Mi piacerebbe che risorgesse l'Osservatorio di Pavia o i radicali che erano sempre pronti a contare i minuti concessi in televisione a Berlusconi ma sono scomparsi adesso che a reti unificate deborda Renzi, per avere conferma di quello che è sotto gli occhi di tutti.
La par condicio, tanto reclamata negli anni del Cav, è andata a farsi benedire, completamente dimenticata, elusa, evitata.
Nei giornali radio e nei telegiornali è tutto un riportare dichiarazioni di Renzi.
Sky Tg 24 ha dedicato un canale al suo discorso di ieri e ne cita le gesta sia quando blatera "non vi lasceremo soli" (rivolto ai terremotati o agli alluvionati) sia quando, autoreferenziale, dice che lui non è come gli altri.
Infatti è peggio.
Qualche spazio per Maria Elena Boschi, che era il volto del renzismo prima di Banca Etruria e per il resto l'oblio copre le mummie per il sì (da Napolitano a Marini, da Casini all'intero sindacato della cisl).
Non si deve, infatti, dare l'idea che a favore del sì ci siano i vecchi privilegiati di sempre.
Al contrario lo spazio dedicato al NO vede ampia copertura per i vecchi Berlusconi e D'alema e pur di sputtanare il NO viene persino riesumato Monti per fargli dire che lui voterà NO, certi che, in odio al presidente degli esodati, tanti voteranno sì.
E quando si parla del Centro Destra si ricordano le lotte intestine (Bossi contro Salvini, Salvini e Meloni contro Berlusconi) e quando si informa sulla campagna dei grillini è immancabile citare la giunta Raggi a Roma.
La stampa non è migliore e, a parte La Verità, il Fatto Quotidiano e, in parte, il Giornale e pochi altri, ha scatenato le sue penne al servizio delle consorterie affaristico finanziarie che, con il Financial Time e il Wall Street Journal, danno la linea: deve vincere Renzi, oppure sarà governo tecnico (il che è un'altro assist per Renzi, visto che più odiato di Renzi c'è solo Monti).
E' lo stesso, identico imbroglio mediatico che è stato tentato nel Regno Unito contro la Brexit o negli Stati Uniti contro Trump.
Il merito di una pessima riforma, la necessità di abbattere Renzi ma, ancora di più, la necessità di raddrizzare la schiena e ritrovare dignità nazionale impongono di votare NO.
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