Ricordo che una volta si diceva che in Italia quando si incontrano due persone, formano già tre partiti.
Il significato è semplice: siamo talmente compresi dalla nostra autoreferenzialità, che siamo poco disponibili a conciliare le nostre con le idee altrui, anche quando sono più che confinanti.
Un partito è già una somma di individualità, ancora maggiore è una Coalizione.
Ognuno di questi passi, però, è un progresso, perchè vuol dire che tra tante individualità c'è stata disponibilità a fare spazio anche alle ragioni altrui.
E poco importa se quello spazio si apre su argomenti sui quali altri non sono interessati.
Paralre di governo tra due delle tre forze che hanno i numeri per farlo (Centro Destra +ù grillini, oppure grillini + cattocomunisti, oppure cattocomunisti + Centro Destra) rappresenterebbe una disponibilità difficilmente manifestabile.
Già pensare che uno come Di Maio possa trovare una occupazione a Palazzo Chigi farebbe venire l'orticaria, non solo a me, ma a chiunque abbia lavorato nella sua vita almeno un anno.
Che, poi, si possa concedere lo ius soli, accogliere altri clandestini, continuare a perseguitare chi si difende dai rapinatori, aumentare progressivamente l'età pensionabile, pagare un reddito a lavativi e fannulloni e inginocchiarsi davanti a Bruxelles e Berlino, mi sembra del tutto inconcepibile.
Per questo leggo con sospetto le dichiarazioni ottimistiche di Salvini su un possibile accordo con i grillini mentre gradisco le parole di chiusura verso il pci/pds/ds/pd.
E allora quale governo ?
La risposta è sempre quella: un governo di minoranza del Centro Destra e al voto a giugno.
A meno che il prezzo da pagare per un compromesso indecente non lo vogliano pagare grillini e cattocomunisti.
Allora dico: si mettano assieme e si salvi chi può.
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