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No alla deriva

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23 giugno 2006

SI' al futuro

La città con i manifesti elettorali acquista sempre un colore … sudamericano.
I creativi si sono sbizzarriti e i colori abbondano, come gli slogan.
Gli oppositori del SI’, puntano come sempre sul terrorismo catastrofista, sul richiamo agli affetti ancestrali.
Invitano a non rompere la costituzione … noi invitiamo loro a non rompere e basta !
Ripescano un vecchio slogan architettato ai tempi dei referendum contro le televisioni private.
Ieri: “non si spezza così una illusione”.
Oggi: “non si spezza il cuore”.
Speriamo con analoga sorte.
Intimano, con sommo sprezzo del ridicolo: “la costituzione non si tocca !”
Sembra il nuovo idolo d’oro.
Peccato che loro stessi siano i primi a non volerla applicare (ricordiamoci ad esempio dell’art. 39 ancora non applicato) e a contestare se una qualche norma (veggasi l’art. 40) è stata (dopo 44 anni !!!) finalmente resa operativa.
Ma soprattutto mettono in campo il loro personale politico: Oscar Luigi Scalfaro.
Ma può, qualcuno, votare come vota Scalfaro ?
Il rappresentante più emblematico del vecchio che, invece di passare, ammuffisce ?
Sfido io che Scalfaro non vuole rinnovare la costituzione: ci ha vissuto sopra per 60 anni !
Ma l’Italia del terzo millennio non può rimanere ancorata a degli schemi nati con la sconfitta nella seconda guerra mondiale e architettati solo da una parte delle forze politiche, con esclusione di altre.
E, poi, diciamolo, dal 1946 ad oggi sono cambiate molte cose nella società, nei costumi, nella politica, nel mondo.
La costituzione del 1948 era considerata “flessibile” perché prevede un meccanismo, l’art. 138, di revisione e riforma.
Praticamente lasciato desolatamente inutilizzato o quasi.
Le uniche modifiche di rilievo sono state nel 2000, il pasticciaccio brutto di Amato che sperava di acquisire voti leghisti con una riforma del titolo V cui la Riforma odierna pone rimedio, e l’abolizione nella XIII disposizione transitoria e finale, del divieto di rientro in Italia dei discendenti maschi della nostra Casa Reale.
Pensiamo solo che la Costituzione Americana del 1776 è tuttora in vigore, nonostante sia dai costituzionalisti considerata “rigida”, adeguata ai tempi con i vari emendamenti, ma intonsa nel suo corpo fondamentale perché propone Valori, eterni, e non rigide regole, dettate da una specifica contingenza storica ormai abbondantemente superata.
La Costituzione Americana fu scritta quasi un secolo prima dello Statuto Albertino che, dopo un secolo, dovette lasciare il posto alla costituzione degli Scalfaro.
Allora noi non dobbiamo soffermarci sugli slogan, sui richiami al nonno petulante che non vuole cambiare, perché non si ritroverebbe nel nuovo.
Noi dobbiamo pensare al futuro.
Dobbiamo pensare ad una costituzione che ci fornisca elementi di stabilità e di governabilità.
Una costituzione che valorizzi le autonomie e le peculiarità delle nostre genti.
Una costituzione che tagli l’apparato dello stato a cominciare dai parlamentari (177 in meno !).
Una costituzione che consenta all’Italia di competere con le altre grandi nazioni nel mondo globale, perché il suo governo ha gli strumenti per decidere e applicare le sue decisioni, senza perdersi nei rivoli delle rivendicazioni locali, da lasciare alle amministrazioni locali.
Un SI’ al futuro, per il futuro, respingendo l’immobilismo di chi sa che si deve cambiare, ma non vuole rinunciare ai suoi privilegi.


Precedenti post sulla Riforma del SI’


1) La dolce terra dove il SI' suona 2/6/2006
2)
SI' per ridurre gli sprechi della politica 9/6/2006

5 commenti:

marshall ha detto...

sembra quasi che faccia una battaglia per se stesso, per non perdere i suoi privilegi: gliene importerà veramente del popolo???

marshall ha detto...

votare no significa non dare inizio a un vero cambiamento, significa restare nostalgicamente ancorati ad un passato, che non porterà certamente niente di buono.
E quindi per dare inizio al cambiamento, voltiamo SI

marshall ha detto...

Se gl'importerebbe veramente del popolo, finito il settennato di presidenza non starebbero lì a far i senatori a vita per farsi ultramantenere a vita a spese dello stato.
Vogliono restare in politica? Si candidano come tutti gli altri, affrontano la campagna elettorale e si sottopongono al giudizio degli elettori come tutti. E col risparmio che trarremmo dal non pagarli più, si potrebbe pensare a qualche spesa in più per quel popolo che loro tengono tanto in considerazione!!

Abr ha detto...

SI!
ciao, Abr

Anonimo ha detto...

"Gli oppositori del SI’, puntano come sempre sul terrorismo catastrofista, sul richiamo agli affetti ancestrali" sottoscrivo: non hanno altro argomento che questo, non mettono in campo ragioni contrarie alle riforme, dicono solo "non si fa e basta", oppure "la costituzione non si tocca", quando le uniche cose toccate saranno quelle relative all'organizzazione statale, che non tocca le libertà individuali. Loro dicono "bisogna salvare la costituzione" ma io non voglio salvare la costituzione, voglio salvare l'Italia!