La scelta di affidare a Salvini la rappresentanza unitaria del Centro Destra nelle trattative per le presidenze delle camere è una buona scelta se è prodromica ad una analoga delega per il governo e, soprattutto, se il Centro Destra si presenterà con una unica delegazione davanti a Mattarella.
Solo in questo modo si potrà far valere il maggior numero di voti.
In prospettiva, più che un partito unico, vedrei una Federazione nella quale, rispettando le identità dei singoli partiti, possano confluire movimenti e singoli cittadini.
Se guardiamo anche al passato, a parte il 1948 nelle particolari condizioni in cui si votò, nessun partito singolo supera il 40% dei voti.
La Dc, il PDL, il pci/pds/ds/pd con Renzi alle europee, arrivarono al 40% e poi, più o meno rapidamente, scesero.
L'Italia è la nazione delle contrade, figuriamoci in politica.
Oggi ride il M5S, ma la sua base elettorale è molto fragile ed evanescente, soprattutto se si considera che gran parte del successo è stata ottenuta al sud dove il voto è molto mobile a seconda delle circostanze del momento.
Più stabile il consenso del Centro Destra che ha il suo nucleo forte nel Centro Nord, dove maggiore è la visione ideale e valoriale.
La base elettorale del Centro Destra è sicuramente più omogenea di quella del M5S e, tra loro, gli elettori sono più intercambiabili tra Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Ma permangono elementi caratterizzanti i tre partiti, per storia, persone e alleanze internazionali, quindi sarebbe una forzatura volerli inglobare in un unico contenitore.
Una Federazione, invece, potrebbe anche dare più forza alla Coalizione, lasciando libere le energie identitarie, ma portando ad unità il momento in cui mettere sul piatto della bilancia il maggior consenso ottenuto rispetto alle coalizioni contrapposte ed ai singoli partiti.
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