Tra le tante perversioni legislative e masturbazioni mentali che la "riforma" costituzionale che vorrebbe Renzi propone, ve n'è una, gravissima, che lede il diritto del Popolo a modificare la costituzione stessa.
La carta del 1948 è pessima perchè scritta da un connubio di socialisti, cattolici e comunisti e la loro ideologica pervade l'intera struttura.
La carta del 1948 è rigida, perchè la procedura di modifica costituzionale, come possiamo vedere in questi giorni, è complessa e richiede un lungo tempo di gestazione.
Ma, almeno, la riforma della carta è teoricamente possibile.
Con le modifiche proposte da Renzi la carta diverrebbe sostanzialmente immodificabile.
Abbiamo infatti visto come lungi dall'essere abolito, come nelle favole raccontate dai sostenitori di Renzi, il senato resta, con proprie competenze, tra le quali, come recita il proposto articolo 70 "per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali".
Questo significa che i cento nominati (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 quirinalizi) potrebbero bloccare qualunque proposta di revisione costituzionale fosse approvata, anche a maggioranza debordante, dalla camera pur eletta dal Popolo.
Senza il voto favorevole del senato, infatti, non passerebbe alcuna modifica costituzionale, non ci sarebbe alcun referendum confermativo e la volontà del Popolo sarebbe calpestata.
E possiamo tutti immaginare come i nominati, dovendo il loro incarico e la loro stessa immunità, ad un sistema che con una revisione costituzionale verrebbe cambiato, mai e poi mai accetterebbero di "sacrificarsi", annientando il potere della casta di cui sarebbero chiamati a difendere i privilegi.
Del resto, la stessa farraginosa procedura di nomina dei senatori, slegata dal momento in cui viene eletta la camera, quindi priva di rappresentatività popolare, è indice di una volontà di bloccare sul nascere ogni rinnovamento ed ogni movimento che se ne faccia interprete.
Un senato di nominati, posti in quello scranno di privilegio, da una consorteria di politici magari sconfitti alle politiche, ma in grado, poichè non ci sono contemporanee elezioni e rinnovamento delle regioni e dei sindaci, di mantenere il controllo di una camera, bloccherebbe ogni modifica costituzionale.
Lungi dal voler snellire e sburocratizzare, la "riforma" di Renzi costruisce un regime ingessato e immodificabile, ponendovi a guardia i propri pretoriani nominati al senato.
Il NO del 4 dicembre sarà utile anche per impedire che l'Italia veda una pessima costituzione rigida trasformarsi un una pessima costituzione rigida e immodificabile.
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