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No alla deriva

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26 novembre 2016

NO all'abbraccio mortale dell'Economist


La stampa serva di regime sta dando spazio alla esternazione dell'Economist a favore del NO.
È strano perché potrebbe sembrare un attacco alla stellina Renzi.
Ma se ci pensiamo bene, scopriamo che sono le consorterie di cui l'Economist, come il Financial Time e il Wall Street Journal, fa da megafono internazionale, che cercano artatamente di orientare il voto degli Italiani.
Per il sì, però, non per il NO.
L'Economist, come tutta la stampa serva, sostenne il remain del Regno Unito e la moglie di Clinton per la presidenza statunitense.
Fallendo, perché i popoli inglese e statunitense non si lasciarono fregare.
Allora oggi provano a dare una mano a Renzi, sostenendo il NO, sperando che per reazione il Popolo Italiano voti si per contrastare le consorterie.
Ma l'unico voto contro le caste, le consorterie, gli squali della finanza, il soviet europeo è il NO, a prescindere dalle astuzie dei megafoni di quelle stesse consorterie.


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1 commento:

Nessie ha detto...

Ho espresso anch'io nei commenti del blog lo stesso concetto. In questo momento Renzi coglie la palla al balzo per dire che i NO (propugnati anche dall'Economist) fanno il gioco di chi vuole un governo "tecnocratico"; così spaventati da un eventuale Monti bis, gli indecisi potrebbero optare per il "remain" di Renzi. Sono diabolici!