta conseguenze per noi negative, verrebbe voglia di liquidare lasciando che lo scontro vada avanti finchè in piedi non ne resterà uno solo.

Così accade nelle guerre combattute tra stati.

Quando scoppiano, arrivano i cavalieri bianchi, che si ammantano di aureole arcobaleno e, quasi sempre, non concludono nulla, anche perchè si scopre poi che sono schierati con una delle parti in causa, facendo venire meno la loro essenziale terzietà.

E' quel che ha combinato (o non ha combinato) l'onu sia a Gaza che in Ucraina, dove ha palesato tutta la sua dannosità, più che inutilità.

Ci voleva un interlocutore imprevedibile come Trump per imporre, costringere, anche torcendo il braccio dell'uno e dell'altro, i contendenti a valutare l'ipotesi di cessare il conflitto.

Sia a Gaza che in Ucraina, le parti non hanno alcuna certezza su quel che domani dirà o farà il Presidente degli Stati Uniti e questa è una carta che Trump sta giocando con piccoli successi, non solo sui teatri di guerra, ma anche su quelli dell'economia.

Non so quanto siano credibili le "indiscrezioni" di alcuni giornali che vorrebbero riportare il contenuto e le modalità dell'ultimo colloquio tra Trump e Zelensky, ma è ipotizzabile che Trump, a differenza dell'unione europea, cerchi di far accettare a Zelensky la cessione di territori che, tra l'altro, sono già sotto controllo russo e, soprattutto, hanno una tradizione, lingua, cultura russa o russofona.

Lo strumento di coercizione sono le armi, che se gli Stati Uniti smettono di inviare, nessuna unione europea, con gli arsenali vuoti, potrà mai compensare.

Il tutto probabilmente riferito dopo che Zelensky si era illuso di portarsi a casa un pacchetto missilistico che avrebbe consentito all'Ucraina di proseguire una guerra che non può vincere a meno che non mettano i piedi sul terreno le Forze Armate Occidentali in una pericolosissima guerra aperta con la Russia e probabilmente i suoi alleati.

Putin e Zelensky non hanno certezze su cosa possono aspettarsi da Trump che li sottopone ad una costante doccia scozzese (altrettanto subiscono, peraltro, i capi dell'unione europea), forse l'unico sistema per indurli, nel dubbio, ad accettare di cessare le ostilità, rimandando ad altro, successivo momento la resa dei conti e, forse, da qui ad allora, troveranno un modo per rendere definitiva quella tregua che, oggi, sarebbe comunque un grande passo verso l'uscita dal tunnel.



19 ottobre 2025

Sprofondo rosso

Non ho mai avuto molta stima per chi era di sinistra.

Ho infatti sempre considerato che se uno non arriva a capire le sciocchezze di Marx e compagni, non doveva avere una capacità intellettuale particolarmente sviluppata.

C'era però una sorta di considerazione e di ascolto, anche perchè il proverbio è validissimo: si può sempre imparare qualcosa, anche dalla persona più stupida.

E qualche volta certe discussioni, salottiere, quindi del tutto sviluppate in piena libertà di espressione e rilassate, mi hanno portato a qualche riflessione e correzione nelle mie convinzioni e nelle mie posizioni.

Questo quando la sinistra aveva un progetto, pur totalmente inaccettabile e non si era piegata, per un pugno di voti, al politicamente corretto, al woke, all'lgbt e tutte le amenità distruttive che cercano di minare alle fondamenta la nostra Civiltà.

Una volta però crollato il muro della dirittura morale e adottato un comodo relativismo peraltro coniugato con un integralismo fideistico su quei due, tre argomenti (antifascismo su tutto) che rappresentano la riserva indiana dei cattocomunisti, la sinistra ha perso anche quelle caratteristiche che consentivano di darle una inquadratura politica seria e produttiva.

A seguire sono arrivati leaders sempre meno competenti e sempre più sguaiati.

Basti pensare al crollo del sindacato cgil passato da Di Vittorio a Lama, per scendere a Cofferati, Camusso e sprofondare con Landini.

E' lo stesso percorso che assistiamo negli amministratori pubblici di sinistra, una volta comunisti tutti di un pezzo, ma che avevano l'ordine, che eseguivano puntualmente, di circondarsi di persone competenti perchè le poche città che amministravano dovevano essere il fiore all'occhiello della propaganda comunista.

Oggi, improvvisati, ideologici, ridicoli e che si circondano di persone di un livello immancabilmente inferiore al loro, perchè diversamente li farebbero sfigurare.

Non mi meraviglio quindi delle ultime esternazioni dei rappresentanti cattocomunisti, da Landini alla Schlein, da Conte a Fratoianni e Bonelli fino anche ad un Renzi alla ricerca di una nuova verginità cattocomunista.

Per me è solo una conferma di come, a sinistra, siano rimasti all'età della pietra quando il mondo è arrivato all'intelligenza artificiale.

Lo sciocchezzaio della Schlein e compagni non ha uguali se non nei loro omologhi ideologici delle altre nazioni, come viene certificato dalle fesserie dei Sanchez, delle Ribera, dei Melanchon, degli Starmer.

E mentre i socialisti si avvitano, parlandosi addosso, inventandosi pericoli inesistenti, trascurando ogni autocritica, continuando ad aumentare i decibel dei loro latrati, mentre diminuiscono i voti degli Elettori, la Destra governa e prova a salvare la Civiltà Occidentale, l'unica che abbia dato tanto a tanti, più che qualsiasi altra civiltà, in qualunque epoca della nostra Storia.

18 ottobre 2025

L'Italia della Meloni promossa in serie A

La notizia del giorno non è, come vorrebbero farci credere i "professionisti dell'informazione", la bomba che ha fatto esplodere due automobili di un conduttore televisivo e neppure l'acclarata crassa ignoranza del segretario della cgil che tra congiuntivi che neanche Fantozzi e l'incapacità di usare i  vocaboli appropriati, rappresenta una Croce Rossa contro la quale sparare sarebbe maramaldeggiare.

No, la notizia, la vera notizia che interessa tutti gli Italiani, anche quelli che non la conoscono, è la promozione che una agenzia di rating (la DBRS Morningstar) ha certificato dell'Italia, passandola dalla tripla B alla A.

Tale promozione segue analoghe prese di posizioni, in termini di innalzamento del rating o di miglioramento delle previsioni (outlook), delle altre grandi agenzie di rating che tanto male ci hanno fatto in passato.

Conan Doyle faceva dire alla sua creatura Sherlock Holmes che una coincidenza è solo una coincidenza, due coincidenze sono un indizio e tre coincidenze sono una prova.

E le coincidenze stanno diventando tante, se ci aggiungiamo anche la stabilizzazione dello spread intorno agli 80 punti e vedremo che effetto farà sulla imminente, nuova emissione (dal 20 al 24 ottobre) dei BTP  Valore settennali.

Capisco che il passo lento del Governo Meloni nell'affrontare le questioni che più stanno a cuore al suo elettorato, possa renderci impazienti, ma la scelta si sta rivelando quella giusta.

Un passo lento, ma inesorabile che ricorda quello degli Alpini, in marcia verso un obiettivo mentre consolidano il terreno nel frattempo conquistato.

E se nel 2026 potremo vedere ulteriormente ridotto l'impatto fiscale sulle nostre finanze, lo si deve anche a questa prudenza che consente al Governo di consolidare, passo dopo passo, i miglioramenti conseguiti.

Certo, ci sono sempre delle questioni che individualmente non piacciono (e ribadisco quel che ho scritto ieri sul prelievo contro banche e assicurazioni) ma il quadro complessivo si fa, di giorno in giorno, più roseo, nonostante i disperati tentativi delle opposizioni e delle loro emanazioni di ogni genere, prendendo a pretesto ieri Gaza, oggi il sempiterno antifascismo, domani la flatulenza di un pinco palla qualunque, perchè ogni alibi è buono per criticare un governo che fa quello che i suoi predecessori non sono stati in grado di realizzare.

Le agenzie di rating arrivano sempre dopo, ma proprio perchè arrivano dopo la loro certificazione ha un valore di stabilità di un giudizio formulato sulla base di un andamento e non di un momentaneo picco positivo (o negativo).

Resta il fatto che la promozione in serie A con il Governo Meloni rappresenta un beneficio per l'Italia e, singolarmente, per tutti gli Italiani, anche per coloro che credono di non esserne coinvolti.  

17 ottobre 2025

Il prelievo sulle banche

Nel momento in cui il Governo ripropone una manovra che include un esproprio finanziario nei confronti delle banche, torno a parlarne nella vaga speranza che qualcuno cominci a pensare che le tasse, tutte le tasse, contro chiunque, sono il Male, necessario solo se limitate negli importi, nel numero, nella macchinosità e unicamente finalizzate a far funzionare la macchina essenziale dello stato.

Così, pur condividendo la ormai acclarata prudenza della Meloni, anche in campo finanziario, che ci ha permesso una stabilità sconosciuta all'Italia da molto tempo, forse addirittura dal 1962 quando i socialisti nella maggioranza di governo, poi, dal 1964, direttamente al governo, cominciarono a distruggere la nostra economia, sana fino al loro arrivo, esprimo la mia totale contrarietà a qualsiasi tipologia di prelievo ulteriore, rispetto alle regolari imposte sul reddito delle persone giuridiche, contro le banche (e le assicurazioni e qualunque altro soggetto ci si possa inventare).

L'extra prelievo sarà un danno prima di tutto per chi ha investito nelle azioni bancarie, che già oggi stanno appesantendo un mercato azionario già di suo in flessione a causa della crisi delle banche regionali statunitensi.

Se fossi un trader, in questo momento rischierei di veder bloccate tutte le mie operazioni che verrebbero eseguite, sul portafoglio bancario, in perdita, mentre da cassettista vedrei la diminuzione del valore virtuale del mio patrimonio, per il solo effetto del calo delle quotazioni.

Da azionista, cassettista, dovrei mettere in conto una riduzione del dividendo che deve premiare il rischio che mi sono assunto (io, non quelli che beneficeranno per prelievo sulle banche !) nell'investire in quella determinata azienda, di quel determinato settore.

Da dipendente saprei che la quota variabile della mia retribuzione, fondata essenzialmente sul sistema premiante, subirebbe una decurtazione perchè il prelievo straordinario ridurrebbe il montante disponibile per tale attività.

Da cliente dovrei attendermi qualche ricarico su spese, commissioni e anche sui tassi.

E' la solita conclusione di ogni tassazione: lo stato si appropria di denaro sottraendolo alla disponibilità di chi ne avrebbe diritto perchè legittimamente guadagnato, per distribuirlo a chi, spesso, nulla ha rischiato perchè quel denaro venisse guadagnato.

Il miglior uso del mio denaro è quello che decido io, non quello che decide lo stato per me.

Se poi guardiamo a qualche bilancio, statale o locale, vediamo centinaia di milioni, che sommati diventano miliardi, anche cinque miliardi come il prelievo straordinario sulle banche, dispersi in agevolazioni, premiazioni, incentivazioni, contributi, rottamazioni, scorte, sovvenzioni e tutto l'armamentario di uno stato assistenzialista che non dovrebbe più aver ragione di esistere.

Spiace che sia il Governo Meloni a continuare in questa pessima politica fiscale.

Spiace che, almeno, quei cinque miliardi non vengano utilizzati per abolire provvedimenti fiscali odiosi come il capital gain, la tassa trimestrale sui depositi, la tassa sugli acquisti di determinate azioni e riducendo l'imposta fissa, oggi, grazie a Renzi salita al 26%, riportandola al ben più umano limite del 12,50%, come per i titoli di stato, anche per garantire una doverosa par condicio tra le offerte finanziarie pubbliche e quelle private.

16 ottobre 2025

Le interviste agli "esperti": fiera dell'inutilità parolaia

Radio e televisione invadono l'etere con trasmissioni di chiacchiere urlate sulla politica, infarcite con abbondanti dosi di interviste agli "esperti" di questo e di quello (e le alternative sono gli irritanti "podcast" o i programmi di canzonette).

E' la fiera dell'inutilità, la vetrina del parolaio logorroico.

Qualunque "esperto" sia intervistato, cerca di portare acqua al suo mulino, accreditando il suo settore di competenza come un qualcosa di essenziale, senza il quale l'Italia crollerebbe e concludendo, immancabilmente, con una pressante richiesta di "risorse" che sarebbero i soldi delle nostre tasse da dirottare massicciamente sul settore di suo interesse.

Quando, poi, si passa alla politica, interna o estera non fa differenza, abbiamo interi reggimenti di geni incompresi e non considerati che ci dicono quello che si deve fare per risolvere tutti i problemi che ci portiamo dietro da Adamo ed Eva, ovviamente con un corposo investimento di "risorse" da prelevare dal saccheggiatissimo bilancio dello stato italiano alimentato sempre con le nostre tasse.

Questa mattina, nel corso della rinnovata forma dell'edicola di Radio Uno (inizio poco dopo le sei del mattino) è stato intervistato un giornalista de la Stampa (e già questo lo colloca in una ben precisa area ideologica militante) assurto alla notorietà dopo aver subito un rapimento: Domenico Quirico.

Ovviamente si parlava della pace di Trump a Gaza e Quirico, ligio evidentemente agli ordini di scuderia, ha profuso con abbondanza dubbi, perplessità, sfiducia sulla sua tenuta, citando quello a cui non è stata data risposta, è rimasto sul vago, è foriero di nuove tensioni, dimenticandosi però di dire che tutti i precedenti tentativi sono andati falliti, che se si vuole porre fine ad una guerra che porta danni e morti, da qualcosa bisogna iniziare e tra chi si odia da 80 anni, ogni primo passo è incerto perchè si cammina su un terreno inesplorato. 

A me pare che, come per le quotidiane trasmissioni chiamate talk show politici, le interviste come quelle a Quirico, ma anche come le folte comparsate nei programmi, siano del tutto inutili, non diano agli ascoltatori nulla in più di quel che già hanno e sanno, nessuna reale informazione originale sulla questione in discussione.

Sono parole al vento, forse (spero di no) persino compensate con un immeritato gettone di presenza, che non solo non risolvono i problemi ma creano solo un sistema ansiogeno, con la demolizione di ogni e qualsivoglia iniziativa sia assunta e sulla quale, a far le punte agli aghi, si trovano sempre degli aspetti che possono essere gestiti "meglio" (ma solo dalla poltrona del proprio salotto mentre si straparla al telefono o davanti a una telecamera).

E il meglio è sempre nemico del bene.

Uno o due giorni fa, a Bologna, hanno organizzato una giornata "detox" contro il cellulare.

Ecco, ben più utile sarebbe non una giornata (troppo poco) ma un anno, che dico, un decennio detox nei confronti dei talk politici, per ritornare all'antico, quando le chiacchiere della politica erano veramente portatrici di informazioni da elaborare nel quadro di un dibattito civile, in cui gli oratori non si parlavano sopra e rispettavano i tempi.

Una Tribuna Politica alla settimana che si trasforma in Tribuna Elettorale nel mese antecedente il voto.

Certo, nel panorama attuale dei "professionisti dell'informazione" sarebbe molto, ma molto difficile trovare qualcuno che possa anche lontanamente interpretare il ruolo che fu di Jader Jacobelli e Ugo Zatterin ...

15 ottobre 2025

I cattocomunisti sporcano anche il calcio

Ieri sera, vincendo il ritorno contro Israele, l'Italia si è garantita di poter ancora competere per un posto ai prossimi mondiali, dopo due pesantissime esclusioni.

Se il Governo e la FIGC avessero dato retta ai cattocomunisti, non solo, perdendo a tavolino, avremmo avuto molte difficoltà ad entrare nei play off, ma avremmo anche consentito ad Israele di accreditarsi per quella competizione.

A me la partecipazione di Israele non disturberebbe, purchè non sia a scapito dell'Italia, i cattocomunisti, perfetti Tafazzi, pur di non giocare contro Israele, avrebbero ottenuto l'esclusione dell'Italia e la promozione di Israele.

Non c'è che dire, un ottimo risultato, dal loro punto di vista.

Esattamente lo stesso accadde nel 1976 quando ci giocammo la Davis nel Cile di Pinochet, accompagnati dallo schiamazzo dei comunisti di allora che non volevano quella trasferta con la quale poi vincemmo la nostra prima Davis e senza la quale avremmo visto il Generale Pinochet alzarla in trionfo.

E come accadde nel 2006 quando la Melandri inizialmente spinse per non partecipare ai Mondiali, che poi vincemmo e che la videro congratularsi con i calciatori sul prato indossando un paio di infradito (!!!).

E' una bestialità mischiare lo sport alla politica e sarebbe stata una bestialità non giocare contro Israele, così come è una bestialità escludere la Russia dalle competizioni sportive.

Se poi le velleitarie e masochiste richieste cattocomuniste si sposano con moti di piazza, violenti, unicamente istruttivi, con imbrattamento di muri, devastazioni di proprietà pubbliche e private, danneggiamenti al commercio, ostacoli alla libera circolazione, allora vediamo come i cattocomunisti non siano migliori, anzi sono decisamente peggiori, di coloro contro i quali sollevano il loro ditino ammonitore e moralista.

A Gaza, vi piaccia o meno, il Presidente Trump ha fermato la guerra e adesso sono persone come lui e come la Meloni che ricostruiranno una società civile.

Fatevene una ragione e andate avanti anche voi, guardando al futuro e non avvitandovi sul nulla.

14 ottobre 2025

La vittoria cattocomunista in Toscana oscurata dalla Pace di Trump

Dopo due brucianti sconfitte nelle Marche e in Calabria, dove pure avevano governato a lungo e, soprattutto nelle Marche, dove contavano di chiudere la "parentesi" di Acquaroli che, invece, si è dimostrato più in palla del loro candidato, i cattocomunisti giocavano in casa, in Toscana, una delle due regioni (l'altra è, purtroppo, l'Emilia Romagna) che dal 1970, quando furono eletti per la prima volta i consigli delle regioni a statuto ordinario, hanno sempre votato comunista.

Hanno vinto ancora e se i "professionisti dell'informazione" tendono a dichiarare che sia stato un trionfo esagerando a volte, con la scusa del lapsus, il dato (ho sentito un 15% di distacco, quando è stato il 13 e Giani viene dato al 54% quando ha avuto il 53,91 mentre a Tomasi attribuiscono "poco più del 40%" quando ha ottenuto il 40,90: piccolezze, ma che dicono quanto siano inaffidabili i "professionisti dell'informazione" che cercano, facendo finta di nulla, di accreditare la loro parte politica) è praticamente sovrapponibile a quello del 2020, pur con la diminuzione del 15% dei votanti.

I cattocomunisti, peraltro, fanno quasi pena, perchè per una volta che possono strombazzare una vittoria nei programmi di chiacchiere inutili, sono stati oscurati dalla grande performance di Donald Trump con la sua pace imposta in Medio Oriente e con, sullo sfondo, la presenza significativa di Giorgia Meloni, novella Thatcher Tricolore, che, anche grazie all'età, si sta ritagliando (e lo sta accreditando anche all'Italia) uno spazio importante nello scacchiere mondiale.

Persino Radio Anch'io, questa mattina, pur condotta dal partigiano (nel senso di uomo di parte, absit iniuria verbis !) Giorgio Zanchini, ha relegato la vittoria in Toscana negli ultimi minuti di trasmissione.

Del resto non credo che molti dubitassero di tale risultato, come non è possibile dubitare dei risultati in Emilia Romagna dove c'è una cappa soffocante di ogni espressione che non sia riconducibile a chi gestisce il potere e distribuisce ogni sorta di benefit.

Soprattutto da quando la chiesa ha abdicato al suo ruolo alternativo, come era ai tempi di Lercaro, ma anche successivamente fino a Caffarra, per inginocchiarsi, assieme ai "cattolici adulti" capitanati da Prodi e Casini, davanti alla falce ed al martello solo coperti, ma mai rinnegati, dalla scritta "pd".

Le percentuali sono in linea con quelle di cinque anni fa, se si sommano i voti di allora del pd con quelli dei cinque stelle che allora correvano da soli, ecco che arriva quel 54% di domenica e lunedì, così come il 41% di Tomasi è praticamente la stessa percentuale della Ceccardi nel 2025.

Ci sono stati travasi interni, soprattutto nel Centro Destra, dove si consolida sempre di più Fratelli d'Italia, mentre in parallelo cala o si stabilizza verso il basso la Lega.

Questo è un dato che i cattocomunisti cercano e cercheranno di sfruttare per seminare zizzania, anche se dovrebbero guardare in casa loro dove l'estrema sinistra sta assorbendo sempre più i consensi dei cinque stelle e Conte diventerà presto il Covelli (antico segretario del PDIUM - partito democratico di unità monarchica - che ad ogni elezione perdeva voti e seggi - dando l'opportunità per un esilarante siparietto messo in scena da Alighiero Noschese -  fino a confluire nella Destra Nazionale creata da Giorgio Almirante) del terzo millennio.

Ma è perfettamente naturale che davanti alla scelta tra due partiti che si rivolgono, con i loro richiami ideali e programmatici, agli stessi elettori, questi scelgano non solo in base ai precedenti e quindi all'affidabilità che i due partiti riescono a proiettare per sostenere coerentemente le idee e i progetti enunciati (e la Lega sconta ancora i due terribili errori, di Salvini nell'entrare nel governo Draghi con i cattocomunisti e votare per la rielezione di Mattarella) ma anche, come si trova nei migliori manuali di politica, quello dei due (o più) partiti che può garantire maggiormente una rappresentanza numerosa, quindi più forza d'urto, alle idee comuni.

Non deve inoltre essere ignorato l'appeal della Meloni, un appeal discreto, tranquillo, ma molto, molto solido e che diventa sempre più solido con il passare del tempo e con la capacità della Meloni di stare dalla parte giusta della Storia, nell'interesse di tutta la Nazione.

E questo gli elettori lo capiscono, lo apprezzano e lo premiano.

La Lega, Salvini e Vannacci sono comprensibilmente delusi da risultati che non premiano a sufficienza il loro impegno, ma il bacino elettorale della Destra in Italia è intorno al 40% e finchè la Meloni non commetterà clamorosi errori (e mi auguro che sappia evitare quelli più dannosi, posto che chiunque commette errori, piccoli o grandi, rilevabili o meno) la Lega dovrà adattarsi ad un ruolo necessariamente di supporto, di rincalzo e magari di coscienza critica.

La presenza della Lega, infatti, con le sue posizioni che, non avendo la responsabilità prima della Coalizione e del Governo, possono essere manifestate in modo più radicale, rappresenta un continuo pungolo, un memento, per Fratelli d'Italia, perchè i necessari compromessi di cui è costellata la via della politica, non facciano deviare dagli obiettivi comuni, dalle aspirazioni e dagli Ideali di un intero Popolo.

La Meloni e Salvini sapranno sicuramente trovare il modo per far fruttare al meglio le comuni idee e restituire al mittente la zizzania che, ormai, è l'unica carta disponibile per le speranze dei cattocomunisti.


13 ottobre 2025

Il rieccolo

Una volta il rieccolo era una persona, Amintore Fanfani, "cavallo di razza" della dc così soprannominato da Indro Montanelli, perchè quando sembrava definitivamente sconfitto, riappariva in un diverso, ma sempre importante, ruolo.

Oggi non abbiamo un rieccolo in carne ed ossa, ma solo ideologico: l'antifascismo.

E' l'antifascismo il rieccolo, il tormentone, la coperta di Linus della sinistra che, quando non sa più dove sbattere la testa, ripropone la liturgia antifascista.

Il casus belli, questa volta, è dato dalle parole del Ministro Roccella che ha dichiarato come le gite negli ex campi di concentramento nazionalsocialisti, siano strumentali all'equazione antisemitismo=fascismo, mentre i fatti di questi giorni dimostrano come, oggi (ma non da oggi), l'antisemitismo sia prevalentemente a sinistra.

Le vestali dell'antifascismo, che probabilmente sono andate in piazza a manifestare contro Israele invocando lo stato palestinese "dal fiume al mare", il che implicherebbe di intervenire su oltre sette milioni di ebrei che vivono in Israele, sono insorte.

Come si permette un ministro del Governo Meloni, complice della pace in Medio Oriente, affermare che  c'è antisemitismo a sinistra ?

Come ha detto la senatrice Segre: la verità fa male solo a chi ha scheletri nell'armadio.

E la reazione delle vestali antifasciste ne è la dimostrazione.


12 ottobre 2025

Vincere la pace

Il primo passo verso una stabilizzazione di quella polveriera che, da che io mi ricordi, ha sempre provocato danni diretti (non possiamo dimenticare i dirottamenti, gli attentati, gli omicidi, le stragi perpetrate dai palestinesi anche a casa nostra, anche in Italia, nonchè l'ospitalità e l'addestramento fornito dai palestinesi ai terroristi nostrani delle BR, della RAF, dell'IRA) o indiretti (i costi delle devastazioni e degli scioperi cattocomunisti, anche di questi giorni), è stato compiuto tra due attori sul campo riluttanti ma messi in riga da un Trump in piena forma e fortemente assertivo.

Netanyahu ha rinunciato a vincere la guerra e adesso dovrà vincere la pace, seguendo i punti del protocollo Trump e quindi vedendosi confermato dalle elezioni come Premier di Israele.

Hamas, per il rotto della cuffia, ha salvato la ghirba ai suoi dirigenti di quarta e quinta fila, essendo già stati giustiziati quelli che la guidavano al 7 ottobre 2023 e, adesso, deve, anche Hamas, facendo buon viso a cattivo gioco, provare a vincere la pace.

Come fecero i terroristi dell'Ira dopo il Venerdì Santo del 1998, quando deposero le armi e si impegnarono sulla via civile delle competizioni elettorali che, oggi, li vedono parte importante e spesso determinante nell'alchimia politica dell'Irlanda del Nord e del Sud.

Vincere la pace è sicuramente più difficile che vincere la guerra, qui, infatti, si distrugge, là si costruisce ed è notorio che costruire è ben più difficile e lungo che distruggere come sappiamo noi Italiani considerato quanto poco abbiano impiegato i cattocomunisti a rovinare le nostre finanze, tradizioni, cultura e quanto sia lungo il cammino di risanamento intrapreso dal Governo Meloni.

Nessuno può dire come si svilupperà il processo di pace e c'è da augurarsi che siano pochi a metterci le mani o a voler mettere il proprio cappello sulla ricostruzione di quel lembo di terra.

Già è consolante sapere che a Sharm non è stata invitata l'unione europea e, come è giusto che sia, l'Europa è presente con le sue nazioni più rappresentative storicamente, politicamente e culturalmente: Italia, Regno Unito, Germania e Francia.

Se il processo si avvierà con continuità, nessuno può saperlo, ma possiamo solo sperare che i contendenti sappiano, ognuno nel suo ambito, vincere la pace.