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04 novembre 2016

Il Giorno della Vittoria


In una Nazione svilita e umiliata da chi continua a celebrare una terribile sconfitta militare che ci ha reso servi dello straniero e continua a tenerci al guinzaglio.
In una Nazione che ha dimenticato le sue Radici e la sua Identità, per "aprirsi" alle orde di invasione dall'Africa e dall'Asia (e dal Sud America ...).
In una Nazione che ha smarrito il senso di Patria, con certuni che scioccamente si definiscono "cittadini del mondo" (ma pretendono che si regali la cittadinanza Italiana ai primi venuti per mare).
In una Nazione del genere fa bene ricordarsi di quelle (poche) date che hanno conferito Dignità ed Onore ad essere Italiani.
Il 4 novembre è una di quelle date, perchè si celebra una delle due (l'altra fu la conquista dell'Impero nel 1936) uniche vere Vittorie militari che le Armi Italiane abbiano mai conseguito in proprio.
Il 4 novembre 1918, ormai saranno cento anni, le truppe austroungariche furono definitivamente sconfitte e Trento e Trieste, poi anche l'Istria, Pola e Fiume, tornarono a casa (ci fu anche la forzatura dell'Alto Adige che stiamo ancora pagando con flussi di denaro che vengono ivi dirottati).
Oggi il 4 novembre non è più giorno di festa per il calendario di questa repubblica piccola piccola, tanto da aver cambiato il Giorno della Vittoria, in Giornata delle Forze Armate, non sia mai che possa apparire troppo guerrafondaia la dizione "Vittoria".
Oggi più che mai il 4 novembre deve essere un punto di riferimento per gli Italiani che, esattamente fra un mese, potranno raddrizzare la spina dorsale infliggendo un secco NO nell'urna del referendum costituzionale, respingendo quindi in un sol colpo la confusa prosa renziana, Renzi stesso e gli "appelli" di tutti coloro che pensano di essere padroni in casa nostra (ed ai quali Renzi consegnerebbe le chiavi di casa) da Obama alla Merkel, da Junker alle consorterie di potere e della finanza, tutti timorosi che il loro agente a Roma (via Rignano e Firenze) possa essere cacciato con il voto del popolo.
Un NO, quindi, nel ricordo di chi quasi cento anni fa, disse NO ad una Italia sottomessa allo straniero ed eternamente perdente.



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1 commento:

lantarner ha detto...

Ti sei dimentaicato anche di Zara, unico lembo di Dalmazia rimasto all'Italia. Una piccola curiosità: inizialmente tutto il Tirolo fu anneso all'Italia, anche l'attuale Tirolo austriaco (Innsbruck fu, almeno per qualche mese, una città italiana !!). Certo è paradossale: alle fine abbiamo perso regioni italianissime (Istria e quel poco di Dalmazia facente capo a Zara), con un popolazione orgogliosa di essere Italiana ed attaccatissima al tricolore ed abbiamo mantenuto l'Alto Adige, abitato da un popolo che parla un'altra lingua e odia l'Italia