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21 febbraio 2021

Dov'è la differenza ? Ma la colpa è di Mattarella

Per quanto non si possa giudicare un governo che ha appena ricevuto la fiducia dal parlamento, i primi passi del messia del terzo millennio, Mario Draghi, non sono confortanti.

Le chiusure a seguito del morbo cinese continuano come prima (gli impianti di sci, regioni che diventano arancioni e chiudono ristoranti e bar) e la tecnica del rinvio dei problemi prosegue imperterrita (proroga del blocco degli sfratti con grave danno per i proprietari di immobili e proroga del blocco dei licenziamenti con grave danno per una economia che possa risollevarsi mentre si mantengono artificiosamente in vita aziende ormai destinate al fallimento).

E lo stesso messia è bloccato, come un qualunque presidente del consiglio della prima repubblica, dal completare la squadra di governo perchè i partiti hanno pretese e, al loro interno, è in atto una sanguinosa notte di San Bartolomeo per accaparrarsi uno dei pochi posti disponibili.

Pur sperando (ma credendoci poco) che il messia riesca a carburare (sarà un diesel ...) è evidente che la grave mancanza deriva da due fattori la cui presenza è colpa integrale di Mattarella: la mancanza di coesione ideologica tra le forze che compongono il governo e il tempo minimale disponibile per dispiegare una autentica politica riformista, visto che al termine della legislatura mancano solo due anni.

Se Mattarella, invece di difendere con le unghie e con i denti la sua parte politica, avesse agito da presidente di tutti gli Italiani, già prima di Natale, alle prime avvisaglie di crisi, o subito dopo le dimissioni il 13 gennaio delle ministre renziane, avrebbe convocato le urne.

La prossima domenica o quella immediatamente successiva saremmo andati al voto ed entro fine marzo avremmo avuto un governo coeso ideologicamente e con una prospettiva di cinque anni.

Invece Mattarella ha traccheggiato, aspettato il compiersi degli stanchi riti della liturgia parruccona delle "formalità istituzionali", perso tempo con l'esplorazione del Fico e infine chiamato un governo del "volemose ben" con tutti dentro, senza anima, senza progettualità e senza idee.

Per fortuna due anni fanno presto a passare.

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